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Il programma

Alleanza Verdi e Sinistra si presenta: “Lavoro e ambiente le priorità per il Paese”

Tra i candidati il deputato Devis Dori, Gino Gelmi e l'ex sindacalista Dario Balotta. Con il sostegno di Europa Verde, Sinistra Italiana e Possibile, la coalizione propone più spazio ai giovani, ai comitati e all'associazionismo

“Alleanza Verdi e Sinistra”, sostenuta da Europa Verde, Sinistra Italiana e Possibile, presenta il programma, le candidate e i candidati per il territorio di Bergamo, aprendo così la campagna elettorale per le politiche 2022.

Nel pomeriggio di sabato 27 agosto, presso la sede del Mutuo Soccorso di Bergamo, si è tenuto l’incontro moderato da Alberto Magistro, della Segreteria provinciale di Sinistra Italiana.

L’introduzione è spettata al coordinatore provinciale Alfredo di Sirio: “La nostra alleanza vuole focalizzare la propria proposta su ambiente e lavoro, sulla risposta all’emergenza della crisi climatica con la transizione ecologica e alla crisi sociale con iniziative politiche che ridiano dignità al lavoro. L’innovazione tecnologica collegata alla transizione ecologica industriale può essere un’occasione per migliorare la qualità della vita, oppure lo strumento per far aumentare i profitti di pochi e la disoccupazione di molte/i. Per questo come Alleanza Verdi e Sinistra riteniamo che si debba istituire da subito un fondo per incentivare le imprese a sperimentare giornate o settimane di lavoro più brevi, senza intaccare il reddito dei lavoratori”.

Partire dalle imprese per arrivare poi ai lavoratori: “La crisi energetica ha fatto emergere che questa società è fortemente diseguale e ingiusta, da una parte grandi imprese come quelle energetiche, che fanno extraprofitti per almeno 40 miliardi, astronomici dividendi per i propri azionisti, evadono ed eludono il fisco, e dall’altra, persone e imprese che pagano sulla loro pelle questa ingiustizia”.

“L’Italia merita una politica con un progetto, che faccia scelte consapevoli della complessità delle sfide che affrontiamo cercando risposte che non escludano nessuno – afferma Caterina Ferrara di Possibile, Comitato Stefano Rodotà, Bergamo -. Il cambiamento climatico che richiede politiche energetiche sostenibili e scelte coraggiose per le rinnovabili; la progressività della tassazione e la redistribuzione della ricchezza per destinare le risorse alle emergenze sociali, alle categorie più deboli; il salario minimo per non avere più lavoratori poveri; i diritti: sono le parole chiave che condividiamo”.

“La “Possibile Italia” che abbiamo in mente offre a una giovane l’istruzione pubblica in scuole ben fatte, con insegnanti valorizzati; aiuta a trovare un lavoro giusto e dignitoso nelle condizioni e nella retribuzione e poi offre servizi per aiutare il percorso di vita; garantisce la libertà di scegliere del proprio corpo e del proprio destino, di essere cittadini senza distinzioni basate sulle origini, di avere gli stessi diritti senza differenze di genere o condizioni di vita. Vogliamo costruire una sinistra che offra a tutta la società pienezza di opportunità, è questo che intendiamo quando diciamo di volere una sinistra felice; e lo faremo, sempre sulle basi laiche, democratiche e antifasciste che sono la radice della nostra Repubblica”, conclude.

Le dichiarazioni dei candidati

Gino Gelmi, capolista Camera plurinominale di Sinistra italiana, 74 anni, di Albino, operatore sociale: “C’è una questione che mi sta particolarmente a cuore: il lavoro sociale povero. Un lavoro che si fa a contatto con le persone, che richiede una gestione emotiva significativa e che è svolto prevalentemente da giovani. Il processo di esternalizzazione che è attualmente in corso è fondato puramente su un’ottica di risparmio, di solito a scapito dei lavoratori, ma spesso anche dei fruitori di questi servizi. L’altro tema è il carcere: o noi cerchiamo di offrire alle persone che hanno commesso reato un’opportunità per riprendere un percorso di reintegro nella società oppure le lasciamo in mano all’ambiente criminale. I dati sulla recidiva parlano molto chiaro”.

“Il nostro è un programma elettorale ambizioso, fortemente alternativo a quello delle destre – Devis Dori, capolista Camera plurinominale di Europa Verde, di 42 anni, bergamasco, avvocato e deputato -. Ma il nostro vero programma elettorale è la Costituzione, che difenderemo di fronte agli attacchi delle destre in particolare nei confronti dei diritti civili. Sul territorio bergamasco poniamo un focus: sul problema del consumo di suolo, sulla qualità dell’aria, sul rischio di delocalizzazione all’estero delle attività produttive, sul trasporto pubblico locale, sul rischio di trasformazione della bassa bergamasca in un grande centro per la logistica, sullo sviluppo delle comunità energetiche e sul sostegno del terzo settore”.

