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Gorlago

Abusi su baby modella, il titolare dell’agenzia: “Falso, vuole vendicarsi per i book fotografici”

La difesa chiede l'assoluzione per V.L., 61 anni, accusato anche da una 15enne. Per il pm merita 8 anni

Bergamo. La difesa ha chiesto l’assoluzione per V.L., 61 anni, ex titolare di un’agenzia di modelle a Gorlago, accusato di violenza sessuale e in subordine di atti sessuali con minorenne. Il pubblico ministero Laura Cocucci, durante l’udienza dello scorso 9 novembre, aveva chiesto per l’uomo 8 anni di reclusione, parlando di un caso riconducibile al fenomeno ‘Me too’, espressione nata nel 2017 dopo le denunce di molestie e abusi sessuali che molte attrici di Hollywood hanno rivolto al produttore cinematografico Harwey Weinstein. Un fenomeno in cui “più persone offese in ambito e contesto lavorativo – aveva spiegato in aula il pm – hanno avuto il coraggio di dire ‘sì, è successo anche a me'”.

Una tesi non condivisa dall’avvocato Federico Viviani, difensore dell’imputato: “Le persone che hanno denunciato o riferito comportamenti sospetti non c’entrano nulla l’una con l’altra, e nemmeno le denunce traggono forza l’una dall’altra. Il pm ha anche sentito altre ragazze e nessuna ha detto nulla. Anzi, c’è chi si è detta sorpresa dalle accuse mosse al mio assistito. Ragion per cui, il caso in esame non ha nulla a che vedere con il fenomeno ‘MeToo’“.

L’agenzia era solita pubblicizzare su internet corsi di formazione per aspiranti modelle: ore passate tra lezioni di portamento e book fotografici. Ed è proprio a questi annunci che hanno risposto alcune delle ragazze che accusano il 61enne: una di loro, all’epoca dei fatti, soltanto 15enne e con una delicata situazione personale e familiare alle spalle.

Nel suo caso la denuncia era partita d’ufficio, dopo una visita in ospedale durante la quale erano stati osservati sulle parti intime i segni delle presunte violenze. Le stesse che la ragazzina ha detto di avere ripetutamente subìto durante un corso di tre giorni al quale aveva partecipato nel luglio 2018, stordita anche dall’uso di alcolici.

La giovane, arrivata apposta da fuori regione, si era fermata a dormire nei locali messi a disposizione dall’agenzia, come altre ragazze del corso. “Il certificato medico è la principale fonte di prova, ma chi ha effettuato la diagnosi parla di ‘riferita violenza sessuale’. Tradotto – suggerisce l’avvocato – i medici stanno dicendo che non sanno se quanto sostiene la giovane è vero, ma che la sua versione non è incompatibile con quanto hanno trovato”. Arrossamenti e dolori, “ma nessuna lesione”, sottolinea il legale.

La 15enne era stata ascoltata in incidente probatorio, tre mesi dopo i fatti. “Ha parlato della sua passione irrefrenabile per la moda, un’aspirazione condivisa con la madre che la manda a un provino qualche giorno prima di partecipare al corso – ricostruisce Viviani -. Abbiamo dei video, sia del provino che del corso, e in entrambi i filmati gli atteggiamenti della giovane sono simili, nonostante le presunte violenze dovevano già essere state consumate. In quei tre giorni – osserva – non ha mai un’indisposizione e non ritiene di avvertire nessuno. Ha il coraggio di dirlo alla madre solo due giorni dopo, quando le era già stato detto che non avrebbe ricevuto nessun book fotografico e che il suo sogno di diventare modella non era ancora maturo” (l’ex direttore dell’agenzia – che non si è mai voluto fare interrogare – ha sempre negato le accuse parlando di una “vendetta” nei suoi confronti). Poco tempo dopo, la ragazzina sarebbe anche andata a Roma per partecipare a un altro corso da modella. “Lo ha fatto da sola. Come poteva pensare di farlo dopo quello che è successo?”, domanda in aula l’avvocato.

In tutta questa vicenda – sempre secondo la difesa – la madre della giovane avrebbe un ruolo determinante, visto che avrebbe spinto la figlia a denunciare. Secondo il racconto dell’avvocato Viviani, in passato la donna avrebbe prodotto una lunga serie di denunce per alcuni presunti episodi di violenze sessuali subiti dalla figlia e non solo, senza mai ottenere grandi risultati.

La ragazzina – che agli inquirenti ha anche mostrato dei messaggi sospetti tra lei e il direttore dell’agenzia – non è però l’unica ad accusarlo. Una donna, chiamata in veste di testimone, avrebbe subito molestie nel 2015; mentre una 21enne aveva presentato querela nel novembre 2017. In cerca di un posto da addetta alle pulizie – secondo la sua versione – l’imputato l’avrebbe convinta a lanciarsi nell’esperienza da modella e durante un servizio fotografico le avrebbe palpeggiato il seno e i glutei. La ragazza ha poi ritirato la querela: sopraffatta dalla paura, secondo l’accusa, di non riuscire a far valere le proprie ragioni in tribunale; per semplice assenza di prove sostiene invece la difesa, che durante l’udienza ha anche citato il caso del regista Fausto Brizzi, indagato per violenza sessuale e poi assolto in seguito alle denunce presentate da tre donne che avrebbe invitato nel suo loft per un provino.

Il collegio presieduto dal giudice Giovanni Petillo andrà a sentenza il 21 dicembre.

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