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La camminata

Il Monte Resegone, una terrazza panoramica fra lago e cielo fotogallery

Il Monte Resegone è una meta obbligatoria per gli appassionati bergamaschi di trekking

Lo spettacolo offerto in vetta al Monte Resegone e la vicinanza con il Rifugio Azzoni lo rende particolarmente attraente per tutti coloro che vogliano cimentarsi con il mondo della montagna. Visibile sia dalle cime della Val Imagna sia da quelle della Valsassina, il Resegone spicca dall’alto dei 1895 metri per via delle sue nove punte che ricordano per certi versi la lama di una sega.

Noto anche con il toponimo “Monte Serrada”, il complesso è di formazione relativamente recente come dimostrato dall’ampia presenza di dolomia risalente al Triassico Superiore, un aspetto che lo rende ancor più affascinante agli occhi degli escursionisti. Ciò che sicuramente l’ha reso negli anni una meta particolarmente amata è sicuramente la varietà di paesaggi che si possono osservare dalla cima che vanno dal contesto urbano offerto dalla vicina Lecco agli ampi pascoli della Costa del Palio senza dimenticare il Lago di Como a farla da padrona.

Il suo fascino spinse le autorità milanesi a imporre un vincolo paesaggistico nel corso dell’Ottocento noto come “Servitù del Resegone” che imponeva agli edifici agli edifici a nord dei bastioni di Porta Venezia di non superare l’altezza di due-tre piani al fine di potersi godere il panorama offerto dalla montagna e dalle Prealpi circostanti. Questo curioso provvedimento venne tuttavia infranto a partire dal 1887 quando nei pressi dello Stradone di Loreto (oggi noto come Corso Buenos Aires) sorse Palazzo Luraschi che spazzò via gli ultimi resti del Lazzaretto manzoniano e, per certi versi, un romantico spicchio sul passato.

Per chi voglia godersi concretamente la bellezza del Resegone deve superare le pendenze dolci che accompagnano il gitante dal piccolo abitato di Brumano sino alla meta dopo aver superato novecento metri di dislivello distribuiti su 4,6 chilometri e circa due ore di camminata. Dopo aver lasciato l’auto all’interno del centro storico del comune imagnino, si raggiunge la chiesa parrocchiale di San Bartolomeo dove prende il via il sentiero CAI numero 587 che gradualmente risale lungo i prati che un tempo segnavano i confini fra il Ducato di Milano e la Repubblica di Venezia.

L’iniziale mulattiera lascia gradualmente spazio a un tradizionale sentiero montuoso che sinuosamente entra nel bosco prima di trovare il Rifugio Resegone, primo punto d’appoggio per chi desidera intraprendere la salita e voglia iniziare a godere lo scenario della Val Imagna settentrionale. Lasciatisi alle spalle l’edificio, il percorso prosegue all’interno di un ampio bosco di latifoglie attraversando un tratto pianeggiante prima di intraprendere la salita finale che conduce l’escursionista al Rifugio Azzoni e successivamente alla Punta Cermenati dove svetta una grande croce in metallo.

Mentre le pendenze si fanno pian piano più arcigne, prima di lasciare il bosco si incontra il sentiero CAI numero 571 proveniente dalla sorgente Forbesette (1.405 metri) e raggiungibile anche da Morterone, noto per esser il più piccolo comune d’Italia con i suoi trentuno abitanti.

Il medesimo tracciato è tuttavia utilizzato in discesa da coloro che vogliono completare il Periplo della Valle Imagna, percorso che tocca le principali vette dell’area attraverso un giro ad anello con partenza da Almenno San Salvatore e arrivo a Clanezzo. Dal bivio il cammino tocca le pendenze più elevate uscendo velocemente dal bosco e accompagnando l’appassionato di montagna in un paesaggio contraddistinto dalle rocce del Resegone, ormai visibile e distante poco più di mezz’ora.

Prima di salire gli ultimi scalini che portano alla croce è infine possibile fermarsi al Rifugio Azzoni, posto a 1860 metri sul livello del mare e risalente all’inizio del Novecento quando la struttura fungeva da baita adibita ricovero per caprai e cacciatori. Acquistato dall’ingegnere Enrico Daina e ristrutturato al fine di offrire uno spazio agli escursionisti, il fabbricato passò nelle mani della Società Escursionisti Lecchese (S.E.L.) nel 1923 che decise di intitolare lo spazio allo stesso e gestirlo negli anni successivi.

La distruzione compiuta dalle truppe nazifasciste durante la Seconda Guerra Mondiale non spense la passione dei membri del S.E.L. che negli anni Cinquanta ricostruirono il fabbricato intitolando a Luigi Azzoni, consigliere e cassiere dell’associazione nonché protagonista di questo intervento. Accompagnato a partire dal 1965 dal bivacco “Città di Lecco”, il Rifugio Azzoni funge anche da punto d’arrivo per i diversi sentieri che partono da Lecco e provincia così come per le varie vie ferrate che punteggiano il Resegone fra le quali spiccano le impegnative “Gamma 1” e “Gamma 2” oltre la “Ferrata del Centenario”, la più antica della Lombardia.

L’ultimo sforzo per coloro che vogliono godersi il paesaggio circostante è quello di superare i quindici metri finali di dislivello salendo sino a Punta Cermenati, dedicata all’omonimo naturalista e politico lecchese e punteggiata dalla celebre croce. La storia di quest’ultima iniziò nel 1900 quando un gruppo di giovani decise di issarvi un’effigie in legno, presto distrutta a causa delle intemperie. Il 16 agosto dello stesso anno venne quindi sostituita da una croce in metallo che ebbe tuttavia vita breve per via dei fenomeni atmosferici e degli atti di vandalismo che contribuirono alla sua rovina avvenuta nel 1902.

L’attuale struttura venne quindi edificata nel 1925 a seguito di un intervento di abbassamento della vetta di due metri e del conseguente spianamento a cui seguì nel 1981 l’inaugurazione dell’altare antistante consacrato dall’arcivescovo di Milano Carlo Maria Martini. Amato da Alessandro Manzoni tanto da esser citato nel primo capitolo dei Promessi Sposi, il Resegone rimane una delle vette più ambite dai bergamaschi che, muniti di scarponi e abbigliamento tecnico, possono godersi in qualsiasi stagione la bellezza della natura circostante.

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