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A bergamoscienza

David Quammen: “Teorie complottiste? Ripartiamo dall’educazione e da un pensiero critico rinnovato”

Il saggista e divulgatore scientifico statunitense ha presentato il suo “Senza respiro”, in un dialogo con Giorgio Gori e Agnese Collino. "Il futuro? Esiste un possibile pericolo aviaria"

Bergamo. “Ripartiamo educando i bambini nella scienza e nel pensiero critico”. Guarda al futuro David Quammen, saggista e divulgatore scientifico statunitense, che lunedì 21 novembre ha presentato a BergamoScienza il suo “Senza respiro” (edito da Adelphi), in un dialogo con Giorgio Gori (sindaco di Bergamo) e Agnese Collino (COSI – Comitato Organizzativo Scienza Innovazione dell’Associazione BergamoScienza).

Una pubblicazione con la quale ripercorre la storia del Covid-19, attraverso conversazioni e scambi di idee con diversi scienziati. Un ritorno alle origini, con uno sguardo però volto al futuro, per affrontare al meglio il prossimo (possibile) spillover. Un salto di specie (“Spillover”, appunto), che ha dato il titolo al saggio più famoso di Quammen, pubblicato nel 2012 e passato inosservato, fino a diventare punto di riferimento ad inizio 2020, nei mesi più duri della pandemia.

Una pandemia che ha colpito duro il Nord Italia, e Bergamo in particolare. “Ho pensato molto a voi – confessa Quammen al numeroso pubblico presente in Auditorium di Piazza della Libertà – ho seguito ciò che è accaduto ad inizio 2020, sono contento di poter essere qui ed aiutarvi a comprendere meglio ciò che può essere successo”. Un tragico evento che ha provocato (ad oggi) oltre sei milioni e mezzo di morti nel mondo.

Una pandemia mondiale che ha visto il suo epicentro proprio in Lombardia, a Bergamo. Ma come può essere successo? “Bad luck (sfortuna)” – ha spiegato l’autore – le cause possono essere state diverse. Forse la presenza di un aeroporto e la presenza di viaggiatori, businessman e turisti che hanno avuto contatti con la Cina e con Wuhan in particolare. Oppure Atalanta-Valencia di Champions League a San Siro (ma non ci sono evidenze). Altre ragioni possono essere l’industrializzazione e l’inquinamento, oppure la presenza di famiglie con nuclei numerosi. Alla base, però, c’è la sfortuna. Il virus si è radicato in Lombardia prima che qualcuno se ne rendesse conto e che potesse fare qualcosa, a causa di una diffusione capillare tra persone asintomatiche”.

Sfortuna, ma anche “mancanza di immaginazione”. “Chiesi a Ali Khan, preside del College of Public Health della facoltà di medicina dell’Università del Nebraska, cosa fosse andato storto con il Covid-19 e lui mi rispose ‘per mancanza di immaginazione’”. Assenza di immaginazione che non ha permesso di pensare a quanto elevato potesse essere il costo in termini di vite umane: alla base ci sono l’impreparazione dei governi nazionali, l’azione lenta dell’OMS e l’assenza di forti misure preventive di contenimento. Le informazioni c’erano sempre state, gli scienziati l’avevano previsto, ma non c’è stata alcuna azione preventiva.

Sulle origini di Sars-Cov2, però, David Quammen non offre una conclusione precisa. “Il salto di specie, cioè un’origine naturale del virus, rimane la più plausibile e realistica. Un virus naturale, presente in un pipistrello, trasmesso all’uomo forse tramite il cibo”. Sulle altre ipotesi complottiste, come ad esempio un incidente di laboratorio o un virus creato artificialmente, Quammen sottolinea come “non abbiano alcuna evidenza empirica”.

Sul futuro, poi, non fa previsioni. “Non dimentichiamoci che Sars-Cov2 è ancora presente, non scomparirà, quindi dovremo ancora fare i conti con la sua presenza. Continuerà a diffondersi e a rimanere pericoloso”. Guarda anche ad una possibile, che lui vorrebbe improbabile, nuova epidemia. “Sul futuro non si possono fare previsioni. Tuttavia, esiste un’elevata epidemicità dell’aviaria, che si diffonde in alcuni casi dagli uccelli ai mammiferi. Non ha ancora intaccato l’uomo, ma rimane pericoloso perché alcune mutazioni casuali possono essere più efficaci nell’infettare gli esseri umani, provocando in seguito una pandemia anche maggiore rispetto a quella che abbiamo appena vissuto”.

Le soluzioni, però, sono già presenti. “Servono prevenzione e sorveglianza attiva, attraverso una collaborazione internazionale che possa individuare nel più breve tempo possibile il prossimo spillover. Sorveglianza da effettuare in particolare negli ambienti dove l’uomo è sempre a contatto con gli animali, come foreste, mercati di animali o allevamenti. Rintracciare persone infette prima del manifestarsi della malattia, per bloccare sul nascere il salto di specie”.

Quammen però ammette anche i suoi dubbi: “Non so se saremo preparati, c’è ancora molto lavoro da fare”. Rimane però l’importanza fondamentale dei vaccini (“le prove NoVax non hanno alcuna evidenza scientifica, i vaccini sono sicuri e fanno del bene a sé e agli altri”) e di uno sguardo ottimista volto al futuro. “Utilizziamo il pensiero critico in merito a quello che leggiamo in Rete. Ripartiamo poi dai bambini, con un’importanza rinnovata dello studio della scienza e, soprattutto, del pensiero critico”.

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