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Dopo la scissione

M5S, la consigliera di Bergamo: “Doccia fredda, ma resto dove sono, con Conte”

"Continuo a credere nei valori del mio partito"

Bergamo. E mentre Luigi di Maio prende e se ne va, come successo nella serata di martedì, lasciando il Movimento 5 Stelle per dar vita ad un nuovo partito, il suo, ‘Insieme per il futuro’, continua lo scouting nelle fila dei suoi uomini e le conseguenti fiammate d’orgoglio grillino di chi, al contrario, resta fedele alla maglia e butta benzina sul fuoco.

Da una parte ci sono una sessantina di fedelissimi, tra i quali nomi altisonanti della politica romana, pronti alla dipartita verso una “nuova terra promessa” sotto la guida dal leader campano, e dall’altra la pletora dei contiani che sogghignano al remake in chiave soft delle Idi di marzo. Il primo a commentare, poco dopo il fattaccio, con un sorriso sornione e non certo senza ironia, è Giuseppe Conte, l’uomo del partito di Beppe Grillo, che ha dichiarato “Sono sereno. La scelta di Luigi? Cercava un pretesto, stava aspettando”. E se da un lato, quindi, c’è chi non aveva dubbi, dall’altro, c’è chi l’ha vissuta come una doccia gelata.

È il caso di Sonia Coter, consigliera comunale a Bergamo: “Sono molto dispiaciuta per quanto è successo – racconta -, anche perché i dissidi e i problemi in una forza politica ci sono sempre, direi che sono all’ordine del giorno. Non è certo la prima volta che assistiamo a situazioni di divergenza, ma si erano sempre risolte, la soluzione si era sempre trovata dialogando insieme. evidentemente, questa volta, la frattura era insanabile e non è stato possibile”.

Non se l’aspettava, dunque?

Assolutamente no. Poi, sa, la politica fatta e vissuta a Roma è diversa da quella che facciamo noi, impegnati sul territorio. Certo, a bocce ferme mi rendo conto che il momento che sta vivendo il mio partito è davvero critico. Ma, anche per questo, penso si debba vedere il bicchiere mezzo pieno, ovvero, sfruttarlo come una possibilità per ripartire e costruire. In questo senso, infatti, sono pienamente d’accordo con quanto ha detto Dario Violi, il nostro nuovo coordinatore regionale, che sostiene che la riorganizzazione debba partire dai territori, gli stessi per i quali siamo chiamati a lavorare tutti i giorni.

Calarsi di più sulla nostra realtà ed essere vicini ai cittadini, è questo che intende?

Sì, intendo dire che il nostro operato è largamente distante da quello nazionale e il tutto va riportato ad una misura consona, a misura d’uomo direi. Vanno fatte una serie di riflessioni importanti per cercare non solo di riportare il Movimento ai suoi antichi splendori, ma anche per poter utilizzare questo momento come stimolo alla crescita, cercando di farlo in maniera decisa e compatta.

E sulla questione Di Maio quale è la sua posizione?

Io la penso esattamente come Violi, sia per quanto riguarda il tema dell’invio delle armi in Ucraina che per il resto. Sto dalla parte di Conte perché i valori di pace e l’uso della diplomazia come strumento di dialogo tra i popoli sono gli stessi che ho sposato quando sono entrata a far parte del Movimento: non ho cambiato idea rispetto a questo e non credo l’abbia fatto il mio partito. Quindi, in sintesi, direi che resto esattamente dove sono.

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