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L'intervista

Bergamo, Gandi: “Vendiamo 2 milioni di azioni A2A sui 44 totali”

"In sette anni di mandato abbiamo svincolato azioni per un valore 7 milioni. La minoranza, che contesta la scelta, ne ha usufruito per 20 milioni"

Bergamo. “Su un debito complessivo di 52 milioni derivante dai mutui, di cui la maggior parte contratti con Cassa Depositi e Prestiti, circa 5 milioni verranno restituiti tra quest’anno e l’anno prossimo, mentre nel 2024 si andrà ad aggiungere un ulteriore milione e mezzo, quindi il 25% in più. La scelta di accenderne di nuovi, unitamente alla possibilità di vendere le quote di A2A, scelta che certo avremmo preferito non fare ma che serve necessariamente, fa chiaramente riferimento alla volontà di questa amministrazione di non aggravare ulteriormente la situazione riguardante la parte corrente, ragionando sempre in termini di previsione di bilancio, e, contestualmente, continuando a mantenere uno standard di investimenti che, per quando ci riguarda, quest’anno si è rivelato record”.

Sergio Gandi, vice sindaco del comune di Bergamo e assessore con delega, tra le altre, al bilancio, traccia la via, a distanza di una decina di giorni, dall’approvazione in consiglio comunale del bilancio di previsione e lo fa snocciolando i numeri: “Ci tengo a sottolineare che non è mai stata una decisione presa alla leggera o una volontà prima quella di toccare il pacchetto azionario dell’unica partecipata (A2A) che ha prodotto utili; del resto è, in qualche modo, una scelta imposta dalla contingenza del momento e dei tempi, necessaria anche per continuare a garantire determinati tipi di servizi rivolti, in particolare, agli assessorati alle Politiche Sociali e alla Cultura che, da soli, insieme al grande tema dell’assistenza ai più fragili, considerata in ogni sua forma, coprono il 75% della spesa corrente. Questa amministrazione, fin dal suo primo mandato, non hai infatti mai fatto mistero di non voler lasciare indietro nessuno, al contrario di lavorare soprattutto per quelle categorie di cittadini che ne hanno più bisogno. E questo è un dato fondamentale”.

Una scelta che ha portato, in sette anni di mandato, a monetizzare 7 milioni di euro, grazie proprio alle azioni, con una media di un milione per ciascun anno di governance: “Fatto salvo per il biennio 2020-2021 in cui, per ovvie ragioni, non ne abbiamo incamerato nemmeno uno. Un dato che va in controtendenza rispetto, ad esempio, i 20 milioni utilizzati dalla minoranza che critica la scelta di esautorare, anche se in parte, il tesoretto. E’ chiaro che lo scenario nel quale hanno lavorato gli amministratori negli anni precedenti era differente: non c’erano i fondi del PNRR, ma si doveva far fronte al Patto di Stabilità. Oggi, al contrario, abbiamo la possibilità di fare investimenti per 130 milioni di euro grazie ai 32 milioni frutto dei mutui del 2022, ai 10 di disavanzo e, appunto, al PNRR“.

“Nel 2022 andremo a svincolare azioni per un totale complessivo di 2 milioni e 160 mila euro, una quota minima, quella necessaria per poter tamponare la situazione del mese corrente, fatto salvo che fino al 30 aprile non sarà possibile accendere nuovi mutui e che l’avanzo di bilancio è fruibile solo da giugno in avanti. Il pacchetto azionario, al momento, ha valore, per quota, di circa 1,66 euro, quasi il record (1,72) ed è in continua crescita. Il comune dispone di 26,6 milioni di azioni, per un tesoretto complessivo di 44,15 milioni di euro, quasi come nel biennio 2019-2021. Capisce bene che la quota che andremo a svincolare sarà minima, meno del 10%”.

E l’analisi continua facendo il raffronto tra le scelte sul piatto, considerando, ad esempio, un importo di 10 milioni di euro: “Dieci milioni di euro di azioni vendute fruttano circa 540mila euro di introiti nelle casse del comune, di liquidità spendibile a distanza di pochi giorni dalla vendita del pacchetto; 10 milioni erogati da un mutuo, considerato a tasso fisso, di una ipotetica durata ventennale e con un tasso di interesse attorno al 2,4%, ne mettono a disposizione 633mila. Tra le tante differenze, però, anche le lungaggini nella presentazione della domanda e nell’erogazione del denaro”.

Il tutto si inquadra, poi, in uno scenario economico che fa, del 2022, l’anno record degli investimenti, con un dato del valore pro capite per Bergamo, rispetto ad altre città, di 675 euro per abitante: “130milioni di investimenti che sono il frutto di 75 milioni messi sul piatto da Stato, Regione, enti privati e 36 del fondo PNRR, 7,7 quelli provenienti dagli standard qualificativi, ovvero le opere di proprietà pubblica ma finanziate da privati, 5 gli oneri non utilizzati in parte corrente, 10 milioni e mezzo quelli provenienti dall’alienazione del pacchetto azionario e 32 quelli messi in conto grazie ai mutui”.

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