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In procura

Grumello, ucciso a martellate per un’auto: l’ex fidanzato della figlia verso il processo

Indagini chiuse sull'omicidio di Anselmo Campa, l'imprenditore di 56 anni ammazzato il 19 aprile scorso: il pm Maria Esposito ha chiesto il rinvio a giudizio di Hamedi El Makkaoui, 24 anni, con l'aggravante dei futili motivi

Grumello del Monte. Indagini chiuse sull’omicidio di Anselmo Campa, l’imprenditore di 56 anni ucciso a martellate il 19 aprile scorso nel suo appartamento di via Nembrini a Grumello del Monte. Il pubblico ministero Maria Esposito ha chiesto il rinvio a giudizio di Hamedi El Makkaoui, il 24enne ex fidanzato della figlia della vittima.

Quindi non giudizio immediato (senza udienza preliminare) ma procedimento tradizionale, nonostante l’evidenza delle prove raccolte e la confessione dell’indagato.

Dopo che il giovane di origine marocchina, chiamato da tutti in paese “Luca”, ammise il delitto davanti agli inquirenti, nel suo armadietto al lavoro furono ritrovate le chiavi, il portafoglio della vittima e i pantaloni che indossava durante i fatti, mentre era stato lui stesso a condurre gli investigatori nel luogo dove aveva gettato il martello e gli abiti sporchi di sangue, sulla riva del fiume Oglio. Reperti su cui sono state effettuate analisi biologiche che non hanno evidenziato tracce diverse dalle sue e da quelle della vittima.

Nella richiesta del pm ci sarà anche l’aggravante dei futili motivi. Il ragazzo avrebbe infatti ucciso il padre della sua ex, sulla base di quello che ha dichiarato lui stesso, a causa di un’auto, una Renault Clio rossa, concessagli in uso dallo stesso Campa anni fa, per la quale aveva versato circa cinquemila euro.

Dato che il proprietario voleva venderla a un conoscente, l’assassino aveva chiesto la restituzione del denaro che aveva già versato per riscattarla, che gli era stato però negato in malo modo dalla vittima, scatenando così la sua furia omicida lo scorso 19 aprile.

Nell’interrogatorio di convalida il 24enne aveva spiegato di essersi recato quel pomeriggio da Campa per riportare dei vestiti della figlia che aveva ancora a casa.

Nell’appartamento di via Nembrini l’imprenditore gli aveva chiesto indietro la Clio. Il giovane gli avrebbe risposto di rivolere a sua volta dei soldi che gli aveva versato come una sorta di rata della vettura.

A quel punto i due avrebbero iniziato a discutere scambiandosi insulti reciproci fino a quando El Makkaoui ha impugnato un martello che ha trovato su uno scaffale e ha colpito l’uomo con diversi colpi facendolo cadere a terra. Poi la colluttazione, seguita da altre martellate, fino alla morte di Campa.

Dopo l’omicidio il 22enne si era cambiato i vestiti ed era andato al lavoro, in una ditta di installazioni elettriche a Telgate, come se nulla fosse.

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