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Treviglio

Fim Cisl: “In Same c’è dittatura sindacale”, la Fiom: “Abbiamo l’84% dei voti”

Fim Cisl contesta l’intesa tra azienda e metalmeccanici Cgil. Per integrativo trattativa con la sola Fiom. Nieri: “Scelta spudorata e risultato scarso”. La replica di Andrea Agazzi della Fiom Cgil

Uno scontro duro tra i due principali sindacati dei metalmeccanici sulla Same di Treviglio. La Fim Cisl attacca la Fiom Cgil che in Same ci sarebbe una dittatura sindacale, la Cgil risponde: abbiamo l’84% dei voti. Di seguito le loro posizioni.

L’ATTACCO DELLA FIM CISL 
“L’azienda, nonostante le sue dimensioni qualitative e quantitative, si è resa complice dell’istituzione di una dittatura sindacale di cui fatichiamo a trovare altri esempi. Da anni in Same cercano di farci assistere a un film scritto, diretto e interpretato da altri e nel quale ci vogliono solo come comparse, perlopiù in scene di gruppo. È avvilente, oltre che particolarmente ingiusto e fastidioso”.

Luca Nieri, segretario generale Fim Cisl Bergamo, riassume così l’ennesima puntata della “novela Same”, nella quale azienda (leader mondiale da 80 anni nella produzione di trattori, macchine agricole) e Fiom Cgil, sindacato maggioritario ma non unico nella composizione della RSU di fabbrica, giocano da soli e su tavoli separati le sorti e il futuro dei dipendenti. “Lo hanno fatto anche questa volta, come già tentato in precedenza, ma quest’anno ci hanno presentato un integrativo già scritto e già presentato ai lavoratori per il voto, senza nemmeno l’apparenza di incontri, comunque inutili, con noi e la UILM. L’azienda ha fatto così una scelta netta, dichiarata e, soprattutto, spudorata, tra l’altro nell’occasione di un contratto aziendale abbastanza scarso, nel quale avremmo potuto dare contributi importanti”.

“Come ormai accade da anni, in Same la direzione ha deciso di scegliersi serenamente la controparte più comoda e più morbida con cui interloquire al tavolo di trattativa– rincara la dose Roberto Todaro, operatore sindacale Fim di Treviglio. La Fiom con la propria RSU, si presta altrettanto serenamente a questo gioco che favorisce solo le casse dell’azienda e nessun altro”.

Nella giornata di venerdì 15 Luglio la direzione aziendale ha convocato la RSU comunicando, con serena trasparenza, di avere già svolto in questi mesi una trattativa solo con Fiom e la sua RSU per il rinnovo del contratto aziendale arrivando all’ipotesi votata dai lavoratori nei giorni scorsi. Questo comportamento adottato, secondo Fim Cisl, è una violazione di diverse normative di rappresentanza ma anche di alcune sentenze definitive che obbligano ed intimano all’azienda di interloquire con tutte le parti sindacali presenti in azienda e con tutti i rappresentanti della RSU.
“Inoltre – continua Todaro – viola il principio democratico tale per cui in democrazia anche le minoranze devono essere rappresentate ed interpellate,
ma probabilmente per entrambi questo principio assume un significato distorto di proposito, in nome della convenienza dei propri interessi di bottega, che noi della Fim Cisl non intendiamo barattare. Come sempre ci chiediamo i motivi che portano a trattative carbonare, svolte sottobanco e di nascosto dalla Fim Cisl , che ha sempre dato piena disponibilità ad incontrarsi e a discutere su tutto e con tutti senza porre veti, come invece seguitano a fare azienda e Fiom, persino l’una nei confronti dell’altra”.

I contenuti dell’accordo, prosegue il sindacalista, “ci sembrano totalmente sbilanciati a favore dell’Azienda in cambio di una “misera mancia salariale” ai lavoratori, che invece per noi sono il perno centrale dei risultati economici conseguiti da SAME Spa in questi anni. Oltretutto l’accordo è stato fatto votare con la prospettiva di discutere entro i primi mesi del 2023 di ulteriore flessibilità (altro elemento totalmente a favore dell’azienda) senza che il lavoratore votante sappia di quante ore si stia parlando. Rimaniamo basiti davanti al comportamento di un sindacato come Fiom, che si autoproclama grande paladino di giustizia, trasparenza e democrazia, ma che allo stesso tempo si permette di continuare a prendere in giro i lavoratori. Alla luce di questi fatti ci riteniamo fieri di non aver preso parte a questa farsa e di essere stati esclusi da un banchetto dove sul tavolo c’era, come sempre, il fondoschiena dei lavoratori della Same!”.

LA RISPOSTA DELLA FIOM CGIL
Nella mattina di lunedì abbiamo letto sulla stampa locale le dichiarazioni della Fim Cisl di Bergamo in merito al rinnovo dell’integrativo in Same. La presa di posizione della Fim Cisl di Bergamo, oltre che ad essere pessima nei toni utilizzati, ci appare come una inutile provocazione. Il tentativo di acquisire visibilità senza entrare nel merito della questione.

“Per la Fiom Cgil di Bergamo risultano inaccettabili considerazioni di questo tipo, in cui veniamo accusati di “dittatura sindacale” e di essere in “combutta con l’azienda”, quando per noi, a differenza di altri, il voto delle lavoratrici e dei lavoratori è sempre vincolante per la firma definitiva degli accordi – afferma Andrea Agazzi, segretario provinciale Fiom CGIL Bergamo -. Consultazione dei lavoratori che è avvenuta anche in Same con un consenso sull’ipotesi di accordo che, fra i votanti, ha superato il 90%, voto aperto a tutti. E, sempre a proposito di democrazia, è bene ricordare che alle elezioni della Rsu la Fiom ha ottenuto oltre l’84% dei consensi, eleggendo 18 delegati su 22. Spingersi a definire “misera mancia salariale” un accordo che, a regime, porta ai lavoratori Same incrementi consistenti e per la maggior parte non legati ad indicatori variabili, significa o non conoscere i contenuti dell’intesa presentata nelle assemblee, oppure non avere un quadro complessivo della contrattazione nel nostro territorio. Come Fiom Bergamo abbiamo sempre operato con la convinzione che l’unità sindacale sia da ricercare fino all’ultimo: attacchi gratuiti alla Fiom, per giunta con queste modalità, rischiano di rendere questo esercizio più complicato. Per il bene dei lavoratori ci auguriamo che questa dichiarazione rappresenti uno spiacevole scivolone, e che non si ripeta in futuro”.

 

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