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La sentenza

“Nessuna violazione del Daspo”: il giudice assolve il Bocia

Gli erano stati contestati quattro episodi risalenti al 2018, ma secondo il tribunale lo storico capo ultrà non avrebbe violato la misura

Bergamo. Assolto da tutte le imputazioni: Claudio Galimberti, lo storico capo ultrà meglio conosciuto come Bocia, secondo il giudice Laura Ruggeri non ha violato il Daspo nelle quattro occasioni, tutte risalenti al 2018, che gli sono state contestate e per le quali è finito alla sbarra. Il pubblico ministero aveva chiesto 3 anni e 3 mesi per lui e 3 anni per Alessandro Quadri, un altro tifoso che nel procedimento aveva un solo capo di imputazione.

Il primo episodio è del 6 gennaio: i giocatori dell’Atalanta rientrano vittoriosi dopo la partita contro la Roma e circa 4mila tifosi si recano all’aeroporto per attenderli. Si festeggia, si accendono fuochi d’artificio e fumogeni. La Sacbo presenta un esposto perché nei pressi degli scali non si può utilizzare materiale pirotecnico per questioni di sicurezza.

Le telecamere del Caravaggio inquadrano anche il Bocia e Quadri, tutti e due sottoposti a Daspo. Ma la partita è finita ormai da più di tre ore, quindi la violazione, secondo la tesi difensiva degli avvocati Andrea Pezzotta e Federico Riva, non sussiste. Il giudice accoglie: il fatto non sussiste, né per uno né per l’altro.

C’è poi l’episodio del Baretto. È il 7 febbraio, a Bergamo si gioca la partita di Coppa Italia della primavera dell’Atalanta contro il Milan. Galimberti si trova nel bar della sua fidanzata, accanto allo stadio. Il giudice assolve con la formula “Il fatto non costituisce reato”.

Il terzo episodio è del 15 febbraio: l’Atalanta è in trasferta contro il Dortmund e i tifosi si organizzano per seguire la squadra. Raggiungono la Svizzera con le auto e da lì prendono un treno speciale per  la Germania. Tra loro c’è anche il Bocia.

L’avvocato Pezzotta non ravvisa nessuna violazione: l’imputato si trovava nei pressi dell’infopoint dello stadio 7 ore prima dell’inizio della partita. Il giudice dichiara la non procedibilità: il reato sarebbe stato commesso all’estero.

Infine il 18 aprile c’è il match di campionato contro il Benevento. Galimberti si fa dare un passaggio dagli amici che stanno per andare allo stadio, ma secondo la difesa sarebbe sceso 70 chilometri prima. Il giudice assolve: il fatto non sussiste.

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