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Il leader di azione

Calenda lancia Carretta: “Lo vedrei bene come sindaco di Bergamo” video

Alla fiera dei Librai per presentare il suo terzo saggio: "La libertà che non libera, riscoprire il valore del limite"

Bergamo. Politico e dirigente d’azienda italiano, europarlamentare e segretario nazionale di Azione, ma anche saggista. Carlo Calenda si presenta come un uomo assolutamente poliedrico, venuto a Bergamo, alla fiera dei Librai, per presentare la sua nuova fatica letteraria, la terza in sei anni, “La libertà che non libera, riscoprire il valore del limite”, opera che celebra l’arte dell’etica politica.

Il libro racconta le piaghe dell’Occidente, dalla Pandemia alla guerra. Eventi drammatici, i cui segnali potevano già essere colti per tempo.

A partire dagli anni ottanta l’unico perno della nostra civiltà è diventato l’individuo e la sua ricerca di illimitata libertà e di crescente appagamento materiale. Negli ultimi 30 anni infatti il nostro solo scopo è stato quello di preservare e perseguire la nostra libertà in forma completamente illimitata e contemporaneamente la nostra voglia di garantire i nostri beni. E questo ha cambiato profondamente il principio di proibizione: non accettiamo più che nessuno ci metta delle regole. Il Covid-19 e la guerra in Ucraina ci obbligano a un repentino cambiamento di prospettiva. Ma i segnali di fragilità etica dell’Occidente erano già visibili da molti anni: la confusione tra desideri e diritti; la politica ridotta a mutevole stile di consumo; la cancellazione della storia e dunque dell’identità; l’assenza di moderazione in tanti campi dell’agire pubblico e privato; il rifiuto dei valori della competenza, dell’autorità e dell’educazione formale; la difficoltà ad accettare le categorie morali di obbligo, dovere e gerarchia. Si è diffusa una cultura che nega il valore del limite. Abbiamo bisogno di ristabilire dei limiti, anche per essere felici come individui.

Le regole preparano alla vita, quindi?

Assolutamente sì, anche perché la partecipazione civica e la vita contemplativa sono completamente cadute. Oggi abbiamo un Paese che è il più ignorante d’Europa e che, paradossalmente, la gente visita di più. E questa è grande sconfitta per noi, una lacuna che va colmata.

Da dove nasce la sua passione per l’etica, il perno dei tre saggi che ha scritto in questi sei anni?

Io sono molto appassionato di storia e di filosofia da sempre e cerco di connettere il bello e il giusto sia a livello individuale che a livello comunitario. Credo che questo sia il centro della materia politica e il fatto che i giovani non ci credono più è proprio perché hanno smarrito il senso e il valore dei grandi temi della vita, come l’associazionismo, le condotte, le scelte e l’impegno. E’ il cittadino a determinare e a tracciare la via e credo che, in questo momento, la direzione presa abbia fatto sì che la nostra società si sia veramente imbruttita.

Quale è lo stato della politica italiana?

Ritengo che oggi i politici siano preoccupati di avere la pancia e non si preoccupano, ad esempio, di non leggere. In questo libro io provo a spiegare anche questo. In questi anni ho visto un’Italia provata: sono certo che anche in queste amministrative l’adesione calerà ancora, perché la gente è stanca e non ci crede più. Di contro però credo che non occuparsi della cosa pubblica sia immorale. Compito di un politico è anche questo, spiegare che questo atteggiamento è sbagliato.

Come vede le prossime elezioni Regionali?

Alle prossime Regionali mi aspetto che sia una coalizione forte che non tenga dentro i 5 Stelle. Si è fatto il nome di Cottarelli che è una persona seria e preparata. Noi abbiamo un consigliere regionale che è di Bergamo, Niccolò Carretta, che vedrei anche molto bene come sindaco di Bergamo. Noi lavoreremo e lo faremo bene per garantire vita a questa coalizione, anche a livello nazionale perché da una parte abbiamo una sinistra che è condizionata dal no su tutti i fronti dei 5 Stelle e una destra che ha dentro posizioni sull’Europa completamente differenti e pure anti europeista, oltre tutto in un momento in cui la stessa ci deve e ci vuole garantire molti fondi.

E quale è la posizione di Azione?

Noi siamo aperti a qualunque tipo di coalizione, siamo pronti a lavorare per l’Italia. Vogliamo costruire un’area di centro fatta di serietà e pragmatismo, un’alleanza vera, quella in cui crediamo, che sosterremo purché non siano all’interno né populisti né sovranisti.

 

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