Dario Balotta, capolista Senato plurinominale, Responsabile nazionale Trasporti di Europa Verde, 69 anni, ex sindacalista Cisl trasporti Lombardia: “C’è un aspetto che accomuna tutte le battaglie portate avanti sui territori: il disprezzo da parte della politica nei confronti dei cittadini che si organizzano. Comitati e associazioni totalmente ignorati e inascoltati. Così ci troviamo decine di milioni di euro sprecati per opere inutili, poi Rfi afferma di non poter modificare il progetto del collegamento Bergamo/Orio perché costerebbe troppo. Questi sono i paradossi. Come quello di vedere una Brebemi che è un totale fallimento, con un traffico simile a una strada provinciale a causa del costo dei pedaggi”.

Elisabetta Maffioletti, candidata Camera plurinominale di Sinistra Italiana, 26 anni, lavora in una Galleria d’arte e organizza eventi culturali, Coordinatrice cittadina e responsabile ambiente provinciale del partito: “Ho accettato di candidarmi perché ritengo che le/i giovani debbano necessariamente essere protagonisti nel disegnare il loro presente e nel costruire il loro futuro. Non è concepibile che non riescano a trovare qualcuno che ascolti il loro disagio e uno spazio dove esprimere la propria volontà di emancipazione sociale anche attraverso la politica”.

Cristina Ganini, candidata Senato plurinominale di Europa Verde, 58 anni, educatrice di scuola dell’Infanzia: “Sono numerosi i problemi che ci troviamo ad affrontare: famiglie che non si possono permettere di sostenere i costi per i servizi dell’infanzia come i nidi; scarso numero di medici di base; un numero elevato di medici abortisti che mettono a rischio l’attuazione della legge 194; i costi elevati per la cura dei propri animali domestici; studenti che a causa della pandemia e della didattica a distanza fanno fatica a socializzare e stare in mezzo agli altri”.

Dario Polini, candidato Camera plurinominale di Europa Verde, 39 anni, di Paratico/Sarnico, commercialista, responsabile nazionale economia e fiscalità di Europa Verde: “Già da tempo stiamo lavorando su varie proposte: una graduale abolizione dei SAD (sussidi ambientalmente dannosi) e la loro sostituzione con i SAF (sussidi ambientalmente favorevoli); tassazione delle multinazionali; salario minimo; legge sulla rappresentanza sindacale; riforma del terzo settore; digitalizzazione della pubblica amministrazione; smart working. Molti di questi temi sono confluiti nel nostro programma elettorale”.

Diego Schettino, candidato Camera plurinominale di Europa Verde, 25 anni, residente a Milano, consulente, Responsabile nazionale di Europa Verde sulle politiche della disabilità: “La pandemia ci ha lasciato in eredità una situazione drammatica, eppure il nostro è un Paese in cui la salute mentale non è messa tra i primi posti. Il sistema sanitario ha mostrato tutte le sue carenze e sono state soprattutto le persone più fragili a pagare il prezzo della malagestione. La giustizia sociale presuppone anzitutto uno sguardo rivolto ai più fragili, nessuno deve rimanere indietro”.

Le conclusioni sono state affidate a Luciana Castellina, della direzione nazionale Sinistra Italiana, giornalista, autrice e scrittrice, più volte eurodeputata e presidente onoraria dell’ARCI dal 2014: “Abbiamo un’astensione del 60%, che in Italia non era mai stata così enorme e in questa campagna elettorale rischia di aumentare. Bisogna che ci chiediamo perché, cominciando dal dire il modello di democrazia rappresentativa che abbiamo conquistato con fatica dopo il fascismo oggi non funziona più. I  cittadini non si sentono più protagonisti, sono semplicemente quelli che ascoltano un certo numero di persone che stanno in parlamento e che raramente rispecchiano le loro problematiche.  Questa campagna elettorale serve per capire meglio cosa dobbiamo fare per ridare sangue, polpa, significato e senso alla democrazia. Per capire perché non funziona la democrazia basta che facciamo degli esempi, i progetti riguardanti la mobilità (treno per Orio) e una pubblica amministrazione che ignora quello che fanno questi comitati, può essere una democrazia quella in cui tra la pubblica amministrazione e quelli che sul territorio fanno politica non c’è comunicazione alcuna”.

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