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Centro per l’Età Evolutiva

I suggerimenti

Aiutare gli adolescenti ad autoregolarsi: consigli per i genitori

L'autoregolazione può essere definita come la capacità di controllare i propri impulsi, regolare le emozioni, modulare il comportamento, rispondere efficacemente alle richieste ambientali e della vita di tutti i giorni

Marco arriva a casa, sbuffa e lancia la cartella a terra. Ignora le domande della madre e risponde un rabbioso “tutto bene, solito!”.  La madre ha appena visto dal registro elettronico che Marco, in seguito ad un brutto voto, ha avuto uno scatto di rabbia in classe e ha inveito contro il professore. Per questo ha ricevuto una nota disciplinare ed una convocazione in presidenza.

Nel pomeriggio passa il tempo spiaggiato sul letto tra cellulare e serie tv. Quando la madre entra in stanza raccomandandosi di studiare per la verifica del giorno successivo Marco alza i toni, scaraventa i libri a terra e dice alla madre che non gli interessa nulla e che deve smettere di “rompere”.

Madre e insegnanti si ripetono a Marco gli stessi discorsi da tempo ma nulla cambia.

I genitori, esasperati, decidono di chiedere aiuto ad uno specialista.

COME POSSIAMO ESSERE D’AIUTO IN QUESTA SITUAZIONE?

Innanzitutto aiutiamo i genitori a porsi delle domande e ad osservare cosa sta succedendo, sospendendo il giudizio.

QUANDO Marco manifesta queste reazioni? Con quale frequenza? COME si manifestano?

Con l’aiuto dello specialista i genitori vengono guidati a fare un’analisi della situazione e a ricostruire la storia di queste fatiche (es. sono nate ora o ci sono da sempre?) e valutarne la frequenza (quante volte succede? In quali situazioni succede?) e l’intensità (sono reazioni gestibili o fuori controllo?): queste osservazioni sono decisive nel delineare uno spartiacque tra condizioni transitorie del periodo adolescenziale o difficoltà più persistenti che meritano attenzione particolare da parte degli adulti.

Porsi queste domande permette agli adulti di assumere un punto di vista che lascia spazio all’osservazione dell’altro ed alla comprensione dei meccanismi che possono alimentare il disagio. Si prende atto della difficoltà e si affronta, senza essere guidati unicamente dalla rabbia e dal giudizio.

In seguito cerchiamo di capire insieme il motivo che spinge Marco a reagire in questo modo. Che cosa ci sta comunicando?

PERCHE’ Marco reagisce in quel modo in quelle situazioni?

Questa è la domanda che catalizza istintivamente la nostra attenzione e talvolta anche le nostre energie, ma è quella che richiede un’analisi più attenta e prolungata nel tempo.

Le reazioni possono comunicare lo stato d’animo di Marco riguardo alla gestione dello studio oppure alle relazioni con i coetanei o i famigliari. Spesso sono strettamente correlate a variabili temperamentali e difficoltà a inibire le proprie risposte impulsive. Fin da subito è importante comprendere l’entità della fatica che Marco manifesta nella gestione delle sue emozioni, soprattutto quelle più intense, con conseguenze sulla capacità auto-regolare il suo comportamento (es. anche se mi arrabbio non inveisco contro l’insegnante).

MA COSA SIGNIFICA ESSERE CAPACI DI AUTO-REGOLARSI? E COME LO SI IMPARA?

L’autoregolazione può essere definita come la capacità di controllare i propri impulsi, regolare le emozioni, modulare il comportamento, rispondere efficacemente alle richieste ambientali e della vita di tutti i giorni. È fondamentale al fine di proseguire gli obiettivi e adattarsi all’ambiente.  Si sviluppa fin dalla prima infanzia e matura durante la crescita, fino all’età adulta. Risulta correlata al benessere, alla capacità di relazionarsi, ai successi scolastici.

L’abilità di autoregolazione cognitiva può essere misurata attraverso la somministrazione di test, che implicano il coinvolgimento delle funzioni esecutive come la memoria di lavoro, l’inibizione e l’attenzione sostenuta. Tali componenti cognitive impattano sulla capacità quotidiana di organizzarsi e mantenere il focus sui compiti da svolgere (es. lo studio).

Le abilità di autoregolazione emotiva e comportamentale possono essere osservate nella nostra vita quotidiana ed entrano in gioco quando perseguiamo uno scopo o un comportamento (es. ricerca di gratificazione, capacità di posticiparla, modulazione emozioni).

L’autoregolazione in adolescenza

L’adolescenza è caratterizzata della ricerca di sensazioni forti, da un controllo degli impulsi ancora non maturo e da una maggiore propensione al rischio. Quando l’adolescente è in uno stato di alterazione, eccitazione o stanchezza le sue capacità di autocontrollo non sono ancora del tutto consolidate.  La dissociazione temporanea nella maturazione delle regioni prefrontali e del cervello subcorticale, tipica di questa fase evolutiva, comporta una diminuzione delle capacità cognitive di regolazione delle emozioni (Siegel, 2013).

Cosa possono fare i genitori (e anche gli insegnanti) per favorire l’autoregolazione negli adolescenti? 

  • SINTONIZZARSI con le emozioni dell’adolescente: come sta? attraverso il comportamento poco regolato cosa vuole comunicarci?

 

  • FARE RETE: la comunicazione aperta tra genitori insegnanti permette di creare alleanze di lavoro ed il presupposto affinchè ogni proposta di lavoro scolastico risulti credibile per il ragazzo

 

  • ESSERE UN ESEMPIO: il comportamento dell’adulto risulta essere un modello per il ragazzo che osserva, spesso solo condividere lo stesso ambiente con una persona che fa un’attività diversa dalla nostra ci permette di acquisire delle competenze e delle abilità, anche solo con un’osservazione distratta. Come adulti siamo modelli di autoregolazione cognitiva ed emotiva?

 

  • STIMOLARE LA CONSAPEVOLEZZA DI SE’: spesso i ragazzi che adottano comportamenti poco regolati faticano a riflettere su si sé e di conseguenza a capire cosa fare. Non scelgono, reagiscono. Creiamo per loro occasioni di riflessione per fermarsi e guardarsi: chi voglio essere?

 

  • CREARE ABITUDINI: per cambiare un’abitudine serve apprendere un nuovo schema che va ripetuto più volte allo stesso modo (es. decido di iniziare tutti i giorni i compiti alla stessa ora) per favorire l’interiorizzazione. Cerchiamo di stimolare poche ma semplici abitudini ed evitiamo di cambiare continuamente strategie.

 

  • CHIEDERE AIUTO: se vi rendete conto che da soli non ce la fate, che si alimentano reazioni disfunzionali nella famiglia…chiedete aiuto!

Dott.ssa Elisa Tomasoni

Psicologa

 

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