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Il testimone

“Quella sera ho visto Luka sotto casa di Campa, vestito di scuro e con la testa bassa”

Il racconto di un conoscente fa rabbrividire: "Mercoledì alle 19 era lì, in via Nembrini. Due ore dopo i carabinieri hanno scoperto il delitto"

Grumello del Monte. L’ha visto passare di fronte alla casa nella quale aveva appena commesso il delitto. Vestito di scuro. Con le mani in tasca. Camminando a testa bassa.
Una coincidenza da far rabbrividire, eppure è questo il racconto di un testimone, un conoscente di Hamedi El Makkaoui che mercoledì sera, intorno alle 19, ha incrociato lo sguardo dell’assassino di Anselmo Campa fuori dall’abitazione della vittima, in via Nembrini 56 a Grumello. Aveva pensato di fermarsi a salutarlo – quel ragazzo con cui più di una volta era uscito in compagnia – ma qualcosa lo ha spinto per qualche motivo a tirare dritto. Due ore dopo i carabinieri del comando di Bergamo hanno trovato il cadavere dell’imprenditore 56enne riverso in una pozza di sangue all’interno del suo appartamento, con il cranio sfondato a colpi di martello.

“Luka Makka”
– così si faceva chiamare El Makkaoui – è stato interrogato e fermato nella notte tra sabato e domenica dagli agenti del Nucleo Investigativo del comando provinciale di Bergamo, ai quali ha confessato l’omicidio e mostrato la zona di Castelli Calepio nei pressi del fiume Oglio dove ha abbandonato l’arma e i vestiti ancora insanguinati.
Le ragioni che hanno scatenato l’aggressione, terminata in tragedia, sembrano andare nella direzione di una lite avvenuta a casa di Campa tra quest’ultimo e l’ex fidanzato della figlia Federica per la cessione di un’auto di proprietà dell’imprenditore, che sarebbe stata acquistata anni prima proprio per l’ex fidanzato della figlia, ma che all’inizio della settimana Campa aveva venduto a un amico del circolo Arci.
La notizia dell’arresto del 24enne originario di Castelli Calepio ha sconvolto gli amici. “Non ce lo saremmo mai aspettato – afferma un conoscente -. È un ragazzo buono, tranquillo, socievole e che scherza con tutti”.
Ma sono gli stessi amici a confidarci come nell’ultimo periodo il giovane marocchino si trovasse in serie difficoltà. Pare avesse preso a frequentare cattive compagnie e a scommettere denaro fino a indebitarsi. I problemi economici lo avrebbero portato infatti a chiedere diversi prestiti agli amici.

Doveva dei soldi a mio fratello, per mesi ha dovuto rincorrerlo – ci spiega uno di loro -. Poi venerdì gli ha scritto dicendo che se si fossero visti glieli avrebbe restituiti”.
Particolari che inquietano, e che descrivono come, nei giorni seguenti al delitto, il ragazzo abbia dissimulato il crimine commesso, fino all’ultimo.
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