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La chiusura

Il ministro Urso chiude i lavori del festival Bergamo Città Impresa

Quella del 2022 è stata definita Young Edition per la grande partecipazione di giovani da tutta Italia

Stezzano. “Bisogna realizzare un braccio di politica industriale che consenta agli imprenditori di realizzare i loro progetti con un aiuto finanziario dallo Stato, attraverso Cassa Depositi e Prestiti”. Questo il messaggio forse più significativo lanciato dal neoministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso dal palco del Città Impresa a Bergamo.

Intervenendo sul tema “L’auto elettrica e le decisioni di Bruxelles”, Urso ha ragionato a tutto campo sul fatto che, a fianco allo strumento del Golden Power, fondamentale per bloccare, per quanto riguarda le imprese, operazioni contrarie all’interesse nazionale, serve anche un modo per far sì che, evitato l’intervento estero, un’industria strategica possa crescere e portare avanti il suo sviluppo con delle risorse finanziarie in più.

Il Ministro ha annunciato la convocazione di un tavolo sull’automotive che coinvolgerà tutti gli interlocutori chiave, il 5 dicembre, e da lì ogni 3 mesi, “perché sia strumento di confronto e non solo di ascolto”. Con l’obiettivo, più in generale, di raggiungere la decarbonizzazione “ma senza ideologie, partendo dal principio della neutralità tecnologica per coniugare transizione con riconversione”.

Si è chiuso così il Festival che ha animato la città di Bergamo dal 18 al 20 novembre. Ma nella mattinata di domenica, al Kilometro Rosso, si è parlato anche di Guerra e globalizzazione con Romano Prodi, già presidente della Commissione europea e già presidente del Consiglio.

Interrogato dai giovani, Prodi ha sottolineato che “Putin tornerà indietro solo attraverso l’intervento della Cina. Al vertice di Bali si è fatto un grande passo avanti da non sottovalutare, Biden e Xi Jinping in tre ore hanno parlato senza dubbio di Ucraina. La pace può avvenire solo se c’è un accordo fra loro due”.

Nei tre giorni sono stati l’energia, le politiche industriali, il Pnrr, la sostenibilità e la globalizzazione alcuni fra i grandi temi tornati sotto ai riflettori. Il Città Impresa si è posto l’obiettivo di essere, come ogni anno, sede di dibattito sull’economia, la politica e la società e raccontare i territori industriali.

Il Festival si è impegnato a ragionare sulle trasformazioni che riguardano comparti produttivi strategici, come l’automotive, ma anche più in generale sui cambiamenti del mondo del lavoro e della pubblica amministrazione. Particolare attenzione, in questa edizione, è stata data ai numerosissimi giovani provenienti da tutta Italia che hanno affollato la città nel weekend degli eventi, tanto da poterla definire una Young edition: ampio spazio infatti è stato riservato alle loro domande nel corso degli eventi.

All’evento ha preso parte anche Giorgio Gori, sindaco di Bergamo: “L’appuntamento 2022 del Festival Bergamo Città Impresa cade in un momento particolare, non solo per la città, ma anche per il nostro Paese. Le incognite legate al periodo che stiamo attraversando, infatti, rendono particolarmente interessante questa edizione del Festival, soprattutto alla luce dello spessore degli economisti, degli imprenditori e degli ospiti – di respiro nazionale e internazionale – che saranno chiamati a dare risposte e si alterneranno sui palchi della manifestazione, ma anche per il fatto che l’iniziativa farà da anticamera, per la nostra città, dell’imminente Assemblea nazionale ANCI, prevista alla Fiera di Bergamo pochi giorni dopo, dal 22 al 24 novembre. È un Festival che abbiamo voluto, profondendo un impegno particolare nella costruzione del panel che lo caratterizza come evento nazionale, ma con le radici che affondano nel territorio, che contribuisce in modo significativo alla manifestazione, dimostrando l’attenzione che a Bergamo c’è sui temi della produttività, delle politiche industriali, della sostenibilità e della globalizzazione. Bergamo non solo è la città della ripresa post covid – come hanno dimostrato i dati dell’economia degli ultimi due anni -, ma è soprattutto territorio dai solidi fondamentali produttivi, un export robusto, una manifattura d’avanguardia, la più bassa percentuale di disoccupazione del Paese e una notevole capacità di attrarre fondi del PNRR: ovvio, quindi, che possa essere sede privilegiata di un confronto sui grandi temi che attanagliano l’economia del nostro Paese e d’Europa”.

Carlo Mazzoleni, presidente Camera di Commercio di Bergamo, ha dichiarato: “Preziosa è l’opportunità offerta dal Festival Città Impresa per riflettere sui grandi temi riguardanti i comparti produttivi del nostro Paese, e in particolare quelli manifatturieri – soprattutto in un territorio come quello di Bergamo dove la concentrazione di queste attività è straordinariamente elevata. Gli ultimi tre anni sono stati segnati da grandi sconvolgimenti e repentini cambiamenti, economici, sociali e ambientali. A questi elementi si aggiungono le grandi sfide epocali, quali la transizione energetica, la rivoluzione digitale, il futuro dei giovani, il cambiamento climatico, che l’Italia sta affrontando anche con le risorse del Pnrr in un contesto geopolitico che ha già comportato, con il caro energia, l’insorgere dell’inflazione e il rialzo dei tassi di interesse. Per accompagnare il cambiamento serve quindi un profondo dibattito e la condivisione di un progetto per il Paese. Solo in questo modo potranno essere colte le nuove opportunità che ogni crisi porta con sé”.

Giovanna Ricuperati, presidente Confindustria Bergamo: “Festival Città Impresa è un luogo privilegiato di dibattito sui temi legati allo sviluppo delle imprese e del territorio e conferma ulteriormente il suo ruolo in questa difficile fase, che richiede risposte sulle tante emergenze, dai costi energetici alla tensione sull’ approvvigionamento di materie prime e componenti, ai forti segnali di rallentamento dell’economia, ma al tempo stesso anche una visione ampia su aspetti chiave per il settore manifatturiero come la “fame” di competenze, il rafforzamento delle filiere, la spinta all’innovazione per risalire la catena del valore”.

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