Bergamo. Se il vivaio dell’Atalanta è considerato da decenni un’eccellenza nazionale, quello dell’Empoli negli ultimi anni non è stato da meno. Oggi in prima squadra i toscani hanno talenti come Baldanzi, Fazzini, Degl’Innocenti, già protagonisti a livello primavera: nel 2021 vinsero il titolo in finale contro i pari età bergamaschi. Lo sviluppo dei singoli è sempre stata una priorità e anche l’Atalanta sta cercando di “approfittarne”.
In estate hanno lasciato Bergamo per dirigersi verso la città che dista una mezzora da Firenze Sam Lammers e Nicolò Cambiaghi. Due giocatori di proprietà della Dea, che hanno svolto la preparazione con la prima squadra e sono anche partiti per il ritiro, non rientrando nei piani di Gasperini per questa stagione.
Due situazioni molto diverse tra loro: Lammers non sembra aver spiragli nemmeno per una permanenza nelle prossime stagioni e l’obiettivo del prestito sembra quello di rivalorizzare l’olandese per poi puntare alla monetizzazione. Cambiaghi invece è alla prima esperienza in Serie A ed essendo un prodotto “di casa” verrà seguito con occhi speciali, perché se si dovesse dimostrare al livello farebbe parecchio comodo alla Dea soprattutto per la questione delle liste.
Entrambi, comunque, ad Empoli hanno trovato una folta concorrenza a cui far fronte per guadagnarsi una maglia nel duo d’attacco che il tecnico Paolo Zanetti schiera solitamente come terminale del 4-3-1-2 su cui ha impostato: l’esperto Mattia Destro e il talento scuola Inter Satriano, ma anche l’ex juventino Pjaca e talento ‘di casa’ Ekong.
Chi ha avuto un approccio migliore tra i due ex atalantini è certamente Cambiaghi, subito al gol all’esordio in Coppa Italia da subentrato nel match poi perso ai supplementari contro la Spal. Un lampo che lasciava ottime speranze su quello che sarebbe stato il suo inserimento nelle gerarchie, spinto anche dai complimenti di mister Zanetti – “un ragazzo di grande prospettiva, ha fame, tecnica e velocità: tutto quello che ci serve” – frenato però in modo abbastanza brusco da un problema alla coscia che lo ha costretto ai box.
Per la prima da titolare ha dovuto attendere la sfida contro il Torino del 9 ottobre, ma è stato sostituito dopo 45 minuti e da quel momento non ha più messo piede in campo: in panchina sia col Monza che contro la Juve. Per ora il suo totale di minuti in Serie A supera appena i 150, spalmati su 6 presenze.
Meglio sul lungo periodo è andata a Lammers, che è stato titolare per tutte le prime 9 partite, ma è riuscito a segnare soltanto un gol contro la Salernitana. Anche lui, come Cambiaghi, è finito in panchina nelle ultime due, dietro alla coppia Destro-Satriano, ma a differenza del collega è subentrato in entrambe le occasioni.
Ciò che ha lasciato più perplessità sull’ex Eintracht Francoforte, campione della scorsa Europa League pur da comprimario, è il basso ammontare dei gol segnati rispetto alle occasioni avute, un problema denotato anche da Zanetti: “Spesso è lezioso, sono piccole cose che si deve togliere: per alzare il suo status deve mettere un po’ di gol. Serve sicuramente un po’ di cattiveria in più”.
“Tecnicamente è un ragazzo dotato che sta facendo un percorso di rientro alla titolarità perché negli ultimi anni ha giocato sempre poco” ha dichiarato a inizio ottobre. “Pretende tanto da sé stesso, io ci credo molto: Sam deve stare tranquillo e lavorare. In molte partite non è stato concreto come in allenamento, ma ha capacità importanti che tirerà fuori nel tempo”.
La sfida con l’Atalanta è speciale per entrambi: per Sam perché vuole dimostrare che avrebbe potuto offrire il proprio contributo con maggior spazio, per Cambiaghi perché è un banco di prova per il futuro. Non sono certi di partire da titolari, anzi è probabile che entrambi inizino in panchina, ma se Zanetti dovesse puntare sulla regola del gol dell’ex…
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