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Doping

Caso Palomino, a Roma l’udienza: “Sono fiducioso, voglio tornare in campo”

La sentenza dovrebbe arrivare settimana prossima. Gasperini: "Spero prevalga il buon senso"

Bergamo. Si è svolta nel primo pomeriggio a Roma, presso il Tribunale Nazionale Antidoping, l’udienza di José Luis Palomino. Il difensore dell’Atalanta è fermo dal 26 luglio scorso, quando è risultato positivo al Clostebol Metabolita dopo un controllo a sorpresa della Nado al termine di una seduta d’allenamento. La sentenza dovrebbe arrivare la prossima settimana.

“Ho parlato con il giudice e ho ribadito la mia posizione, adesso aspettiamo e spero che tutto finisca subito. Sono tranquillo. Io ho spiegato cosa mi è successo, ma sono fiducioso. Voglio tornare in campo”, ha dichiarato all’Ansa al termine dell’udienza durata circa tre ore.

Il Tna, in accoglimento dell’istanza proposta dalla Procura Nazionale Antidoping, ha provveduto a sospendere in via cautelare l’atleta per violazione degli articoli 2.1 e 2.2. Il difensore argentino ha immediatamente richiesto le controanalisi del campione B, le  quali però hanno fornito lo stesso esito e confermato la positività.

Giovedì 1 settembre Palomino è stato poi ascoltato dalla Procura Antidoping a Roma insieme ai suoi legali, un’audizione durante la quale ha sostenuto la propria innocenza e la tesi della contaminazione accidentale alla sostanza, contenuta presumibilmente in una pomata cicatrizzante.

“È difficile, ma sono fiducioso e spero che tutto questo passi velocemente. Spero di tornare presto in campo. Ho detto tutto quello che volevo dire. La procura mi ha ascoltato, ho detto come stavano le cose, ora speriamo e aspettiamo” aveva detto all’Ansa.

Le violazioni dei due articoli 2.1 e 2.2 riguardano nel dettaglio “la apresenza di una sostanza proibita o dei suoi metaboliti o markers nel campione biologico di un Atleta” e “l’Uso o Tentato Uso da parte di un Atleta di una sostanza o di un metodo proibiti”.

Per entrambi viene richiamato il principio della “responsabilità oggettiva […] indipendentemente dalla modalità con la quale vi sia arrivata o dall’intenzionalità di ingannare”.

Il rischio è che la squalifica si prolunghi fino a due anni: “Qualora una violazione delle norme antidoping riguardi una sostanza specificata (diversa da una Sostanza di abuso) o un Metodo specificato e l’Atleta o altra Persona siano in grado di dimostrare l’assenza di colpa o negligenza grave, il periodo di squalifica corrisponde a un richiamo con nota di biasimo e nessun periodo di squalifica (misura minima) o due (2) anni di squalifica (misura massima), a seconda del grado di colpa dell’Atleta o dell’altra Persona”.

Gian Piero Gasperini nella conferenza stampa che anticipa la sfida con il Napoli si è augurato che “a prevalere sia il buon senso. La legge non ammette ignoranza, ma è un evidente caso di un giocatore di 32 anni che non è mai stato coinvolto in niente del genere. Ha fatto un errore, ma spero che ci sia un po’ di buon senso, non merita di finire la carriera con questa etichetta”.

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