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Il processo

Presunte false fatturazioni nel calcio: i pm chiedono un anno e un mese per Antonio Percassi

A Zingonia sono sereni: "Contestata la contabilizzazione di due fatture del 2012 e 2013 per un totale di iva pari a 10.500 euro. Le commissioni tributarie che si sono già occupate della vicenda non hanno perseguito in alcun modo la società"

Un anno e un mese per Antonio Percassi: questa la richiesta dei pm napoletani Stefano Capuano e Danilo De Simone, che nella giornata di mercoledì 2 novembre hanno concluso la requisitoria davanti al giudice Enrico Ciampaglia, nell’ambito del processo che ipotizza l’emissione di false fatturazioni nei rapporti fra i club e gli agenti dei calciatori tra il 2009 e il 2014.

Con alcuni fatti finiti comunque in prescrizione, i due pm hanno ipotizzato l’esistenza di un meccanismo in base al quale l’agente del giocatore, in fase di compravendita, venisse inquadrato, fittiziamente, come consulente della società: a fini fiscali, dunque, poteva così essere fatto passare per un collaboratore del club che stava comprando un giocatore, permettendo alla società di dedurre i costi e detrarre l’Iva. All’atleta sarebbe così andato l’ingaggio netto, col procuratore che incassava la sua parte una volta concluso l’affare.

“In merito alla vicenda riguardante il processo in corso a Napoli, Atalanta BC Spa informa che la contestazione rivoltale riguarda la contabilizzazione da parte del Club di due fatture emesse nel 2012 e 2013, per un ammontare complessivo di IVA pari a € 10.500 – fa sapere in una nota il club – La totale correttezza del comportamento di Atalanta BC Spa è stata confermata da tutte le Commissioni Tributarie che si sono già occupate di questa vicenda, commissioni che non hanno perseguito in alcun modo la Società. Atalanta BC Spa ed i suoi dirigenti confidano nella magistratura chiamata a decidere in merito alla vicenda”.

Coinvolti nell’inchiesta ci sono nomi altisonanti del calcio italiano: il presidente del Napoli Aurelio de Laurentiis, per il quale è stato chiesto un anno di reclusione, l’ex ad del Milan Adriano Galliani (un anno e un mese), il presidente del Pescara Daniele Sebastiani (un anno e un mese) e gli agenti Alessandro Moggi, figlio di Luciano (due anni e otto mesi), e Riccardo Calleri (un anno e nove mesi).

Chiesta l’assoluzione, invece, per il patron della Lazio Claudio Lotito, per l’ex numero uno del Chievo Verona Luca Campedelli e per l’ex presidente della Fiorentina Andrea Della Valle. Stessa richiesta anche per tutti i calciatori coinvolti, tra i quali figura anche l’ex stella del Napoli Ezequiel Lavezzi.

La palla ora passa alle difese: la sentenza è prevista per il 2 febbraio.

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