In un Gewiss gremito ai limiti della capienza (come era solito dire il grande Sandro Ciotti), la Dea ferma sull’1-1 i campioni d’Italia disputando una prova gagliarda.
La formazione nerazzurra ha giocato con grande acume tattico, ben messa sul terreno di gioco, tenendo sempre sotto pressione gli avversari. Una prestazione intelligente da parte dei giocatori di Gasperini che non si sono mai buttati all’arrembaggio, cercando piuttosto di contenere le offensive milaniste e sfruttando le occasioni che le sono capitate.
Proprio su una di queste è arrivato il vantaggio atalantino alla mezz’ora, grazie a un tiro di Malinovskyi (si, proprio lui), leggermente deviato da un difensore avversario. Il Diavolo non è stato in grado di reagire adeguatamente nell’immediato e così il primo tempo si è chiuso con la Dea avanti.
Nella ripresa gli uomini di Pioli hanno calato i pezzi da novanta in attacco e i nostri hanno dovuto faticare non poco a contenere le sfuriate avversarie. Ma è dai piedi di un centrocampista che arriva il pari rossonero, ossia da Bennacer che con un sinistro micidiale non lascia scampo a Musso.
Nei venti minuti finali entrambe le formazioni provano a vincere la gara ma alla fine il pari è il risultato giusto di una prova divertente e all’altezza delle aspettative.
Molto convincente la prova dell’ucraino nerazzurro (il migliore a mio avviso tra i nostri) che ora difficilmente verrà lasciato partire, ma in generale comunque tutti gli atalantini sono stati sufficienti, sfoderando come detto una prova corale da squadra navigata. Bene Musso, ottimo De Roon in mezzo al campo.
Il Milan è sembrato spesso subire l’aggressività dei nerazzurri non riuscendo così a esprimere a pieno le proprie potenzialità. Ma questa Dea, fondamentalmente ancora incompleta, ha nuovamente dimostrato di essere all’altezza della situazione.
Mancano ancora una decina di giorni alla chiusura del mercato: stiamo a vedere cosa succede e poi, come sempre, lasciamo lavorare il Gasp. Nel frattempo la trasferta di Verona: Hellas avversario ostico, ma i nostri ci hanno abituato a grandi prove.
commenta