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La campagna

Aumentare il numero dei medici di base: il Pd di Bergamo raccoglie 3500 firme video

Nella bergamasca il maggior numero di adesioni. Carnevali: "La nostra regione non è attrattiva per i giovani in formazione. Un terzo dei posti disponibili non è coperto"

Bergamo. “Al netto di Milano siamo la provincia lombarda che ha raccolto più firme. In poche settimane abbiamo raccolto 3500 adesioni. È la dimostrazione di quanto a Bergamo il tema sia sentito”. Si è chiusa la campagna Sos Medici di Base lanciata dalla sezione provinciale del Pd a inizio aprile. Una quindicina di punti su tutta la bergamasca con gazebo nei fine settimana e nei mercati di paese per chiedere un’assistenza territoriale più capillare.

“Volevamo essere il partito della prossimità – spiega il segretario provinciale del Pd Davide Casati -. Ad inizio aprile i bergamaschi senza medico di base erano 112 mila, quasi il 10 per cento della popolazione. Da quando è iniziata la campagna qualcosa è migliorato, oggi la quota è scesa intorno a 80 mila”.
Un buon risultato, ma che non basta. Sono ancora troppi i posti vacanti dei medici di medicina generale in tutta la Lombardia: il dato di inizio aprile parla infatti di 5.850 medici all’attivo con 1.166 posti vacanti, questi ultimi aumentati di 200 unità solo nel 2021.

“Il medico di base è la porta d’accesso al servizio sanitario nazionale – afferma il consigliere regionale Jacopo Scandella -. Se non hai il medico di base rischi di non avere accesso al sistema sanitario. Questa è una cosa che merita la priorità assoluta, stiamo parlando di un bisogno primario delle persone”.

Il Pd sollecita quindi la Regione anche attraverso la raccolta firme, che verrà consegnata nei prossimi giorni al Pirellone insieme alle sottoscrizioni di tutte le altre province lombarde: “Abbiamo fatto la raccolta perché crediamo che le soluzioni tampone messe in campo dalla Regione non siano sufficienti. In più il rapporto tra Regione e medici di base è perennemente conflittuale, il che è coerente con quanto il centrodestra ha espresso negli ultimi anni nelle affermazioni di Giorgetti e Moratti. Ma questo non ci aiuta a risolvere il problema. Tant’è che siamo la regione con l’attrattività più scarsa e il maggior numero di posti carenti”.

Cosa si può fare allora in tempi così rapidi? “Dobbiamo riuscire a garantire almeno le prestazioni di routine, come la prescrizione di farmaci, in tempi brevi affiancando personale amministrativo ai medici di base. In questo modo i medici potranno dedicarsi più alle cure e meno alle carte”.

Un’operazione realizzabile anche dal punto di vista economico secondo il segretario Casati: “Siamo convinti che se quella dei medici di base è davvero una priorità per la Regione, le risorse si trovano. Non stiamo parlando di miliardi di euro ma di qualche decina di milioni di euro”.

Intanto anche il Governo si muove. L’onorevole Elena Carnevali fa il punto degli interventi, il primo fra tutti l’aumento delle borse di studio per gli specializzandi: “Quest’anno un numero consistente di borse per i medici di famiglia hanno dato una svolta significativa. Anche grazie ai fondi del Pnrr, nel 2022 verranno messe a bando 18 mila borse. Inoltre abbiamo aumentato ai medici in formazione il numero di pazienti fino ad arrivare a 1000 assistiti. È una norma attuativa, già pubblicata in gazzetta, che gli stessi medici ci chiedono. Per loro è anche un vantaggio economico dato che la loro borsa valeva circa 800 euro. L’abbiamo fatto per rendere la professione più appetibile. Abbiamo però un elefante nella stanza – prosegue la deputata -, cioè i posti di concorso, le scuole per fare il medico di medicina generale. Il Piemonte, l’Emilia Romagna, il Lazio e la Puglia hanno esaurito tutti i posti. Il problema è la Lombardia, dove un terzo dei posti disponibili non sono coperti. Bisogna che uno sforzo da parte di Regione Lombardia per la peculiarità lombarda venga messo in campo. Non si può sempre restituire la palla al Governo. C’è una specificità lombarda che non si può non vedere”.

La battaglia dem arriva fino a Palazzo Frizzoni. Francesca Riccardi, presidente dell’Assemblea cittadina del Pd, annuncia un’iniziativa da portare avanti tramite il Comune di Bergamo: “Vogliamo presentare in consiglio comunale un ordine del giorno in modo che il sindaco si faccia portavoce in Regione delle difficoltà che vive anche Bergamo. Ci sono quartieri in forte carenza di medici di base, come Campagnola, Celadina e Città Alta. In questo ordine del giorno insisteremo in particolare sul rapporto, che è mancato, con gli enti locali. Regione Lombardia ha istituito le case di comunità ma non si è rapportata con i sindaci e con gli enti locali. Vogliamo che vengano rilevati i bisogni dei quartieri affinché le case di comunità non restino dei gusci vuoti”.

Tante le proposte, che investono non solo la copertura assistenziale ma anche la velocità della burocrazia: “Chiediamo anche la semplificazione della procedura della scelta del medico di base. Una signora che da un giorno all’altro si trova senza deve avere la possibilità di poter scegliere il proprio medico in maniera più semplificata”.

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