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L'intervista

Edilizia senza ricambio generazionale: “Per ogni alunno che esce dalle scuole ne servirebbero quattro” video

Ance Bergamo lancia “Il Futuro è in Cantiere”: progetto che vuole unire imprese e scuole superiori per portare la cultura edilizia nelle aule

Bergamo. Cosa hanno in comune la scuola e un’impresa edile? La risposta è semplice: entrambe costruiscono. La prima forma le menti, la seconda edifica la realtà che ci circonda. L’una è complementare all’altra. E proprio per rinsaldare il legame tra le due nasce a Bergamo “Il Futuro è in Cantiere”, il progetto lanciato da Ance Giovani con l’obiettivo di diffondere la cultura del settore edilizio all’interno delle scuole. Cinque imprese insieme a cinque istituti superiori della bergamasca per un percorso – iniziato a ottobre e che si concluderà al termine dell’anno scolastico – che deve creare valore. Ce ne parlano Federico Roncelli, presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Ance Bergamo e Mario Zinni, vicedirettore della Scuola Edile di Bergamo.

Presidente Roncelli, in che cosa consiste questo progetto e come si sviluppa?

“Questo progetto nasce dalla necessità condivisa delle nostre imprese di avere un ricambio generazionale, che in questi ultimi anni è sempre minore. Da qui è nata l’idea di coinvolgere gli studenti delle scuole superiori in questo percorso che vede lavorare insieme cinque istituti superiori con cinque imprese edili associate ad Ance Bergamo. L’obiettivo è stimolare sempre più ragazzi a intraprendere un percorso nel settore edile. Per farlo abbiamo suddiviso il progetto in due fasi. Una prima fase in cui le imprese andranno nelle aule e presenteranno gli aspetti architettonici e relativi alla progettazione degli interventi ma anche, ad esempio, le difficoltà e i sistemi di sicurezza adottati nei cantieri. Nella seconda fase si andrà direttamente sul cantiere o sul polo estrattivo e si presenterà lo sviluppo del cantiere in tutte le sue fasi, compresi i dettagli architettonici e tecnici”.

Vicedirettore Zanni, a che punto è la formazione dei ragazzi nel settore edile? Riesce a sopperire a questa mancanza di manodopera?

“Purtroppo no. Per ogni alunno che si qualifica nella scuola edile infatti ne servirebbero quattro. Questo è il rapporto che emerge al termine del percorso triennale di studi in cui ci si diploma come operatore edile. Siamo abituati a pensare al muratore, al carpentiere, ma questa figura è polifunzionale. Oggi la domanda supera di molto l’offerta”.

Qui si inserisce l’utilità del vostro progetto. Quali sono le opportunità che l’edilizia è in grado di offrire e che volete trasmettere?

“Il settore edile in questi anni continua ad avere una crescita esponenziale, ma quello che manca è un ricambio generazionale appunto. Anche perché il settore edile è ancora il settore trainante in Italia, così come nel mondo. Non è solo la costruzione di edifici ma anche molto altro, come la costruzione e la manutenzione di ponti, dighe e strade, la ristrutturazione di edifici obsoleti e degradati che favorisce la rigenerazione urbana delle nostre città, ma anche il restauro di opere d’interesse artistico e storico. Tutte le aziende edili continuano a ricercare figure per sviluppare nuovi progetti. C’è quindi una grande opportunità di crescita sia professionale che personale”.

Vicedirettore, qual è il valore della formazione dei ragazzi in questo comparto? Quali sono le porte che si aprono agli studenti al termine degli studi?

“Già nel percorso triennale i ragazzi entrano in cantiere con l’alternanza scuola lavoro. Sul secondo anno ci sono 300 ore di tirocinio e al terzo anno diventano circa 500. Quindi hanno già l’opportunità di entrare in contatto con l’impresa e di prendere confidenza col cantiere. Di fatto nel momento in cui finiscono il percorso triennale il contratto con l’azienda, se non è già firmato, è quasi firmato”.

Il Futuro è in Cantiere è alla sua prima edizione. Presidente Roncelli, come giudica la risposta alla vostra iniziativa? Quali sono le imprese e le scuole che parteciperanno?

“Nonostante siamo al primo anno di questo progetto abbiamo ricevuto molto interesse da parte di tanti istituti della bergamasca. Le imprese di Ance che hanno dato la loro disponibilità sono cinque: Roncelli Costruzioni, Impresa Cividini, Ars Restauri, Impresa Vitali e Impresa Benedetti. Gli istituti che hanno aderito invece sono la Scuola Edile di Bergamo, il liceo artistico Giacomo e Pio Manzù e il liceo artistico Andrea Fantoni di Bergamo, l’istituto Andrea Fantoni di Clusone e l’istituto Lorenzo Lotto di Trescore”.

Quando è partito e quando si concluderà il percorso?

“Il primo appuntamento si è svolto il 15 ottobre e l’idea è di chiudere la prima visita entro fine anno per fare poi una seconda visita in periodo primaverile-estivo in modo da dare agli studenti la possibilità di vedere lo sviluppo che ha avuto il cantiere”.

Perché Il Futuro in Cantiere è così importante secondo voi?

“Per noi il progetto è fondamentale perché attraverso questa iniziativa i giovani possono testimoniare la passione di una scelta professionale. Parliamo di uno dei mestieri più antichi del mondo, con una storia millenaria, e speriamo che questa passione possa nascere in molti giovani del nostro territorio. Il progetto sicuramente darà una prima impronta del settore edile e di cosa vuol dire lavorare al suo interno, che non è più come un tempo perché tecnologie, materiali e tecniche di lavoro sono cambiati. Per questo bisogna dare un orientamento ai ragazzi affinché possano scegliere con convinzione questo percorso”.

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