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Il viaggio

Marco Togni, da Urgnano alla Thailandia in bici: “Inseguo il mio sogno” video

Ha 26 anni e ha lasciato il lavoro per partire per un viaggio da 15mila chilometri: "Non so quando tornerò, non voglio pianificare nulla"

Bergamo. Marco Togni ha 26 anni, vive a Urgnano e fino a pochi giorni fa lavorava come autista e magazziniere a Seriate. Si è licenziato per inseguire il suo sogno: viaggiare, esplorare, conoscere. L’11 settembre partirà per un viaggio che lo porterà a percorrere circa 15mila chilometri, fino in Thailandia “perché è il mio sogno, ma chissà, forse andrò anche oltre”. Fissata la data di partenza, ma non di arrivo.

Saranno soltanto lui e Gianna, la sua bicicletta da cicloturismo: “È la mia prima, l’ho comprata a inizio anno, quando ho deciso di partire. Non sono mai stato un ciclista ma ho sempre fatto sport: calcio, passeggiate in montagna, corse. La bicicletta è il mezzo perfetto per questo viaggio: permette di non perdere troppo tempo ma anche di ammirare i paesaggi”. Ha frequentato il Liceo Mascheroni, poi ha iniziato a lavorare. Ma si è reso conto che “questo non è il mio posto: ho 26 anni, è il momento giusto per partire. Ho bisogno di fare quello che mi sento: voler andare via è stata una cosa istintiva”.

“Uscirò dall’Italia in zona Trieste” spiega, “poi farò Slovenia, Croazia, Montenegro, Albania, Grecia, Turchia, Iran, Pakistan, India, Bangladesh, Myanmar e Thailandia”. Mare, montagna, città, deserto. “All’inizio farò 50-60 chilometri al giorno, poi magari anche 100”. Ma non vuole fare programmi o piani: vuole vivere alla giornata, visitare, scoprire, tanto che non ha fissato alcun limite temporale: “Non voglio pianificare, non ha senso: non voglio precludermi nulla, voglio godermi tutto il viaggio. Anche se devo ragionare sulle strade da percorrere”. Si aiuterà con applicazioni e piattaforme che lo connettono a tutto il mondo e ‘facilitano’ il viaggio, suggerendo percorsi ad ogni latitudine e richiedendo ospitalità, piuttosto che offrire lavori. Soluzioni creative: “Alla fine è come un viaggiare a costo zero, dovrò ingegnarmi un po’”.

E l’ingegno servirà anche per preparare i bagagli, attaccati a Gianna e con spazio ovviamente limitato. “Ogni spazio diventa vitale, e anche ogni grammo. Dovrò portare l’essenziale”. E l’essenziale si traduce in “vestiario di base per pedalare e per vivere, tenda, sacco a pelo, materassino, fornelletto a legna, due pentole, una seggiola da campeggio, due telefoni, una GoPro, un pannello solare che sarà la mia fonte primaria di energia, un paio di power bank, un kindle per leggere”.

Marco Togni e la sua 'Gianna' (Instagram @viaggiatoro)

“Cercherò di godermi tutto: i luoghi, le persone, le culture”, continua, “durante i miei viaggi ho imparato che la strada insegna tantissimo, più di ogni altra cosa, vivere su pelle come le persone affrontano i problemi, che problemi hanno, come pensano. Aiuta a vivere in modo sempre più rispettoso del prossimo e dell’ambiente, cercherò di trarre sempre più insegnamento. Voglio imparare da tutte le diversità che i posti mi sapranno offrire. Mi butterò a capofitto nel cibo locale, anche se fossero insetti: già che sono lì… Poi se riuscissi a vedere un leopardo delle nevi sulle montagne del Pakistan, visto che è il mio animale preferito, potrei essere felice: magari qualche escursione con gente locale che può aiutarmi a vederne uno selvatico. Se ci riuscissi, il mio viaggio potrebbe anche finire lì”.

Dal 2017 la prospettiva di Marco è cambiata radicalmente, dopo aver intrapreso il cammino di Santiago. Lungo gli 800 chilometri che ha percorso, Marco si è reso conto che “la cosa più preziosa che abbiamo è il tempo”, dice, e che “avere filtri non serve a niente”. “In una società frenetica come la nostra ci diamo troppa poca importanza: io sono sempre stato sognatore e curioso, ho iniziato a fantasticare. Mi hanno ispirato libri, film. Nel mondo c’è tanto da scoprire”. A spingerlo a partire per Santiago de Compostela è stato un film visto quasi per caso, in una sera come tante, insieme ad un amico.

Viaggia in solitaria da diversi anni: lo scorso anno Norvegia, “una terra selvaggia, primordiale, c’è tanta connessione con la natura”, Egitto. “Più che farmi la vacanza divertimento, ho cercato di scoprire, anche se solo per tre settimane all’anno. Il rapporto con la natura mi affascina tantissimo. Nel 2019 ero partito per andare in Spagna e fermarmi in qualche posto che mi piaceva, ma frequentavo una ragazza e ho deciso di tornare”.

Anche questa volta il biglietto (solo virtuale) sarà di sola andata. “Pensare di partire è facile, ma è sempre il primo passo quello da fare. Decidere. Il primo limite è quello mentale che ci impone anche la società, un ‘però’ che diventa un muro. Se uno pensa di fare una cosa, deve buttarsi e farla”.

E i genitori? “Si fanno vedere abbastanza tranquilli, ma so che sono un po’ preoccupati: potrei attraversare paesi con poca stabilità civile e sanitaria, ma hanno capito che stare qui mi sta stretto. E sanno che per inseguire la mia felicità devo andare altrove, quindi non hanno fatto opposizione”. Non lo perderanno d’occhio: attraverso un Gps potrà segnalare loro la sua posizione in ogni momento”.

Anche per loro, come per Marco, sarà un’esperienza unica, da cui chissà, potrebbe nascere qualcosa destinato a rimanere: “Non so se sarò in grado di scrivere un libro, o se questo viaggio possa diventare un documentario, ma mi piace documentare e fotografare e sono appassionato di scrittura”.

Sarà possibile seguire il viaggio di Marco ogni settimana su BergamoNews attraverso un video-documentario che ci manderà. Pubblicherà contenuti anche su Instagram: lo si può seguire al profilo “@viaggiatoro”.

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