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Trekking e rifugi

Il Monte Ubione, una vetta contesa fra guelfi e ghibellini

Posta all'inizio della Valle Imagna a ridosso dell'abitato di Clanezzo, la cima si erge con i suoi 895 metri sul livello del mare consentendo di godere la bellezza delle Alpi a pochi minuti dalla città

La ridotta altezza non rende meno affascinante il Monte Ubione rispetto ad altre vette delle Prealpi Orobiche. Posta all’inizio della Valle Imagna a ridosso dell’abitato di Clanezzo, la cima si erge con i suoi 895 metri sul livello del mare sopra la vicina Pianura Padana consentendo ad escursionisti ed appassionati di montagna di godersi la bellezza delle Alpi a pochi minuti dalla città.

Nonostante la distanza dalle altitudini più elevate, l’Ubione racchiude dentro le sue pietre numerose storie a partire dalla leggendaria rocca che, secondo la tradizione, risalirebbe addirittura al X secolo quando Attone di Guiberto, conte di Lecco, avrebbe provveduto a fortificare l’intera zona.

Inserito in un sistema difensivo che comprendeva anche il castello di Clanezzo, il maniero divenne nel corso dei secoli uno dei principali centri del ghibellinismo orobico legata a doppio filo all’adiacente Val Brembilla da dove, nel corso del Tardo Medioevo, partivano le rappresaglie nei confronti dei Guelfi.

Difesa da circa diciannove soldati come riportato da un documento risalente al 1379, il fortilizio fu al centro delle vicende che interessarono i Brembillesi, alleati al Ducato di Milano, e la Repubblica di Venezia a cavallo fra il 1442 e il 1443.

A seguito delle incursioni da parte dei Brembillesi nell’abitato di Lemine Superiore e delle diverse angherie compiute nei confronti della popolazione locale, la Serenissima decise di intervenire distruggendo il borgo d’origine e le fortificazioni di loro appartenenza oltre a costringerli a lasciare le proprie terre per attraversare l’Adda.

Del castello sul Monte Ubione rimasero soltanto alcuni ruderi e una traccia storica che attira i numerosi escursionisti che raggiungono l’agriturismo Cascina Belvedì (415 metri) e intraprendono il sentiero CAI numero 571, noto anche come “Periplo della Valle Imagna”.

Un tracciato che sale gradualmente fra i boschi di castagno e che ricalcano nella prima fase il Sentiero del Partigiano “Angelo Gotti”, dedicato al giovane partigiano appartenente alla brigata Fiamme Verdi “Primo Maggio” e ucciso il 23 novembre nei pressi di Cascina Como, proprio ai piedi dell’Ubione.

Dopo pochi minuti di camminata ci si trova di fronte a un bivio e piegando verso destra si abbandona definitivamente il percorso intitolato al componente della formazione “Val Brembo” e si affronta la prima parte della ripida ascesa che conduce alla vetta.

Dopo circa mezz’ora di camminata infatti si incontrano le strutture dell’ex bacino idrico ENEL, oggi abbandonato con tanto di vasche semi-interrate che consentono all’appassionato di trekking di respirare prima di raggiungere il Passo della Regina (744 metri) e intraprendere l’ultimo strappo.

Uno sforzo di circa un quarto d’ora che può apparire arcigno per coloro che si avvicinano per la prima volta al mondo della montagna, ma attraverso uno sforzo ridotto consente di raggiungere la meta dove svetta un’elevata croce, punto d’arrivo per una camminata lunga un’ora e distribuita su quasi tre chilometri puntellati da poco più di cinquecento metri di dislivello.

Un percorso accessibile a chiunque e che consente di ammirare nelle giornate più limpide le valli Imagna e Brembana dove sino a qualche secolo fa guelfi e ghibellini si scontravano per aver il predominio del territorio.

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