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L'omicidio di seriate

L’accusa: “Tizzani ha mentito, è stato lui a uccidere la moglie: chiedo l’ergastolo”

Ma il suo avvocato replica: "Nessuna prova, va assolto". In serata la sentenza

“Tizzani ha mentito e l’unica ipotesi possibile è che sia stato lui a uccidere la moglie”. Il pm Francesco Rombaldoni di Brescia ha concluso così venerdì (7 ottobre) la requisitoria lunga oltre due ore del processo di appello per l’omicidio di Gianna del Gaudio, l’ex insegnante uccisa con una coltellata alla gola nella sua villetta di Seriate la notte del 27 agosto 2016.

Assente in aula l’unico imputato, l’ex ferroviere Antonio Tizzani, che si è sempre dichiarato innocente parlando di un uomo incappucciato entrato nella loro casa di via Madonna delle Nevi per uccidere la 63nne e rubare la sua collana.

“Per carità, non nego che ci possano essere dinamiche alternative, ma ciò che risulta è che Tizzani ha mentito – le dure parole del pm di fronte alla Corte presieduta dal giudice Giulio Deantoni – . Quindi l’unica possibile è la ricostruzione fatta nel corso delle indagini”.

“L’assassino ha agito con dolo d’impeto, senza nemmeno riflettere su cosa stava facendo – ha proseguito Rombaldoni – . Noi tutti sappiamo che la ferita mortale è una sola, però non va trascurato il fatto che sulla donna sono state refertati altri piccoli tagli superficiali.

Quindi è impossibile che nei pochi istanti che hanno preceduto l’ultimo colpo, pur paralizzata dal terrore, la vittima non abbia urlato per attirare l’attenzione del marito che ha sempre detto di essere stato in giardino in quegli istanti. Ma Tizzani ha mentito su questo come su molti altri punti e l’ha fatto perché è stato lui a uccidere la moglie”.

“Per questo – ha concluso il magistrato – ritengo fondata l’imputazione di omicidio aggravato dalla parentela e chiedo che l’imputato venga condannato alla pena dell’ergastolo”.

Una tesi, e una richiesta, respinte dall’avvocato di Tizzani, Giovanna Agnelli, che nella sua replica: “Non c’è alcuna prova che avvalori la ricostruzione fatta dell’omicidio da parte del mio assistito – ha ribattuto -. E ogni volta che la procura ha provato a unire i vari elementi ha notata che non coincidevano”.

“Poi ci sono testimonianze divergenti tra loro su quanto udito quella notte nella zona della villetta e anche di persone che nutrivano antipatia per Tizzani. Invece sono tutti concordi sul fatto che non sono mai state notate lesioni Gianna che possano far pensare che venisse maltrattata. Il rapporto con suo marito era ottimo e non c’erano divergenze tra i due”.

“Invece insistiamo sulla nostra tesi della possibile contaminazione in laboratorio da parte dei Ris della traccia di dna rinvenuto sulla lama del cutter usato come arma del delitto”, ha aggiunto Agnelli.

“Tizzani ha fornito fin da quella sera, in lacrime e quindi addolorato per la perdita della moglie, la versione di ciò che era accaduto ed è sempre stata quella. Per questo chiedo la sua assoluzione per non aver commesso il fatto”.

La corte si è riunita e in serata è prevista la sentenza.

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