Carlo Fumagalli, al momento del delitto, era capace di intendere e volere? Per rispondere a questa domanda, il pubblico ministero Carmen Santoro ha affidato una consulenza psichiatrica al professionista bresciano Giacomo Filippini, che dovrà fare luce sulle condizioni in cui ha agito l’operaio di Fara Gera d’Adda, reo confesso dell’omicidio della convivente Romina Vento la sera del 19 aprile, annegata dall’uomo nel fiume Adda dopo che lo stesso si era lanciato in acqua con l’auto.
Dalla fine della scorsa estate Fumagalli, 49 anni, era in preda a disagi psichici ed era sottoposto a una terapia psichiatrica che aveva però interrotto nelle ultime settimane. Proprio a causa delle sue ossessioni pare che la convivente, di cinque anni più giovane, fosse determinata a interrompere il rapporto. Fumagalli, però, non si rassegnava all’idea e quella sera, quando Romina gli ha confermato l’intenzione di lasciarlo, ha ucciso la donna con la quale aveva avuto due figli, preso da un “raptus” ha ammesso davanti al gip.
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