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Bergamo

“Turista americana violentata dal padrone di casa”: condannato a 3 anni e 4 mesi

La giovane, all'epoca 25enne, aveva affittato un appartamento Airbnb e accettato di trascorrere la serata col proprietario. Poi gli abusi

Bergamo. Tre anni e quattro mesi di carcere. È la condanna che il collegio presieduto dal giudice Donatella Nava ha stabilito per A.S., sessantenne di origine peruviana denunciato per violenza sessuale da una turista americana in soggiorno a Bergamo.

I fatti risalgono alla notte tra il 16 e il 17 aprile 2019. La giovane, newyorkese, all’epoca 25enne, si era trasferita a Berlino per motivi di studio e stava rientrando in Germania dopo un viaggio in Grecia. Atterrata a Orio al Serio, doveva ripartire il giorno dopo. Attraverso il portale Airbnb aveva prenotato un posto letto in un affittacamere di via San Bernardino. Ad accoglierla c’era il proprietario, A. S., che dopo averle mostrato la stanza l’aveva invitata a cena. I due erano andati a mangiare in un ristorante di piazza Pontida. Controvoglia, sostiene lei: l’aveva fatto per gentilezza, per non farlo rimanere male. Sta di fatto che avevano bevuto parecchio e prima di rientrare in appartamento avevano fatto tappa in un bar per consumare altri drink. Tornati in casa, secondo il racconto della 25enne, l’uomo aveva cercato di baciarla, poi l’aveva girata, spogliata e violentata su un tavolo all’ingresso dell’abitazione.

Diametralmente opposta la versione dell’imputato. Nell’udienza dello scorso 27 ottobre, aveva raccontato al giudice la sua versione dei fatti, parlando di una bella serata in compagnia della ragazza, con qualche bacio ed effusione ma senza alcuna violenza, anche a causa della sua presunta disfunzione erettile. Per questa ragione il suo avvocato, Enrico Cortesi, ne aveva chiesto l’assoluzione perché il fatto non sussiste, chiamando a testimoniare anche il medico che gli aveva prescritto in diverse occasione del Viagra e al quale A.S. si era rivolto, dopo i fatti, per un certificato in cui si attestava il suo problema.

Il collegio, però, ha ritenuto credibile la versione della ragazza, accogliendo quasi totalmente la richiesta iniziale del pubblico ministero Fabio Magnolo, ovvero tre anni e nove mesi. Nel corso del processo, il pm aveva evidenziato come la ragazza – subito dopo il fatto, in piena notte – avesse telefonato in lacrime alla madre e a un’amica (dicendo di essere stata “forzata, non è riuscita a dire violentata”) e contattato il mattino seguente anche la piattaforma Airbnb (“affinché, vi prego, fate in modo che questa persona non lo possa fare più”).

Alla lettura della sentenza l’imputato – mediatore culturale e per un periodo membro del Tavolo per le pari opportunità in Provincia – è scoppiato in lacrime. Oltre alla condanna a tre anni e quattro mesi, il tribunale di Bergamo ha stabilito nei suoi confronti un’interdizione di cinque anni dai pubblici uffici e un risarcimento di 10 mila euro.

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turista Photo by Gabrielle Henderson on Unsplash
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