JustWatch, motore di ricerca aggregato che permette di avere a disposizione l’intera libreria di titoli presenti all’interno di tutti i servizi di video on demand, ha recentemente pubblicato i dati relativi alla distribuzione delle quote di mercato per il terzo trimestre del 2022. Si tratta di un settore in grande fermento, in continua evoluzione, che vede costantemente apparire nuovi player in grado di rosicchiare anche piccole fette di mercato ai grandi colossi.
Dalla lista emergono tante informazioni interessanti, ma poche reali sorprese. Scopriamo di più insieme agli esperti tech di Mistergadget, in attesa di provare il nuovo abbonamento Netflix con la pubblicità.
Le quote di mercato dello streaming nel terzo trimestre 2022
Analizzando i dati disponibili emerge come, ancora una volta, a contendersi il primo posto della classifica tra le piattaforme con il maggior numero di utenti, ci siano Netflix e Prime Video: è la piattaforma dalla “N rossa” a posizionarsi prima, grazie a una quota di mercato pari al 28%, staccando di un solo punto percentuale il colosso streaming di proprietà di Jeff Bezos che prosegue nella sua costante crescita. Al terzo posto consolida la sua posizione Disney+ con una quota di mercato che si aggira intorno al 17% del totale. Seguono poi piattaforme come Now TV (5%), TimVision (5%), Sky Go (3%), Infinity e Paramount+.
Come cambia il mercato dello streaming
Se in vetta alla classifica non ci sono eclatanti novità (era infatti prevedibile che il primo posto sarebbe stato conteso da Netflix e Prime, che già nel 2021 avevano occupato le prime due posizioni), diventa interessante invece analizzare ciò che è accaduto più “in basso”. In questo scenario, Disney+, fornitore di streaming di proprietà del gruppo The Walt Disney Company, ha conosciuto un incremento del 3% rispetto all’anno precedente e continua con un trend di crescita positivo, avvicinandosi leggermente ai due colossi americani che lo precedono.
Occorre però sottolineare come, in Italia, le due piattaforme leader, stanno lentamente perdendo “appeal”, a causa anche dell’introduzione sul mercato di nuove piattaforme sempre più competitive.
Da segnalare tra queste, sono le ottime performance di un nuovo servizio arrivato in Italia solo recentemente: Paramount+ che ha avuto un importante impatto sul mercato italiano, riuscendo nel solo primo mese di attività a guadagnare un +2% di quote. La situazione opposta invece è quella che hanno affrontato il grande fornitore di streaming, Netflix, e gli operatori più piccoli del Paese come TimVision, Infinity e Sky Go che hanno visto una contrazione delle proprie quote dell’1% circa nel mese di settembre.
Le prospettive di un mercato così frammentato sono ancora difficili da tracciare, ma alcuni esperti sostengono che la proliferazione delle piattaforme potrebbe far esplodere un fenomeno che le stesse piattaforme temono in modo drammatico, ovvero la polverizzazione degli abbonamenti. Gli utenti, di fronte ad un numero elevato di proposte e con la prospettiva di aumentare i costi, potrebbero essere indotti a sospendere in continuazione gli abbonamenti per passare da una piattaforma all’altra. Un mese su Netflix per vedere tutto ciò che interessa, chiusura dell’abbonamento, un mese su Disney+ per fare la stessa cosa e via dicendo, saltando da una piattaforma all’altra senza garantire un fatturato continuativo.
Questo è lo scenario peggiore, rappresenta un vero incubo per coloro che gestiscono le piattaforme, ma con la saturazione attuale del mercato è una condizione altamente probabile. In un contesto simile, non è scontato che tutti i soggetti ora sul mercato possano sopravvivere.
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