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Il consuntivo

Un anno di economia in uno scenario schizofrenico, con molta incertezza per il 2023

Aziende e famiglie chiamate a fare i conti con il periodo postpandemico, la guerra, le tensioni geo-politiche, il rialzo dei prezzi delle materie prime e la scarsità nel reperirle, le difficoltà nel trovare forza lavoro, il caro bollette e l’incremento del costo del carrello della spesa

Bergamo. Anche se siamo a una manciata di giorni dalla conclusione del 2022, non è ancora possibile tracciare un bilancio (nemmeno predefinitivo) su come sia veramente andata l’economia bergamasca, in questi dodici mesi. Non tanto per cattiva volontà, quanto piuttosto per via di uno scenario generale che, definire
‘schizofrenico’, è davvero riduttivo.

Il periodo postpandemico, le aspettative (un po’ smorzate) sul PNRR, la guerra scatenata dalla Federazione russa in Ucraina, le tensioni geo-politiche, il rialzo dei prezzi delle materie prime, la fiammata inflattiva, le difficoltà nel trovare forza lavoro, l’impennata delle bollette energetiche, la crescente difficoltà a reperire beni fino al giorno prima disponibili in congrue quantità, gli interventi di Fed e Bce sui tassi d’interesse e l’incremento del costo del carrello della spesa sono alcuni dei macrotemi con cui imprese e consumatori hanno dovuto familiarizzare, loro malgrado, negli ultimi mesi.

E il consuntivo del trimestre ottobre/dicembre, che la Camera di Commercio di Bergamo ‘certificherà’ verso metà febbraio, conteggerà queste ed altre variabili impazzite. Quella circostanza sarà anche l’occasione per fare riflessioni e ragionamenti sull’andamento dell’intero 2022.

In attesa di disporre anche dei dati relativi agli ultimi 92 giorni dell’anno in corso, una pur parziale idea di come sia andata l’economia bergamasca, ce la possiamo comunque fare rileggendo i tre Report camerali finora rilasciati.

I primi tre mesi furono caratterizzati da buone crescite dei Servizi (+ 1,9%), dell’Agricoltura (+1,7%) e delle Costruzioni (+1,3%); mentre il Commercio e la Manifattura misero in evidenza, rispettivamente, cali pari allo 0,1% e allo 0,4%.

“Dopo le anomalie dovute alla pandemia – commentò Carlo Mazzoleni, presidente della Camera di Commercio, ad aprile – iscrizioni e cessazioni tendono a stabilizzarsi; le prime, in particolare, si avvicinano ai livelli pre-Covid, mentre le seconde incorporano situazioni di imprese che hanno rinviato la cessazione per accedere alle misure di sostegno. La piena ripresa, tuttavia, è ancora lontana e su di essa pesano le incognite della situazione attuale”.

Le preoccupazioni generate dal rincaro delle materie prime, dalla carenza di componentistica e dalla prima fiammata registrata dai prezzi del gas e dell’energia (oltre alle preoccupazioni derivanti dalla caduta del Governo Draghi) caratterizzarono invece il secondo trimestre. Un contesto che spinse il presidente Mazzoleni a toni guardinghi: “Le aspettative delle imprese per il prossimo trimestre sono in deciso calo”. E ciò, nonostante i risultati avessero evidenziato che, tra aprile e giugno, la produzione industriale (ma anche quella artigianale) aveva proseguito “la crescita, raggiungendo nuovi massimi nella serie storica”.

Nonostante i timori, il terzo trimestre si rivelò meno peggio di quanto temuto. Anzi. Ma, nonostante i dati “molto positivi”, Mazzoleni rimarcò che “la variazione del periodo è stata inferiore a quella cumulata, segnale di smorzamento della crescita, e che la dinamica positiva è fortemente condizionata dai rialzi dei
prezzi diffusi a quasi tutti i settori merceologici”.

Nello stesso periodo, buone notizie giunsero anche dal fronte dell’export: le imprese dell’intera provincia vendettero all’estero beni per oltre 4800 milioni di euro (+ 14,4% sullo stesso periodo del 2021, ma in attenuazione rispetto al trimestre precedente); tra luglio e settembre, invece, le importazioni superarono i 3600 milioni (+ 31%). Risultato: il saldo trimestrale della bilancia commerciale bergamasca segnò un +1214 milioni (meno, però, del dato relativo al trimestre corrispondente del 2021).

Nonostante le più che comprensibili cautele, dato il contesto che stiamo vivendo, il 2022 dell’economia bergamasca non dovrebbe pertanto chiudersi male.

Molta, invece, l’incertezza che avvolge il 2023. Sebbene da tempo si vaticini un’incombente recessione, qualche osservatore considera “gran parte del nostro tessuto manifatturiero e dei servizi, sano e pronto ad affrontare e superare la difficile sfida del nuovo anno”.

E, proprio per questo, c’è chi invita a non distogliere lo sguardo dal futuro, suggerendo alleanze sistemiche fra multinazionali e Pmi del territorio, perché “solo da intese del genere può derivare crescita”.

Chi avrà ragione?

Durante la recente tappa bergamasca del Festival Città Impresa, per esempio, Caterina Della Torre – Equity partner di Special Affairs srl – ha indicato nella “capacità di produrre valore, nel tempo e anche in situazioni di discontinuità importante, come quella che stiamo vivendo, oltre che attivare e mantenere costanti processi di crescita” i due pilastri dell’impianto strategico necessario per preservare e consolidare il tessuto produttivo della provincia. Insomma: una sorta di mix, tra accelerazione e cambiamento, per guidare la ripresa nella complessità.

