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Città impresa

Il ministro Cingolani: “Siamo in un’economia di guerra: bene le rinnovabili, ma serve guardare anche oltre” fotogallery

Il Ministro Roberto Cingolani, che ha sottolineato la centralità delle fonti rinnovabili, senza però precludere lo spazio della ricerca che riguarda ovviamente anche al nucleare

Si è chiusa domenica 8 maggio a Vicenza la XV edizione del Città Impresa. Sono stati tre giorni di dibattiti e confronti con oltre 150 relatori sul futuro delle imprese, che dopo il biennio di pandemia, devono superare l’instabilità portata dalla crisi geopolitica, che sta ridisegnando mercati e filiere produttive.

A chiudere oggi è stato il Ministro Roberto Cingolani, che ha sottolineato la centralità delle fonti rinnovabili, senza però precludere lo spazio della ricerca che riguarda ovviamente anche al nucleare. “Non avrebbe senso oggi costruire centrali nucleari che tra dieci anni sarebbero già vecchie – ha detto il ministro – ma non per questo non dobbiamo fare ricerca su questo come su altre tecnologie che ci possano garantire una autonomia energetica”.

“Su un secondo Recovery la commissione sta discutendo perché si sta facendo avanti una questione europea”, ha precisato Cingolani. “In questa economia di guerra – ha concluso – alcuni Paesi saranno molto più colpiti da queste scelte energetiche di altri”.

“Il rigassificatore lo piazzeremo nel posto che ci permetterà di fare più in fretta: che sia nel Tirreno o nell’Adriatico – ha precisato il Ministro – si è parlato dell’area di Piombino e di quella di Ravenna”. “Si tratta di una scelta meramente tecnica – ha aggiunto Cingolani – alla quale stiamo già provvedendo. Nel primo semestre del 2023 dovrà essere al lavoro”.

“Nel 2001 il 25% del gas era prodotto in Italia, nel 2021 siamo arrivati al 3%. Abbiamo ridotto la produzione, ma non è servito a nulla: l’abbiamo sostituito con il gas importato. Non solo non abbiamo decarbonizzato nulla, ma abbiamo avuto un impatto maggiore sull’ambiente per il trasporto, abbiamo finanziato altri Paesi e abbiamo indebolito le imprese – ha proseguito il ministro -. Abbiamo garantito 25 miliardi di metri cubi di gas, ma ci vorrà un po’ per far partire queste forniture. Dal 2024 in poi si raggiungerà il valore di regime. I punti fondamentali sono i prossimi 6-8 mesi. Dovesse esserci uno stop di fornitura russa ora, in tempi brevi, sarebbe un problema per il prossimo inverno”.

Secondo il ministro Cingolani “se le forniture non saranno interrotte nei prossimi sei mesi – avremo un inverno tranquillo. Se si dovesse interrompere prima, arrivare all’inverno con gli stoccaggi vuoti sarebbe un problema”.

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