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Montello

Motociclista investito, per il giudice Belotti deve restare in carcere: “È omicidio volontario”

Interrogato dal gip, il 49enne accusato di aver provocato la morte di Walter Monguzzi ha negato di averlo speronato volontariamente: "Sono fuggito perché avevo paura"

Montello. Certo, c’è stato un contatto tra l’auto che guidava e la moto della vittima. Ma si sarebbe verificato in modo del tutto “involontario”. Vittorio Belotti si è giustificato così mercoledì mattina (2 novembre) davanti al giudice delle indagini preliminari Riccardo Moreschi.

Interrogato in carcere per più di un’ora, il 49enne è detenuto con l’accusa di omicidio volontario. Un’accusa, quella formulata dal pubblico ministero Letizia Aloisio, confermata dal gip nonostante la richiesta della difesa – retta dagli avvocati Andrea Pezzotta e Nicola Stocco – di ‘alleggerire’ il reato riqualificandolo in omicidio stradale. I legali hanno anche chiesto la scarcerazione del loro assistito, o in alternativa la misura cautelare degli arresti domiciliari. Istanza, anche questa, respinta dal gip: Belotti resta in carcere in attesa del processo.

Secondo l’accusa, lo scorso 31 ottobre, in seguito ad un diverbio stradale per una mancata precedenza, Belotti avrebbe urtato la motocicletta del 55enne Walter Monguzzi facendolo cadere e provocandone il decesso. Al gip, l’indagato – operaio incensurato, residente in paese – ha detto di essere scappato perché ha avuto paura ed ha fornito la sua personale ricostruzione dei fatti. Ovvero che, in seguito alla lite al semaforo, il motociclista avrebbe sferrato dei calci alla sua Panda e si sarebbe affiancato all’auto. L’urto sarebbe quindi avvenuto in modo fortuito una volta scattato il verde, senza nessuna intenzione da parte dell’automobilista di provocare una caduta. Alcuni testimoni, invece, hanno riferito ai carabinieri che l’operaio avrebbe tentato più volte di speronare la vittima.

Il tutto si sarebbe svolto in pochi minuti e nell’arco di una cinquantina di metri: dalla rotonda di via Papa Giovanni a Montello, dove si è verificata la mancata precedenza, al semaforo poco più avanti, dove i due hanno discusso e il motociclista sarebbe poi stato speronato. Al vaglio degli inquirenti, oltre alle testimonianze, ci sono anche le immagini delle telecamere.

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