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L'intervista

Aeroitalia e la sfida del lungo raggio: “Bergamo hub per i voli diretti verso Centro e Sud America”

Ugo Calvosa, executive vice-president operation, parla dei progetti della compagnia italiana su Orio: "Faremo una o due tratte anche verso Oriente, probabilmente in India. Ma anche la Cina è una destinazione che ad oggi ha più domanda che offerta"

Orio al Serio. Anche solo per questioni di prestigio, il terzo aeroporto italiano non poteva non essere collegato con Roma.

Da lunedì 14 novembre, grazie all’inizio delle operazioni di Aeroitalia, tra lo scalo di Orio al Serio e quello di Fiumicino sono attivi tre voli giornalieri con la capitale, che dal 9 gennaio vedranno aggiungersi anche una quarta frequenza quotidiana.

Una scelta precisa quella della compagnia fondata nel 2022 da German Efromovich e Marc Bourgade, rispettivamente non-executive chairman ed executive chairman, e guidata da Gaetano Francesco Intrieri, Ceo, Krassimir Tanev, chief commercial officer, e da Ugo Calvosa, executive vice-president operation: partire da un collegamento da sempre richiesto dal territorio bergamasco per mettere radici stabili al “Caravaggio”, le cui potenzialità sono ormai sotto gli occhi di tutti.

Ma le opportunità ci sono da entrambe le parti, perché se è vero che i matrimoni si fanno sempre in due, anche Sacbo ha accolto con favore innanzitutto la rotta sulla capitale, ma anche i progetti futuri che Aeroitalia ha in cantiere già per il prossimo anno: “Ci aspettiamo che portino a compimento lo sviluppo che hanno annunciato, non legato ad alcune tratte ma ad aprire una base che possa soddisfare la richiesta di tutti quei collegamenti che mancano e che quindi sarebbe importante sviluppare per rendere completa l’offerta da Bergamo – ha spiegato Emilio Bellingardi, direttore generale di Sacbo, a margine del battesimo del primo volo Orio-Roma della compagnia – Un progetto sfidante e non facile da realizzare, noi faremo di tutto per aiutarli: siamo usciti dalla logica dell’hub e c’è sempre più il desiderio di collegamenti point-to-point da qualsiasi destinazione”.

Tra le maggiori novità che Aeroitalia è intenzionata a portare a Bergamo, quella che stuzzica di più è senza dubbio il lungo raggio: una prospettiva della quale abbiamo discusso con Ugo Calvosa.

Dottor Calvosa, che tipo di offerta sul lungo raggio si devono aspettare i passeggeri bergamaschi e tutti coloro che fanno riferimento allo scalo di Orio al Serio? 

La nostra attività di linea di lungo raggio sarà rivolta inizialmente a Occidente, nel Centro e Sud America. Faremo una o due tratte anche verso Oriente, ma dipenderà molto anche dall’evoluzione del mercato. La Cina, ad esempio, oggi rappresenta una destinazione dove c’è più domanda che offerta. Probabilmente anche l’India sarà uno dei Paesi che collegheremo. Ma il cuore della nostra attività saranno i Paesi latino-americani, vista anche la provenienza del nostro azionista di riferimento (German Efromovich, ndr, imprenditore boliviano ex Ceo di Avianca Holdings).

Da Orio al Serio che tipo di risposta vi aspettate? Qui ci sono comunità, come quella boliviana, molto grandi e quindi potenzialmente molto interessate. 

Vero, ma il progetto è ancora più ambizioso. Vale a dire rappresentare un hub complementare a quelli esistenti per raggiungere le destinazioni centro-sudamericane. Insieme col lungo raggio c’è lo sviluppo di un network che consenta di feederare su questo aeroporto i passeggeri interessati a queste destinazioni. Quindi sì al traffico etnico generato localmente, ma soprattutto su quelle rotte è importante riuscire a costituire un network attraverso il quale portare su questo aeroporto i passeggeri lì diretti.

A livello temporale c’è una data entro la quale pensate si possano attivare questi collegamenti? 

Stiamo valutando se l’inverno 2023, a un anno da oggi, possa rappresentare una data coerente per partire. Sono programmi attualmente in via di definizione.

Intanto siete partiti con Roma, rotta sempre interessante. 

Una richiesta che arrivava dai passeggeri stessi. La convinzione, vedremo se la realtà ci darà ragione, è che se tu offri un servizio che in termini di frequenze, orari e flessibilità è coerente con le necessità di un passeggero che su questa tratta pare essere soprattutto un passeggero ‘business’ e non lo metti nelle condizioni di dover mixare mezzi di trasporto differenti, il ritorno da un punto di vista di risultato è molto probabile. Viceversa una frequenza isolata all’interno della giornata è probabilmente la ragione per la quale molte delle esperienze passate non hanno mai avuto le condizioni per rappresentare un prodotto che potesse lavorare con continuità, anche se quegli aerei venivano riempiti. Oltretutto su Fiumicino, principale hub internazionale italiano, stiamo anche lavorando per costruire accordi con altre aerolinee per quei passeggeri che partiranno sì da Bergamo, ma senza avere Roma come destinazione finale.

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