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Bergamo next level

Rigenerazione urbana integrata, beni durevoli e servizi nella città del domani

A Bergamo Next Level 2022 confronto sullo sviluppo urbano sostenibile, tra Pubblico e Privato. Ospite l’architetto e urbanista Stefano Boeri: “città come Bergamo, Milano e Brescia possono diventare le locomotive di un percorso diverso da quello degli ultimi 50 anni”

Bergamo. La strada è ormai segnata, le città del futuro – vista l’urgenza di contrastare il surriscaldamento climatico e l’inquinamento – dovranno essere più pulite, più efficienti, senza sprechi dal punto di vista energetico. In una parola, più vivibili. Meno chiaro è chi debba fare cosa per raggiungere questo obiettivo, quali siano le iniziative più utili da intraprendere da parte dei diversi attori, quale sia il punto di incontro degli interventi pubblici e privati. Se ne è discusso al talk “Pubblico e privato per la transizione delle imprese, dell’ambiente e delle città”, moderato da Enrico Pagliarini di Radio 24, che si è svolto negli spazi del Point – Polo per l’Innovazione Tecnologica di Dalmine.

Un appuntamento tra i più vicini al tema centrale della seconda edizione della rassegna Bergamo Next Level – ideata e promossa da Università degli studi di Bergamo e da Pro Universitate Bergomensi, in programma fino al 20 maggio –, che si concentra proprio su “le persone e il territorio di domani”.

Da secoli le città sono lo spazio principale della vita economica e sociale dell’uomo. I numeri presentati nel corso della sua introduzione da Alessandro Danovi, professore associato di Economia, Gestione delle Imprese e Risanamento d’Impresa dell’Università degli studi di Bergamo, sono chiari: “Nelle città si concentra l’80 per cento del PIL e il 55 per cento della popolazione globale – ha spiegato Danovi –. Tuttavia qui si consuma anche il 75 per cento delle risorse e i due terzi dell’energia, si produce il 50 per cento dei rifiuti e il 60/80 per cento delle emissioni inquinanti del pianeta. Per questo pensiamo che le città possano anche essere il luogo in cui costruire un modello di economia circolare, ridurre gli sprechi e migliorare la gestione dei rifiuti”.

Generico maggio 2022

Tre sfide: verde, energia e mobilità
A tracciare la strategia verso lo sviluppo della città del domani l’architetto e urbanista Stefano Boeri, che in un contributo video ha spiegato: “Tre sono le sfide principali che abbiamo davanti. Prima di tutto dobbiamo de-mineralizzare le nostre città: significa moltiplicare la superficie vegetale e connettere tra loro le aree verdi, con un lavoro di vera vegetalizzazione. Perché le piante sono fondamentali per contenere l’aumento del calore, che nei prossimi anni sarà la vera grande questione urbana. Ogni edificio, poi, deve diventare una piccola centrale di energia rinnovabile – utilizzando sole, geotermia, vento o moto ondoso – per raggiungere l’autosufficienza delle comunità in cui è inserito. Grazie soprattutto al potenziamento tecnologico questo è un traguardo raggiungibile, ma rappresenta una grande rivoluzione dal punto di vista urbanistico. E infine, nelle città del futuro la mobilità sostenibile è quella privilegiata, il trasporto privato su gomma riservato ai tragitti medio-lunghi, il servizio di trasporto pubblico rafforzato. Città come Bergamo, Milano e Brescia – ho sottolineato Boeri – possono diventare le locomotive di uno sviluppo urbano diverso da quello degli ultimi 50 anni”.

La casa, i servizi, la rigenerazione urbana
Punto di incontro delle riflessioni sulla città sostenibile è la casa, ma “appena fuori dal centro storico – ha evidenziato Paolo Riva, professore ordinario di Tecnica delle Costruzioni dell’Università degli studi di Bergamo e delegato del Rettore alla valorizzazione e gestione del patrimonio immobiliare – le nostre città sono purtroppo piene di edifici che hanno superato la loro vita utile. Non possiamo pensare di demolire e ricostruire tutto, anche per la grande produzione di rifiuti che ne deriverebbe. L’unica strada è la rigenerazione integrata, che vuol dire – anche per il Pubblico – concentrarsi non solo sull’aspetto dell’efficientamento energetico degli edifici, ma anche sulla loro sicurezza e ammodernamento”.
“È necessario puntare non ad un’economia dell’usa-e-getta ma alla durabilità e al riciclo – è il commento di Roberto Valentin, consigliere di amministrazione di Bergamo Sviluppo (azienda speciale della Camera di Commercio di Bergamo), che allarga lo sguardo –, e non tutto può essere fatto dal Privato. Al Pubblico, oltre alla sensibilizzazione dei comportamenti dei singoli cittadini, spetta la stesura di norme e leggi che accompagnino processi virtuosi verso un’economia circolare e sostenibile dal punto di vista sociale ed ambientale. Ad esempio prevedendo premialità nella tassazione per chi produce beni durevoli, o spingendo verso la creazione di manuali di “disassemblaggio” dei prodotti in modo che, una volta giunti a fine vita, sia facilmente riciclabile ogni loro componente”.

Generico maggio 2022

La collaborazione tra Pubblico e Privato
Dal mondo dell’imprenditoria interviene Francesco Percassi, presidente di Costim, la società protagonista a Bergamo del maxi-progetto Chorus Life: di fatto un nuovo quartiere della città, per lo sviluppo del quale costruire un solido rapporto tra Pubblico e Privato è stato indispensabile. “Abbiamo pensato ad un ambiente che rispondesse ad esigenze diverse e puntato alla convivenza tra le generazioni. Abbiamo investito sulla tecnologia e i big data. Abbiamo ragionato non più a metro quadro ma a servizio reso, il tutto in stretta collaborazione con le istituzioni pubbliche. Per noi che portiamo avanti interventi immobiliari di questo tipo la rigenerazione è un concetto che non si limita all’edilizia ma che incide su moltissimi altri settori: solo se considerato in questa prospettiva può costituire un solido motore di sviluppo. Anche in altre città vediamo che la voglia da parte del Pubblico di agevolare le iniziative imprenditoriali c’è – conclude Percassi –: la richiesta del Privato è quella di essere messi nelle condizioni di lavorare nel modo più semplice possibile e di poter scaricare a terra i progetti, nel rispetto delle regole”.

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