La Corte d’Assise di Brescia, presieduta da Giulio Deantoni, ha confermato la condanna di primo grado a 21 anni nei confronti di Francesco Colleoni per l’omicidio del padre Franco: la sentenza è arrivata poco prima delle 16 di venerdì 28 ottobre, dopo quattro ore di Camera di consiglio.
L’omicidio risale al 2 gennaio 2021 quando Franco Colleoni, 68 anni, ristoratore ed ex segretario provinciale della Lega, era stato trovato nel cortile del suo ristorante “Il Carroccio” di Dalmine: secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, il suo assassino gli aveva sbattuto ripetutamente il capo sul cordolo del vialetto di ingresso. Il figlio Francesco, cuoco di 36 anni, da subito ha ammesso di aver litigato col padre e di averlo spinto, dicendo poi di non ricordare più nulla di quanto accaduto in seguito.
Francesco Colleoni, che dall’8 aprile si trova ai domiciliari in provincia di Brescia, all’udienza di venerdì è arrivato senza scorta, mentre in fondo all’aula ha assistito la mamma Tiziana Ferrari.
La Corte d’Appello di Brescia ha così accolto in toto la richiesta del sostituto procuratore generale Giulia Labia di confermare la condanna comminata a dicembre dalla Corte d’Assise di Bergamo, respingendo dunque la richiesta di assoluzione degli avvocati difensori Enrico Cortesi e Andrea Filipponi, che hanno anche chiesto nuovamente una perizia psichiatrica (negata a Bergamo) sul proprio assistito.
Il procuratore generale ha ribadito la propria certezza sul fatto che a commettere l’omicidio sia stato Francesco Colleoni, tra le 11 e le 11.30 di quella mattina, quando alcuni passanti udirono una richiesta d’aiuto provenire dal cortile del ristorante. Esclusa l’ipotesi di una rapina finita male, per via di un accanimento che non è proprio di chi viene sorpreso a rubare. La difesa ha invece obiettato, ricordando come le indagini siano state subito condotte a senso unico contro il figlio.
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