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Donizetti conquista la generazione Z: con “L’aio nell’imbarazzo” rompe il tabù del sesso fotogallery

Proiettati in un futuro estremizzato, dove il digitale sembra impedire ogni contatto umano, sono stati conquistati da Donizetti, un ragazzo di duecento anni fa: alla fine, standing ovation

Bergamo. Parlare di sesso e di sentimenti a teatro è possibile, che lo si faccia attraverso la lirica è però un’assoluta e inaspettata novità. Stanno per iniziare le prove aperte de “L’aio nell’imbarazzo” di Gaetano Donizetti e in teatro ci sono circa settecento giovani pronti. L’opera, melodramma giocoso in due atti, tra i primi successi, è il terzo titolo in programma al Donizetti Opera 2022 (20 novembre ore 15.30, 26 novembre e 2 dicembre).

Quando si tratta di rapporti fisici, si toccano anche i sentimenti, che a volte sono dolci, altre dolorosi. Ed è questi ultimi che don Gregorio, padre di Enrico e Pippetto, cerca in tutti modi di risparmiare ai propri figli. Lui che, abbandonato dalla moglie, conosce certe inquietudini, decide di impedire ai figli qualsiasi contatto con il mondo esterno – e, ovviamente, con le ragazze – come antidoto ai dispiaceri della vita.

“Una storia talmente assurda da essere vera”, commenta Francesco Micheli, direttore artistico del festival che ha incontrato il pubblico prima dell’inizio delle generali. Chiede ai presenti – per la maggior parte studenti delle scuole superiori – di farsi sentire e loro hanno risposto, prima, durante e dopo lo spettacolo.

Hanno partecipato, ascoltato, si sono divertiti, con la musica del passato e la prospettiva del futuro. Probabilmente perché non hanno potuto fare a meno di identificarsi nei personaggi della storia, costretti a una specie lockdown forzato da un padre troppo preoccupato dalla vita. E se pensiamo al presente, minacciato da guerre e cambiamenti climatici, dove i pericoli sono a portata di smartphone, è naturale pensare che ogni genitore sarebbe legittimamente preoccupato.

“Ci attende un futuro complesso, difficile – continua Micheli – Ma non per questo bisogna chiudersi in casa”.

La generazione Z decide di uscire e andare a teatro. Proiettati in un futuro estremizzato, dove il digitale sembra impedire ogni contatto umano, sono stati conquistati da Donizetti, un ragazzo di duecento anni fa. Alla fine, standing ovation.  Tutti sono invitati al party nel foyer del teatro. Le emozioni dal vivo e la bellezza di stare insieme hanno vinto.

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