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Caro bollette, Sun-Fai? A Sforzatica la prima comunità energetica bergamasca

Presto un impianto fotovoltaico verrà montato sul tetto dell'oratorio e servirà le famiglie, gli enti e le imprese che vorranno far parte del progetto

Dalmine. Il nome è tutto un programma: si chiama Sun-Fai, come sole in inglese e come la tipica espressione dialettale bergamasca “S’an fai?”, tradotto: “Cosa facciamo?”.

È una cooperativa senza fini di lucro nata a Dalmine con l’obiettivo principale di contrastare la povertà energetica facilitando la creazione di comunità energetiche e mettendo a disposizione la propria competenza nella gestione: i cittadini che ne fanno parte diventano protagonisti di una transizione energetica dal basso, all’interno di un sistema circolare di autoconsumo e condivisione che utilizza al meglio risorse di cui una comunità già dispone.

C’è già un progetto che attende solamente la firma dei decreti attuativi sulle comunità energetiche (dovevano essere firmati dal Governo Draghi) per poter partire.

“Grazie ad un accordo con la parrocchia di Sforzatica di Dalmine, metteremo un impianto fotovoltaico sul tetto dell’oratorio di Sforzatica Santa Maria – racconta Enrico Valoti, uno dei fondatori di Sun-Fai -. La Cei ha spinto molto in questa direzione, invitando i parroci di tutta Italia a mettere a disposizione delle superfici per installare gli impianti che serviranno poi la comunità”.

Così i cittadini di Dalmine che lo vorranno, potranno entrare a far parte del progetto e risparmiare sul costo dell’energia elettrica.

Ma come funziona una comunità energetica?

Sostanzialmente è un gruppo di famiglie, enti o imprese, che condividono l’energia prodotta da fonti rinnovabili. Ci sono i produttori e i consumatori. I produttori sono coloro che dispongono degli impianti per la produzione di energia. Una parte viene utilizzata da chi la produce e una parte, in surplus, ritorna in rete. Solitamente viene “acquistata” dall’ente gestore dell’energia elettrica a un prezzo però molto inferiore rispetto a quello che viene pagato dai cittadini in bolletta. Attraverso la comunità, l’energia immessa in rete viene valorizzata attraverso un meccanismo di condivisione virtuale a vantaggio di chi ha scelto di far parte del progetto. I consumatori continuano a pagare la bolletta come sempre, ma se si consuma in orari prestabiliti, seguendo le indicazioni, lo Stato ricompensa con 110euro ogni megawatt-ora la comunità energetica, denaro che verrà poi redistribuito ai produttori e ai consumatori. L’incentivo viene riconosciuto per il minimo tra l’energia immessa in rete dagli impianti ammessi e l’energia elettrica complessivamente prelevata dai punti di connessione facenti parte della medesima comunità, nella stessa fascia oraria.

Ci sono quindi grandi vantaggi sia per chi produce sia per chi consuma.

Decisamente. Grazie a questi incentivi statali, chi decide di installare un impianto fotovoltaico e diventare un produttore, può abbattere prima i costi. Chi consuma rientra in parte del denaro speso in bolletta grazie alla redistribuzione degli incentivi.

Ma a quanto ammonta in sostanza il risparmio?

Il risparmio non si può garantire precisamente. Molti sono i fattori che influiscono. Parecchio dipende dai comportamenti di chi fa parte della comunità di energia rinnovabile. Nelle comunità energetiche già costituite e dagli studi fatti si reputa possibile un risparmio fino al 20% per i consumatori.

Come è nata Sun-Fai?

È nata da un gruppo di amici, al quale si sono aggiunte altre figure esterne, che ha deciso di fondare una cooperativa per portare avanti concetti importanti come il contrasto alla povertà energetica, l’abbattimento degli sprechi, la produzione di energia pulita. Abbiamo tutti competenze diverse e le abbiamo messe a disposizione di questo progetto, nel quale crediamo.

Alla base delle comunità energetiche c’è anche una questione ecologica.

Certamente. Facciamo un esempio concreto: una famiglia di 4 persone con impianto fotovoltaico evita le emissioni di 950kg di CO2/annuo corrispondenti all’attività di assorbimento di circa 95 alberi. Grazie all’impiego di fonti rinnovabili ci impegniamo tutti a ridurre l’impatto delle componenti inquinanti sull’ambiente.

Ma le comunità energetiche possono nascere ovunque?

Possono nascere ovunque ci siano utenze. L’importante è che le persone che si vogliono riunire siano attestate sotto la stessa cabina di trasformazione primaria o secondaria e si costituiscano entità giuridica senza scopo di lucro.

Sun-Fai ha altri progetti in ballo oltre a quelli di Sforzatica?

Sì, in collaborazione con il Comune di Procida siamo già pronti a partire con una comunità energetica che servirà tutta l’isola. Con la Caritas stiamo lavorando per realizzarne una a San Severo, in provincia di Foggia. Stiamo anche partecipando ad alcuni bandi perché Sun-Fai si propone come capofila tecnico dei progetti per realizzare le comunità energetiche.

Nel frattempo come state pubblicizzando questa opportunità?

Attraverso il nostro sito, i social e sfruttando le occasioni che ci si presentano laddove abbiamo contatti. Prima tra tutte l’opportunità che Agenda 21 e altri enti, ci hanno dato di essere relatori in serate informative durante le quali spieghiamo in cosa consiste una comunità energetica, quali sono i vantaggi, come costituirla e come entrare a farne parte.

Quindi? S’an fai?

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