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La sentenza

Inchiesta carcere, l’ex direttore Porcino condannato a 5 anni e quattro mesi

6 mesi al commissario di polizia penitenziaria Daniele Alborghetti e 4 all'imprenditore Mario Metalli

Bergamo. Tra le altre cose si sarebbe appropriato di farmaci destinati ai detenuti e avrebbe palpeggiato alcune dipendenti del penitenziario. Mercoledì (26 ottobre) Antonio Porcino è stato condannato in abbreviato (con sconto di un terzo della pena) a cinque anni, quattro mesi e venti giorni per vari reati di cui era accusato nell’inchiesta sul carcere di Bergamo esplosa nell’estate 2018.

Il pubblico ministero Emanuele Marchisio (7 anni e mezzo la sua richiesta di condanna) aveva ricostruito quello che aveva definito il “sistema Porcino”, un meccanismo di truffe, appropriazioni indebite e violenze sessuali guidato proprio dal direttore, 69enne, ora in pensione ma al vertice della casa circondariale bergamasca per una trentina d’anni.

Una tesi accusatoria che in buona parte ha retto anche nel corso del processo di primo grado, in cui il principale imputato è stato condannato per 15 capi d’imputazione su 22.

Mario Metalli è stato condannato a 4 mesi per turbativa d’asta della gara per i distributori automatici a Monza (il pm aveva chiesto un anno in più) per turbativa d’asta. Per la figlia Veronica è stata confermata l’assoluzione.

Per lo stesso reato è stato condannato a sei mesi Daniele Alborghetti, commissario di polizia penitenziario a Monza, come aveva chiesto il pm Marchisio (sostituito dal collega Giancarlo Mancusi per la lettura della sentenza).

Per Porcino c’erano poi le false attestazioni di malattia, la truffa per gli esami del sangue con il codice di prenotazione dei detenuti, il peculato di farmaci, il danneggiamento fraudolento dell’auto con la compiacenza di carrozzieri per prendere più soldi dall’assicurazione. E quello della violenza sessuale: battute e palpeggiamenti, baci e tentativi di baci. Alla barista del carcere, a un’operatrice amministrativa, a una dottoressa (parte civile, che è stata risarcita), e a una pedagogista.

Per la vicenda dei farmaci che Porcino si sarebbe intascato, hanno patteggiato due ex responsabili dell’infermeria del carcere, Adriana Cattaneo a 2 anni e 4 mesi e Maria Ida Gotti a 1 anno e quattro mesi.

Andranno a processo il 15 giugno altri sei imputati fra i quali l’ex direttore sanitario del carcere Francesco Bertè (per la relazione medica sulla presunta sindrome ansioso-depressiva di Porcino e per avergli fornito le medicine) e l’ex capo della polizia penitenziaria, Antonio Ricciardelli (in pensione). A lui è contestato di aver chiesto a tre agenti di aiutarlo con l’auto impantanata mentre era fuori servizio e di aver falsificato le annotazioni del registro colloqui per dare all’ex procuratore di Brescia, Tommaso Buonanno, mezz’ora in più con il figlio allora detenuto. Altri quattro imputati sono stati assolti.

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