“Lo slancio della ripartenza, forte e generalizzata, che ha caratterizzato il 2021 si è andato stemperando nella seconda parte di quest’anno” ha spiegato Della Torre. Che ha aggiunto: “Per fronteggiare uno scenario come l’attuale – complesso, instabile e rapido nel suo evolvere – c’è bisogno di una capacità di riprogettazione, di cambiamento delle strategie produttive e distributive, di una struttura del conto economico in grado di assorbire disallineamenti importanti sul lato finanziario, che non tutte le imprese
hanno, e di dimensioni sufficienti ed adeguate a raggiungere e consolidare rapidamente nuovi equilibri”. Come dire: non è più tempo di sbrigarsela per conto proprio, meglio puntare sui network, a partire da quelli delle filiere di appartenenza.

Un concetto non lontano da quello evocato dalla presidente di Confindustria Bergamo, in occasione dell’ancor più recente Assemblea generale, incardinata sulla ‘Competitività sostenibile’. Molti passaggi di quell’intervento meritano di essere riletti e ben ponderati. “Bergamo – rimarcò Giovanna Ricuperati in uno dei passaggi del suo speech – dal punto di vista produttivo soffre della sindrome di Cenerentola: è quella brava, ha performance eccellenti, ma resta dietro le quinte, in fondo alle filiere. E quando ha l’occasione, le manca l’abito”. Le ragioni? Per storia e cultura – spiegò la presidente – tendiamo ad arrangiarci, a chiuderci in un modello centrato sul duro lavoro e sulla produzione. “Invece – aggiunse – il valore aggiunto delle medie e piccole imprese deve crescere e va fatto emergere, visualizzato, venduto. L’engineering, la progettualità innovativa che abbiamo devono essere valorizzate dalle leve di marketing e integrate da pari competenze nella logistica, negli acquisti, nella gestione evoluta delle risorse umane e nella managerialità”

Già. Ma come far emergere e valorizzare tutto questo? Come combinare competitività e sostenibilità, amalgamandole fino a sintetizzarle, in una sorta di formula chimica?

La ricetta suggerita dalla presidente Ricuperati, alla platea di imprenditori che affollava l’hangar TEB, prevedeva il ricorso a sei ingredienti: Attrattività, Cultura, Infrastrutture, Filiere, Innovazione ed Energia. Ri-vediamone, in rapida sintesi, le declinazioni proposte. Attrattività – “Non possiamo più limitarci a far bene, dobbiamo diventare ancor più interessanti, attraenti, cool: centri pulsanti di innovazione, tecnologia, lavoro. Qualità delle aziende, qualità della vita. Per farlo servono azioni che mettano in rete tutti gli stakeholders: la politica, l’industria, la ricerca”.

Cultura – L’imminente titolo che Bergamo sta per ricevere, insieme a Brescia, di Capitale della cultura 2023 (ereditandola da Procida, nda) “è una straordinaria occasione di racconto della nostra identità. Nuove sintesi, nuovi linguaggi”.

Infrastrutture – “Con il collegamento ferroviario Bergamo-Orio (che verrà pronto per le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026, nda) avremo uno dei pochi aeroporti italiani raggiungibili via treno. Auspichiamo che questo collegamento solleciti un efficientamento della tratta Bergamo-Milano, vitale per lo sviluppo del nostro territorio”.

Iniziative di filiera – Confindustria si sta muovendo con iniziative specifiche per la meccatronica e con le altre filiere: quella della distribuzione dell’energia, l’abitare 5.0, il mondo bike, il medicale e infine l’aging, in rete con l’Università. “L’obiettivo – spiegò la presidente Ricuperati – non è solo creare valore per le aziende della filiera, ma far emergere specializzazioni che ci rendano riconoscibili al mondo e attrattori di formazione, innovazione e investimenti. Come è successo con il cluster delle valvole”.

Innovazione – Confindustria sta lavorando ad un progetto di assessment territoriale (la provincia vanta una pluralità di iniziative dedicate al trasferimento tecnologico e alla digitalizzazione) finalizzato a comprendere l’effettiva ricaduta di sforzi ed investimenti finora fatti. Per poi eventualmente replicarli. “Un segnale di vitalità – ha detto Giovanna Ricuperati – di cui abbiamo capito il valore quando il ‘sistema Bergamo’ si è candidato al Bando PNRR sugli ‘Ecosistemi dell’innovazione’, esprimendo una progettualità corale”.

Energia – Confindustria Bergamo ha messo a punto un ampio menu di servizi per assistere le aziende in ogni tipo di problematica ed un Comitato ad hoc che raggruppa imprenditori ed Energy manager di una trentina di aziende associate per condividere competenze e buone pratiche, nonché suggerire attività e progetti. “In aggiunta a questi importanti sforzi associativi – ha annunciato la presidente – contiamo di attivare azioni concrete per proporre opportunità contrattuali, cordate progettuali, sperimentando modelli di comunità energetiche in partnership con ENEA, Provincia di Bergamo e Università di Bergamo”.

Il 2022, ormai, è agli sgoccioli. Ma il 2023 è tutto da costruire. Toccherà a ciascuno di noi metterci del suo se, fra 365 giorni, vorremo essere orgogliosi e fieri di vivere in
un territorio (oltre che in un mondo) un po’ migliore.

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