Bergamo. Sei anni dopo, Colognola torna al centro della cronaca per un sospetto omicidio. Il 20 dicembre 2016 a sconvolgere gli abitanti del quartiere cittadino fu la violenta morte della manager Daniela Roveri, trovata sgozzata nell’androne del suo palazzo di via Keplero. Lo scorso 22 aprile, s un centinaio di metri di distanza, Rosanna Aber, pensionata di 77 anni, è morta in circostanze misteriose cadendo dalla finestra del suo appartamento al quarto piano di piazzale della Scienza 1 che affaccia su via Einsten.
Il pubblico ministero Emanuele Marchisio ha aperto un fascicolo e la donna delle pulizie, una trentenne ucraina incensurata che era in casa con lei, è indagata per omicidio volontario. Secondo il suo racconto fornito agli agenti della Squadra Mobile intervenuti quel pomeriggio, l’anziana sarebbe caduta dalla finestra intorno alle 14 mentre stava pulendo i vetri.
Una versione che fin da subito non ha convinto e che ha iniziato a traballare quando i quattro figli della vittima, tra cui uno che abita sopra di lei, attraverso la banca hanno saputo che la madre si era accorta di un ammanco di circa seimila euro dal suo conto corrente e che quel pomeriggio si sarebbe dovuta recare dai carabinieri. Ma non ci è mai arrivata. I figli invece sì, qualche giorno più tardi hanno presentato denuncia e da lì è scattata l’indagine.
Dalle immagini delle telecamere dell’istituto di credito è emerso che la colf, difesa dall’avvocato Andrea Pezzotta (che preferisce non rilasciare dichiarazioni), era stata lì a prelevare denaro dal conto della vittima. Resta da capire come abbia fatto ad avere i codici di accesso.
Mercoledì (31 agosto) gli agenti della Scientifica hanno effettuato un sopralluogo nell’abitazione di Colognola per ricostruire la dinamica dei fatti e cercare di capire in particolare se la donna sia stata spinta o se si sia gettata volontariamente. Da quanto è emerso non ci sono elementi che possano avvalorare la tesi dell’omicidio preterintenzionale, quindi causato involontariamente, o dell’accidentalità, essendo troppo alto il parapetto della finestra.
Nel frattempo sono attesi a giorni gli esiti dell’autopsia, durante la quale è stato prelevato del materiale trovato sotto le unghie della pensionata, e quello degli esami tossicologici per stabilire se possa essere stata stordita con dei farmaci prima della caduta.
Ad avvalorare la tesi dell’omicidio volontario anche il modo in cui la 77enne si è gettata, definito anomalo da chi indaga. Ci sono poi le testimonianze di alcuni ragazzi che quel giorno erano seduti su una panchina nelle vicinanze: hanno raccontato di aver sentito due donne litigare e poi di aver visto anche la caduta. Proprio quella mattina, inoltre, Rossana Aber era stata in un’agenzia di viaggi a prenotare una vacanza e sarebbe partita a breve.
Sempre il 22 aprile, si era recata anche alla Caritas per consegnare i vestiti del marito, morto a gennaio dopo una lunga malattia. Un lutto che aveva turbato Rosanna Aber, che comunque non aveva mai dato segnali di crisi o depressione.
Lo confermano anche i vicini di casa. Maddalena Novali, pensionata, abita nell’appartamento a fianco a quello in cui si è consumata la tragedia: “La vedevo spesso e avevamo un buon rapporto – racconta ancora scossa – . Abbiamo i balconi vicini e ogni tanto scambiavamo qualche battuta. Nonostante l’età, era autonoma e in buona salute. Non l’ho mai sentita litigare con la donna delle pulizie, nemmeno il giorno in cui è morta. Ho ancora impressa negli occhi la scena del suo cadavere a terra, non la dimenticherò mai”.
C. A., una giovane che abita nel palazzo, esprime invece qualche perplessità sulla tesi della caduta accidentale: “È molto difficile cascare da una finestra come le nostre. Avrei potuto capire se fosse stata sul balcone, ma così no, non mi convince. Comunque non le ho mai sentite litigare. Quel giorno ero fuori per lavoro. Ricordo solo la Polizia quando sono tornata a casa”.
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