Bergamo. La prima sensazione è stata di sorpresa: non s’era ancora vista quest’anno un’Atalanta così in balia dell’avversario, così incapace di produrre gioco e quindi anche creare occasioni da gol. Una squadra costretta a inseguire l’avversario che faceva girare la palla e poi arrivava con facilità a concludere, riuscendo alla prima vera triangolazione a fare subito gol. E la partita per la Lazio è stata tutta in discesa.
Poi s’è sperato nella rimonta, ma è arrivato il gol tagliagambe in contropiede. A quel punto l’Atalanta è andata avanti più con i nervi che con la lucidità, più con la voglia di uscire da una situazione negativa che con le idee chiare, con un secondo tempo sicuramente migliore ma non sufficiente per rimediare: basta guardare i tiri in porta, 0 su 7 tiri totali.
Una partita sbagliata, cominciata male e non più corretta o rimontata. Sarebbe stata un’impresa, contro la difesa più forte del campionato. Anche se la Lazio ha impressionato per il suo gioco da Champions, per la facilità e la velocità degli scambi, per il pressing alto come Sarri aveva mostrato nel suo miglior Napoli.
Certo, ci si può chiedere: troppo forte la Lazio o ha sbagliato tutto l’Atalanta che non è mai entrata in partita?
Soprattutto nel primo tempo, la differenza di valori sembrava più netta di una classifica che fino a domenica dava avanti i nerazzurri e anche imbattuti. O può essere stato anche un problema di testa, cioè aver un po’ sottovalutato un avversario perchè doveva rinunciare a Immobile? Perché, rispetto a una Lazio molto furba, la Dea è sembrata meno carica del solito, più compassata rispetto alle esibizioni a cui ci aveva abituato recentemente. Eppure Gasperini aveva presentato la stessa squadra che aveva vinto e convinto col Sassuolo, unica variante il rientro di Hateboer al posto di Maehle. Poi si è discusso sulla strana posizione dell’olandese a sinistra. Strana per lui, ma non per Soppy, che a destra dà il meglio e perciò Gasp (come ha poi spiegato) l’aveva fatto partire proprio in fascia destra. Poi dopo 20′ si sono scambiati.
Comunque non è per Hateboer o Soppy messi male che l’Atalanta ha perso: tutta la squadra ha subìto e forse avrebbe dovuto giocare d’anticipo occupando la metà campo degli avversari e pressandoli, come invece ha fatto la Lazio.
Poco male, all’undicesima giornata perdere la prima partita non è un dramma, con una classifica che vede Napoli e Milan in tentativo di fuga e l’Atalanta alle loro spalle, raggiunta dalla Lazio. Comunque è lì, mentre dietro avanza l’Inter e restano ferme Roma e Udinese. Chiaro, era uno scontro diretto e infatti si temeva molto questo esame.
Ci sono anche notizie positive: il ritorno di Zapata e speriamo che non ci voglia troppo tempo per ricaricare il suo motore, così come il rientro di Djimsiti.
C’è purtroppo lo stop di De Roon, una pedina fondamentale nel centrocampo, il capitano e trascinatore, finchè ha potuto anche contro la Lazio. Per ora difficile fare previsioni, mentre sicuramente salterà la prossima giornata Muriel, per un’espulsione rimediata al 90′ da Lucho che è sempre stato esempio di correttezza. Succede, come una sconfitta che non riesci a spiegarti ma può capitare. Tra l’altro anche per Gasp con la Lazio c’è una tradizione di alti e bassi, fin dall’esordio a Bergamo, quel pazzo 3-4 del 2016.
Voltiamo pagina, già Empoli è una buona occasione per ripartire.
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