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Operazione "re leone"

“Mi maltrattava”, così la fidanzata ha tradito Simba consegnandolo ai rivali

Barbara Boscali aveva confessato al fidanzato, che sospettava di lei, di aver fornito a Baby Touché e ai suoi l'indirizzo del parcheggio teatro dell'aggressione

Treviolo. Era stanca dei presunti maltrattamenti alla quale veniva spesso sottoposta da parte del fidanzato Simba La Rue. Liti con tanto di botte, che la 31enne bergamasca denunciava anche sui suoi profili social.

Sarebbe questo il movente principale che avrebbe spinto Barbara Boscali, in arte Bibi Santi, a tendere una trappola al compagno, fornendo alla banda rivale l’indirizzo del parcheggio di Treviolo nel quale, il 16 giugno scorso, il trapper italo-tunisino è stato accoltellato.

I due quella sera erano usciti insieme, avevano bevuto qualcosa in un paio di bar di Città Alta e poi lei si era fatta riaccompagnare a casa. Fermi nel parcheggio all’interno dell’auto, si erano ritrovati circondati da un gruppo di persone, che avevano aperto la portiera dalla parte del conducente e avevano colpito Simba con diverse coltellate al torace, alla gamba e al volto. Poi erano fuggiti a bordo di due auto.

Stando alle intercettazioni telefoniche, il trapper sospettava fin dall’inizio del coinvolgimento della fidanzata nell’agguato. Lei all’inizio negava, poi ha ceduto raccontando che in effetti era stata in contatto con Baby Touché e i suoi, ma si aspettava che nell’aggressione volasse solo qualche schiaffo, non che avessero in mente di accoltellarlo.

Si legge nell’ordinanza che Bibi Santi, nelle telefonate successive a Simba “chiedeva perdono, giurandogli che la sua intenzione non era quella di farlo ammazzare, ma che aveva perso la testa per tutte le volte che era stata trattata male”.

La donna si era anche presentata dai carabinieri per costituirsi, raccontando che nella pianificazione dell’aggressione anche lei aveva fatto la sua parte.

La 31enne, attiva nel mondo dell’hard, è stata raggiunta dall’ordinanza di custodia cautelare all’alba del 7 ottobre, quando i militari di Bergamo hanno suonato il campanello del suo appartamento per notificarle il provvedimento e accompagnarla in carcere.

Nello stesso momento i carabinieri arrestavano anche due 24enni, uno milanese e l’altro monselicese, mentre i colleghi austriaci notificavano l’ordinanza ad un 30enne marocchino detenuto a Vordernberg.

La saga della guerra tra bande di trapper ha avuto un ulteriore risvolto nella mattinata di venerdì.

A Milano sono state notificate 11 ordinanze emesse dal gip: 9 a soggetti maggiorenni, tra cui anche Mohamed Lamine Saida, ovvero Simba La Rue, e due a due minorenni.

I fatti riguardano una rissa avvenuta all’inizio di luglio fuori da un locale milanese, durante la quale erano stati esplosi dei colpi di pistola contro due ragazzi senegalesi, entrambi rimasti feriti alle gambe. Non solo, i due erano stati picchiati con calci, pugni e con le stampelle che Simba La Rue utilizzava per camminare, dato che solo tre settimane prima aveva ricevuto 10 coltellate, una delle quali gli aveva lesionato il nervo tibiale. Elemento, questo, che lo ha reso facilmente riconoscibile agli inquirenti.

Così il trapper, che si trovava in un centro di recupero in seguito ad un intervento chirurgico alla gamba, è tornato in carcere. In cella era finito ai primi di agosto, con l’accusa di aver sequestrato e malmenato il suo rivale Baby Touché.

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