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L'analisi

Atalanta, un Boga che fa gol può ridare fiato all’attacco

L'ivoriano può crescere, per la prima volta all'esame di Gasperini nella preparazione estiva. Rebus Ilicic: ma è proprio necessario che se ne vada?

Clusone. Se l’Atalanta vuol tornare a essere l’Atalanta del Gasp che ci ha fatto divertire, deve recuperare i gol che ha perso nelle ultime due stagioni: ne ha fatti 65 nell’ultimo campionato contro i 90 della stagione precedente quando è arrivata terza e i 98 del 2019-20, sempre al terzo posto.

Un po’ meno ne ha realizzati nel 2018-19 (77), quando è ancora arrivata al terzo posto.

Comunque, a prescindere dal piazzamento Champions, che è stato una conquista straordinaria e forse (speriamo di no) irripetibile, nel Dna dell’Atalanta di Gasperini c’è la vocazione a fare tanti gol. E da lì bisogna ripartire, su questo punto ha anche insistito sempre Gasperini: mercato? Datemi un attaccante, anche due, che dietro mi arrangio, non è un problema. E infatti ha inventato la soluzione de Roon, più volte riproposta e Marten, che risponde sempre presente, non ha fatto certo male, anzi.

Ma torniamo al gol. La prima esibizione in Val Seriana non tradisce le aspettative dei tifosi, che come sempre riempiono la tribuna di Clusone: almeno duemila i presenti affamati di calcio, soprattutto per rivedere da vicino i loro nerazzurri preferiti. Chiaro, non è la Rappresentativa della Val Seriana che può dare indicazioni serie al mister, le amichevoli di inizio stagione servono per valutare i nuovi e capire che cosa serve, per migliorare la squadra.

Uno che in un certo senso è nuovo è Boga, che è arrivato nel gennaio scorso e da lui ci si aspetta un salto di rendimento, perché quello che abbiamo visto quest’anno non può essere il vero Boga: zero gol in campionato, un gol in Coppa Italia, uno in Europa League nel coast to coast a Leverkusen. Una giocata spettacolare, rimasta purtroppo anche l’unica.

Ecco, l’ivoriano ex Sassuolo ha ricominciato con una tripletta, di cui due gol spettacolari da fuori area, come non gli abbiamo mai visto fare in campionato. Che siano servite a qualcosa le recenti dichiarazioni di Gasperini in un’intervista alla Gazzetta? “Boga è stato pagato come un campione decisivo, ma al momento è un giocatore individuale e basta. Ma è giovane, imparerà”.

Ha 25 anni e se si potesse ritrovare il vero Boga, quello degli 11 gol e 2 assist in 34 partite del 2019-20, servirebbe tantissimo per ridare benzina a un attacco che si è scoperto col fiatone, nel campionato appena concluso. E la cura Gasp, partendo dalla preparazione estiva, dovrebbe sgombrare il campo dagli equivoci.

Resta nel frattempo aperto il discorso Pinamonti, che di gol ne ha fatti 13 con l’Empoli (come Pasalic, che non è proprio un attaccante), ha appena 23 anni e le caratteristiche giuste per alternarsi a Zapata o fare coppia con Muriel. Ma la trattativa non si è ancora risolta e ci sono altre pretendenti (Monza, pare anche il Sassuolo).

A Clusone si sono rivisti subito Zapata e Muriel, entrambi un gol a testa ma, a parte i gol amichevoli che contano relativamente, da loro ci si attende molto dopo una stagione in frenata: Duvàn, ancora in doppia cifra ma le 10 reti (e 24 partite) nell’ultimo campionato sono il minimo per lui nell’Atalanta, aveva fatto meglio l’anno scorso (15 gol e 37 partite), il massimo alla prima stagione atalantina (23 gol in 37 partite).

Mentre Muriel ha dimezzato il proprio rendimento, 9 gol nell’ultimo campionato rispetto ai 22 e ai 18 delle precedenti stagioni nerazzurre. Chiaro: se i colombiani tornano quelli di prima, gran parte del problema gol è risolta. Può dare un buon contributo Ederson, uno che sa inserirsi in area (ha fatto gol anche contro l’Atalanta a Bergamo), ha mostrato già buoni spunti nella prima amichevole e anche Colantuono, che l’ha fatto esordire in Serie A a Salerno, garantisce su di lui: “Ha corsa, ha forza, non è male tecnicamente. Avevo detto che è una buona opportunità, sicuramente l’Atalanta ha preso un buon giocatore”. Altro discorso per Miranchuk, che in amichevole ha fatto tre gol, ma non dà mai garanzie di rendimento quando…il gioco si fa duro, in campionato. Ha le valigie in mano, difficile che resti.

Poi c’è il ragionamento sentimental-calcistico su Ilicic: vale davvero la pena cederlo? I tifosi gli chiedono di restare, la società lo ha sempre aspettato, Gasperini lo ha coccolato. Il Professor Josip si è ripresentato con qualche colpo di tacco e un assist, tanto è bastato per infiammare la platea che lo ama, come prima e più di prima. Ilicic ha un altro anno di contratto, però più di tutto conta quello che ha in testa: non è mai rimasto tanto in un club, quattro anni a Firenze, cinque all’Atalanta. E a Bergamo, se vuole, può ancora divertirsi e regalare alcune delle sue giocate che solo lui può proporre. Ci pensi bene, prima di andarsene.

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