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Domenica 4 settembre

Giovanni Paolo I sarà beato, a proclamarlo sarà Papa Francesco

Domenica 4 settembre Francesco proclama beato Albino Luciani-Giovanni Paolo I. Fu Papa solo per 33 giorni

Dodici ore dopo la morte di Papa Montini il 6 agosto 1978, i “bookmakers” di Londra davano le quotazioni sul prossimo Papa che sarebbe stato eletto dal Conclave dei cardinali.

Il nome di Albino Luciani non compare: 3½ per Sebastiano Baggio e Ugo Poletti; 4 per Giovanni Benelli; 5 Sergio Pignedoli; 8 Johannes Willebrands; 12 Eduardo Francisco Pironio; 16 Franz Koenig; 25 Basil Hume; 22 Joseph Marie Anthony Cordeiro, Aloísio Leo Arlindo Lorscheider, Léo-Joseph Suenens. Si potrebbe commentare: fidati dei pronostici!

Testimonia il vescovo centenario bergamasco monsignor Gaetano Bonicelli, già ordinario militare e già arcivescovo di Siena: “Il vescovo Luciani era molto sobrio e parco nel cibo, amava molto conversare. Ricordo la sua votazione nella Commissione voluta sulla pillola anticoncezionale. Diede parere favorevole e spiegò le ragioni. Poi Paolo VI si espresse in modo negativo nella “Humanae vitae” del 1968 e Luciani rovesciò la sua posizione con un assenso pieno alla decisione papale”.

Domenica 4 settembre Francesco proclama beato Albino Luciani-Giovanni Paolo I. Fu Papa solo per 33 giorni. Il suo brevissimo pontificato accompagnò l’ostensione popolare della Sindone a Torino. Nel pomeriggio di sabato 26 agosto 1978 nella Cappella Sistina il patriarca di Venezia veniva eletto nelle stesse ore in cui a Torino cominciava la clamorosa esposizione con tre milioni di visitatori in Duomo in 44 giorni. Il 29 settembre di primo mattino in piazza San Giovanni e in via XX Settembre gli altoparlanti diffondono la notizia della morte di Luciani. Per tutto il giorno si piange e si prega, come in tutto il mondo Albino Luciani nasce il 17 ottobre 1912 a Forno di Canale (oggi Canale d’Agordo) del Bellunese da famiglia povera.

“Spero che quando tu sarai prete, starai dalla parte dei poveri, perché Cristo era dalla loro parte» gli scrive suo padre – operaio socialista costretto a emigrare in Svizzera per lavorare – dandogli il consenso a entrare in Seminario. Prete, viceparroco, docente e vicerettore in Seminario. Iscritto alla Gregoriana, a causa della guerra e dell’insormontabile “linea gotica”, è dispensato dalla frequenza e si laurea nel 1947 con la tesi “L’origine dell’anima secondo Antonio Rosmini. Esposizione e critica”.

In diocesi gli incarichi si accumulano: pro-cancelliere, segretario del Sinodo diocesano, pro-vicario generale, direttore dell’Ufficio catechistico, assistente della Gioventù femminile, vicario generale. La svolta con l’elezione del bergamasco Angelo Giuseppe Roncalli. Il 15 dicembre 1958 Giovanni XXIII annuncia i primi 23 cardinali – in testa l’arcivescovo di Milano Giovanni Battista Montini, futuro Paolo VI – e nomina vescovo di Vittorio Veneto il 46enne Luciani. Al Concilio Vaticano II (1962-65) non prende mai la parola, un solo intervento scritto a favore della collegialità episcopale. È l’occasione per aggiornare e svecchiare la propria formazione: “Al Concilio recupero il ritardo”. Paolo VI il 15 dicembre 1969 lo promuove patriarca di Venezia e cardinale nel ’73. Il 16 settembre 1972, in viaggio verso il Congresso Eucaristico nazionale di Udine, Papa Montini fa tappa a Venezia e in piazza San Marco gli pone la sua stola sulle spalle: “Sono diventato tutto rosso come non mai”.

Applica le riforme conciliari e difende l’”Humanae vitae” di Paolo VI sulla paternità responsabile. Buon conservatore in dottrina, riformista nella vita ecclesiale, trova insopportabile lo sfarzo ecclesiastico; incoraggia i parroci a vendere gli oggetti preziosi delle chiese a beneficio dei poveri; propone che le Chiese d’Occidente donino l’uno per cento al Terzo Mondo; patisce la contestazione. Alle amministrative del giugno 1975 – la stagione delle “Giunte rosse” – dichiara con il cardinale Michele Pellegrino che “il comunismo è incompatibile con il Cristianesimo”.

Interessante perché fuori dagli schemi l’attività pubblicistica, scrive su giornali e settimanali. Il suo libro più famoso è “Illustrissimi”, lettere argute e profonde ad autori e personaggi della storia o della narrativa (Pinocchio, Figaro e altri) che rivelano la sua passione letteraria. Vicepresidente per il Nord della Conferenza episcopale italiana, è sconosciuto all’estero, non ha esperienze diplomatiche né internazionali, sta alla larga dalla Curia. Il giornalista e storico bergamasco Marco Roncalli nella monumentale e documentatissima biografia “Giovanni Paolo I Albino Luciani” (San Paolo) racconta che un religioso agostiniano spagnolo gli dice: “Eminenza ho idea che faranno Papa lei”. Secca la risposta: “No, con questa pasta non si fanno gli gnocchi. Certamente non sarò io”.

Nonostante questi limiti, dopo la morte di Paolo VI, il Conclave lo elegge al terzo scrutinio: i cardinali lo scelgono perché pastore e “candidato di Dio”, terzo Papa nel XX secolo che passa dalla cattedra di San Marco al Soglio di Pietro, dopo Giuseppe Sarto (Pio X) e Angelo Giuseppe Roncalli (Giovanni XXIII). Il doppio nome manifesta la volontà di coniugare i pontificati di Giovanni e di Paolo. Spiega alla folla: “Io non ho la “sapientia cordis” di Papa Giovanni e neanche la preparazione e la cultura di Papa Paolo. Però sono al loro posto, devo cercare di servire la Chiesa”.

Il programma? Applicare integralmente il Concilio conservando intatta “la grande disciplina della Chiesa”. È il primo Papa che riceve i giornalisti e tiene una conferenza stampa che affascina i mille inviati. Non sopporta sfarzo, orpelli ed esteriorità. È umile: sostituisce l’”io” al “noi”, abolisce l’incoronazione e la sostituisce con una “celebrazione per l’inizio solenne del ministero di Pastore universale della Chiesa”. Le sue quattro udienze generali sono semplici e gustose “lezioni di catechismo”. Il Papa del sorriso muore a letto per un attacco cardiaco nella notte tra il 28 e il 29 settembre mentre legge delle carte. Lo trovano esanime alle 5,30 con la luce accesa. A posteriori la pubblicistica-spazzatura vaneggia di avvelenamenti e complotti: frottole subito smentite.

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