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Ex giallorosso

Rafa Toloi, l’ex “dimenticato” di Roma-Atalanta: 5 presenze in 6 mesi

Non solo Mancini, Cristante e Spinazzola tra gli ex della sfida. Il capitano della Dea ha trascorso all’Olimpico i primi 6 mesi in Italia

Bergamo. Dal Mato Grosso a Bergamo. Rafael Toloi è più che un’istituzione per l’Atalanta di Gian Piero Gasperini: simbolo, leader, capitano. Dal suo arrivo nel 2015 ha vissuto un’escalation che lo ha portato anche sul tetto d’Europa con la nazionale italiana. E una tappa probabilmente fondamentale e per certi versi “dimenticata” della sua carriera è stata quella nella Città Eterna.

Non ci sono infatti solo Cristante, Mancini e Spinazzola tra gli ex di Roma-Atalanta, ma anche il numero 2 della Dea, il cui passaggio in giallorosso è forse rimasto nella memoria di pochi. Al tempo era un ragazzo che era cresciuto nel Goias – con diverse presenze anche nella nazionale Under 20 del Brasile – e che aveva giocato nel San Paolo, vincendo anche una Copa Sudamericana (più o meno l’equivalente dell’Europa League).

Arrivato a metà della stagione 2013/14, quando la squadra viaggiava al secondo posto soltanto dietro la Juventus che avrebbe realizzato il record assoluto di punti nella Serie A a girone unico (102), Toloi fu preso per fare la riserva di Benatia e Castan, i quali in quel momento formavano una delle migliori coppie del campionato.

Non fu un’operazione facile, perché sul giocatore c’era anche il forte interessamento della Lazio, ma andò incontro a problemi burocratici e virò su altri obiettivi. Invece l’allora direttore sportivo giallorosso Walter Sabatini (che ha portato in Italia anche Ederson da ds della Salernitana) fece di tutto per portare Toloi all’Olimpico, riuscendoci.

Sotto la guida dell’allenatore francese Rudi Garcia il brasiliano riuscì a disputare solo 5 partite, 4 delle quali già titolare, diverse nella coda della stagione quando l’obiettivo Scudetto della squadra era già sfumato. 379 i minuti complessivi.

“In Brasile si parlava tanto di me, molte squadre mi volevano, ma io volevo il calcio europeo – ha raccontato in seguito Toloi parlando del suo passaggio in giallorosso a Rivista Undici – E volevo l’Italia. Scelsi la Roma anche perché c’erano molti brasiliani in rosa che potevano aiutarmi. Mi fecero sentire subito a casa. Fossi andato in una squadra senza connazionali, chissà, avrei avuto più difficoltà e la mia storia sarebbe stata diversa. Alla fine raggiunsi l’obiettivo: farmi conoscere in Europa. Anche se la Roma non mi riscattò. Furono mesi importanti”.

Il diritto di riscatto di 5,5 milioni di euro, che avrebbe seguito i 500mila euro pagati a gennaio per il prestito, non venne esercitato, anche se l’intenzione della Roma era quella di mantenerlo in rosa, come ha svelato l’allora direttore tecnico dell’Atalanta Giovanni Sartori al momento della presentazione: “La Roma aveva intenzione di riscattarlo, poi non si è messa d’accordo con il San Paolo”.

E così dopo un anno di nuovo al San Paolo è arrivata l’Atalanta, che si è garantita quello che oggi è il suo capitano, scoperto anche grazie a quel periodo trascorso insieme a Totti e compagni: “Il giocatore lo conoscevamo perché è stato alla Roma. Abbiamo ritenuto che oltre a essere un ottimo giocatore avesse un paio di peculiarità. Passaporto italiano, che è un grande valore aggiunto, la conoscenza del campionato anche solo di sei mesi”.

A Bergamo è diventato un nazionale italiano – le sue origini derivano dagli antenati italiani che di cognome facevano Tolloi – e un punto fermo non solo della Dea, ma anche per la Serie A. In estate si è addirittura parlato di un possibile ritorno alla Roma, uno dei tanti rumors. Rafa non ne ha mai voluto sapere: Bergamo è casa sua. Anche se a quei 6 mesi all’ombra del Colosseo deve tanto.

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