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L'intervento

Terzi: “Iran, ancora violenza sulle donne e manifestanti. Quando la fine della teocrazia islamista?”

Il senatore bergamasco Giulio Terzi: "Se l’Europa ha un significato, è anche per rivendicare e difendere i diritti di chi scende in piazza per tentare di garantire un futuro più luminoso e libero per i propri figli"

“I valori dell’Unione Europea sono inscritti nell’articolo 2 del trattato, e – insieme con la Carta dei diritti fondamentali – ne costituiscono la vertebratura “costituzionale”. Ebbene, credo che dovremmo essere maggiormente consapevoli di ciò che di importante abbiamo raggiunto come Unione, ma nel contempo credo anche che dovremmo anche trasmettere questi valori ai nostri interlocutori internazionali con maggiore consapevolezza e assertività, esponendoci per garantire il rispetto dei diritti fondamentali dell’essere umano.

Promuovere i valori europei significa – per me, oggi – anche dare un sostegno forte alle donne #iraniane nelle loro fondamentali rivendicazioni di libertà dai gravissimi condizionamenti che stanno subendo nel loro paese: dobbiamo manifestare loro una nostra vicinanza, e fargli sentire *il peso politico dell’Unione Europea* e dei suoi Stati membri nel pretendere il rispetto di valori comuni, in una prospettiva di solidarietà e di vicinanza alle loro battaglie.

Dobbiamo avere la forza dell’ottimismo ragionevole della vincitrice del Premio Nobel per la Pace Shirin Ebadi e della giornalista e attivista Masih Alinejad, fondatrice del movimento “White Wednesday”, che nei giorni scorsi hanno ribadito la fiducia nel crollo del regime teocratico. Nonostante la repressione, Shirin Ebadi ha detto: “So che l’Iran sarà democratico, anche se non posso dare una data adesso: forse tra sei mesi, forse tra qualche anno. Non si possono prevedere davvero i cambiamenti sociali: ma so che ciò accadrà”.

Da mesi, ormai, anche il semplice essere donna è diventato un vero e proprio rischio in Iran: le manifestazioni si susseguono senza sosta, le donne più che legittimamente si levano il velo in pubblico come simbolo di libertà, e – però – la repressione da parte della teocrazia islamista al potere si fa sempre più feroce, e la notizia che sta circolando, della presunta abolizione della Polizia morale religiosa, peraltro non confermata dalle autorità di Teheran, non sta placando le proteste dei cittadini.

Credo – e concludo – che un ruolo più incisivo dei parlamenti nazionali e anche dell’Unione Europea nel sostenere la sete di cambiamento dello straordinario popolo iraniano, sia pienamente giustificato e auspicabile: se l’Europa ha un significato, è anche per rivendicare e difendere i diritti di chi – senza paura per le minacce, le ritorsioni e le brutali violenze – scende in piazza per tentare di garantire un futuro più luminoso e libero per i propri figli”.

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