Morengo. La lite, poi uno schiaffo che le ha fatto cadere gli occhiali. Non era la prima volta che Ernest Emperor Mohamed picchiava la sua compagna, Sandra Fratus. Venerdì sera la donna, dopo l’ennesimo litigio, ha preso un coltello e l’ha affondato nel petto del compagno, uccidendolo.
Lunedì mattina si è tenuto l’interrogatorio di convalida in carcere: Fratus, 51 anni, accusata di omicidio volontario aggravato dal rapporto di convivenza, ha raccontato al Gip la sua versione dei fatti. La stessa che aveva fornito ai carabinieri e al pubblico ministero Emma Vittorio la sera dell’arresto. “Non posso credere di averlo ammazzato, io lo amavo”, ha detto al pm.
La coppia conviveva dallo scorso maggio nel piccolo appartamento di via Umberto I, a Morengo. Dopo un periodo di detenzione in Francia per questioni di droga, il nigeriano, 30 anni, era tornato in Italia ed era andato ad abitare insieme a Sandra, che frequentava, tra alti e bassi, da circa 5 anni. Una relazione travagliata, i due spesso litigavano e lui alzava le mani. In sei mesi i carabinieri sono intervenuti tre volte, chiamati dai vicini che attraverso le mura di quel caseggiato a ringhiera, sentivano le urla.
La donna ha dichiarato di essere andata più volte in pronto soccorso, in seguito alle botte ricevute dal compagno, ma non ha mai voluto sporgere denuncia.
Venerdì sera Sandra Fratus aveva fatto uso di sostanze stupefacenti. Il pm ha disposto l’esame tossicologico per stabilire quale e quanta droga avesse assunto. Con ogni probabilità anche Ernest Emeperor Mohamed era nella stessa condizione. Lei aveva preparato la cena, gliel’aveva lasciata nel piatto. Quando il 30enne è rincasato, tra i due è scoppiata una lite per motivi banali. Ma dalle parole nel giro di poco il nigeriano è passato alle mani ed ha schiaffeggiato la compagna.
È a quel punto che Sandra Fratus ha impugnato un coltello che si trovava sulla tavola, ancora apparecchiata, e l’ha colpito. Un unico fendente, letale. Sarà l’autopsia, che non è ancora stata disposta in quanto i carabinieri stanno cercando di rintracciare i familiari dell’uomo, a stabilire quale sia la parte vitale raggiunta dalla lama.
Mohamed, ricevuto il colpo, è stramazzato a terra, agonizzante. La donna ha cercato di rianimarlo, ha chiamato suo figlio, 23 anni, che ha avvertito il 112. Sul posto sono arrivati i sanitari e i carabinieri della Compagnia di Treviglio: i primi hanno dichiarato il decesso del nigeriano, i secondi hanno arrestato la 51enne.
Il pubblico ministero non ha contestato i futili motivi: non era la prima volta che Sandra Fratus veniva picchiata e i maltrattamenti subiti in passato possono aver inciso sul suo comportamento.
Assistita dall’avvocato Vanessa Bonaiti, la donna durante l’interrogatorio in carcere ha risposto alle domande del gip, che si è riservata sulla convalida dell’arresto e sulla misura cautelare. “La mia assistita ha confermato la sua versione dei fatti ed ha risposto puntualmente alle domande del Gip, nonostante fosse ancora traumatizzata e molto dispiaciuta per quanto accaduto. Lei comunque teneva molto al suo compagno, non si capacita ancora di ciò che è successo – dichiara l’avvocato -. Voglio sottolineare la grande sensibilità da parte delle forze dell’ordine e della procura nei confronti di Sandra Fratus. Hanno agito in modo molto rispettoso”.
commenta