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Sanità

Bergamo, il viaggio di Report nelle case di comunità: “I medici? Speriamo ci saranno” fotogallery

Le telecamere del noto programma giornalistico d'inchiesta sono andate a vedere come stanno funzionando le strutture che dovrebbero essere il fulcro della nuova sanità territoriale, disegnata con i fondi del Pnrr

Bergamo. “I medici di famiglia? Ci saranno. Spero che ci saranno”. Così Maria Beatrice Stasi, direttore generale dell’Asst Papa Giovanni, risponde alla giornalista di Report che le chiede conto delle nuove Case di Comunità inaugurate in provincia di Bergamo, definite dal noto programma televisivo d’inchiesta delle “scatole vuote”.

“Ben vengano, ma per farle funzionare servono persone”. In questo caso medici, aveva ammonito il sindaco Giorgio Gori lo scorso 25 febbraio, giorno dell’inaugurazione della prima Casa di Comunità a Borgo Palazzo. “Una giornata comunque importante – aveva aggiunto – nell’ottica di un potenziamento della sanità territoriale dopo il Covid”.

Il servizio di Report ruota attorno a una domanda. Dopo due anni di pandemia, in Italia 3 miliardi del Pnrr verranno investiti in 1.350 case e in 400 ospedali di comunità. Ma dentro chi ci lavora? All’interno di queste strutture dovrebbero esserci “equipe di medici di medicina generale, pediatri, medici specialisti, infermieri e altri professionisti della salute che operano in raccordo anche con la rete delle farmacie territoriali – riporta il sito di Regione Lombardia -. Sono un punto di riferimento continuativo per i cittadini, che possono accedere gratuitamente alle prestazioni sanitarie erogate”, tra attività di assistenza primaria e di prevenzione.

I medici di base, dunque, ricoprono un ruolo centrale, ma a distanza di quasi un anno a che punto sono queste strutture? Ferme al taglio del nastro o poco più, si direbbe guardando il servizio andato in onda lunedì sera (5 dicembre) su Rai 3. La giornalista Claudia di Pasquale è stata all’interno del presidio di via Borgo Palazzo. Risultato: niente medici di base e neanche la certezza di potere avere un appuntamento con la guardia medica. Così riferiscono i dipendenti della struttura.

“Ancora non c’è il nuovo accordo collettivo dei medici di famiglia in cui viene normata la loro presenza all’interno delle case di comunità – ha spiegato Paola Pedrini, segretario generale della Fimmg Lombardia (Federazione italiana medici di medicina generale)  -. Quindi, in realtà, le case di comunità stanno andando avanti a fare quello che facevano prima, quando ancora non venivano chiamate così”. La situazione, per ora, non sembra granché diversa anche nelle altre case di comunità inaugurate da Regione Lombardia in provincia: da Calcinate a Gazzaniga fino a Sant’Omobono Terme.

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