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La richiesta

Motociclista investito a Montello, negati i domiciliari a Belotti: resta in carcere

È accusato di avere speronato volontariamente la moto Bmw del 55enne Walter Monguzzi, provocandone la morte

Montello. Il gip ha respinto la richiesta degli arresti domiciliari avanzata dagli avvocati di Vittorio Belotti, accusato di avere speronato con la sua Fiat Panda la moto Bmw del 55enne Walter Monguzzi, provocandone la morte.

Belotti, 49 anni, operaio incensurato di Montello, aveva ammesso il contatto tra l’auto che guidava e la moto della vittima, ma sarebbe stato del tutto “involontario”, aveva detto al gip Riccardo Moreschi lo scorso 2 novembre, quarantotto ore dopo il fatto. L’accusa formulata dal pm Letizia Aloisio è di omicidio volontario, confermata dal gip nonostante la richiesta della difesa – retta dagli avvocati Andrea Pezzotta e Nicola Stocco – di ‘alleggerire’ il reato riqualificandolo in omicidio stradale.

Al gip l’indagato ha detto di essere scappato perché ha avuto paura, fornendo la sua personale ricostruzione dei fatti. Ovvero che, in seguito alla lite al semaforo, il motociclista avrebbe sferrato dei calci alla sua Panda e si sarebbe affiancato all’auto. L’urto sarebbe quindi avvenuto in modo fortuito una volta scattato il verde, senza nessuna intenzione da parte dell’automobilista di provocare una caduta. Alcuni testimoni, invece, hanno riferito ai carabinieri che l’operaio avrebbe tentato più volte di speronare la vittima.

Il tutto si sarebbe svolto in pochi minuti e nell’arco di una cinquantina di metri: dalla rotonda di via Papa Giovanni a Montello, dove si è verificata la mancata precedenza, al semaforo poco più avanti, dove i due hanno discusso e il motociclista sarebbe poi stato speronato.

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