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Europa league

Atalanta, prova di personalità. E con Zapata è un’altra musica fotogallery

Ancora una notte magica per Muriel, il Lipsia deve accontentarsi del pareggio. Ora Duvàn può riportare più gol e più forza a tutta la squadra

Ormai tanti indizi sono più che una prova: in Europa tira proprio un’altra aria. E forse è troppo semplicistico dire che l’Atalanta quando va fuori dai confini si presenta con un’altra mentalità, che è poi quella tipica di Gasperini, un po’ smarrita (non si può dire, obiettivamente, che sia persa) in Serie A.

Intanto bisogna applaudire la prestazione e anche il risultato, della Dea a Lipsia. Pensare che si potesse ottenere il quinto successo su cinque in Europa League non era proponibile: alla vigilia uscire imbattuti era considerata una grande impresa e ora che si è accarezzato il successo ritornano i se, ma, però.

Forse perché siamo un po’ incontentabili e il Gasp, sempre lui, ci ha abituato troppo bene.

Così come non sembra il caso di fasciarsi la testa pensando: oh adesso come facciamo a superare il tabù del Gewiss Stadium?

Ma restiamo alla partita: l’Atalanta è piaciuta, non solo ai 1600 bergamaschi presenti alla ‘Red Bull Arena’, ma anche a chi stava a casa davanti alla tv. E ai giornali tedeschi, se stando ai primi commenti si parla di “Prestazione scadente di un Lipsia fortunato” sulla Bild, mentre Kicker parla esplicitamente di “immeritato pareggio con un autogol”, si sottolinea il miglior primo tempo dei nerazzurri e anche la loro reazione dopo il pareggio.

Ecco, l’aspetto che è più piaciuto nella prestazione è stata la personalità con cui l’Atalanta ha giocato e affrontato da subito l’esame di Tedesco, con la t maiuscola e minuscola. Anche con quella spavalderia, se vogliamo, che le ha consentito di mettere sotto avversari più famosi in casa loro, si chiamassero Liverpool o Ajax.

Come aveva sottolineato Hateboer alla vigilia, “se abbiamo vinto a Liverpool e Amsterdam come a Valencia, perché non a Lipsia?”. L’Atalanta ci ha provato e ci è andata molto vicina e sicuramente se si parla di prestazione scadente per il Lipsia è anche merito dei Gaspboys.

Partita presa quindi subito di petto e, superato lo choc dell’ammonizione dopo tre minuti a Palomino, la squadra è partita occupando la metà campo avversaria fino a ottenere il gol del vantaggio, con una meravigliosa giocata di Muriel.

Se ‘Lucho’ è stato quello delle notti magiche e già era stato letale contro il Bayer, sono un po’ mancati i suoi partner d’attacco, Pessina e (a parte il palo alla fine del primo tempo) Pasalic. Per dire che già nel primo tempo questa Atalanta avrebbe potuto chiudere il conto.

Così, dopo un quarto d’ora del secondo tempo, hanno lasciato il posto a uno Scalvini sempre più sorprendente per la sicurezza con cui si esprime sia in difesa che in mezzo al campo.

Assieme a lui, è tornato in campo Zapata.

Mezz’ora per far capire che è sulla strada giusta, che con lui si può fare di più, la squadra può essere più incisiva e precisa e anche i suoi compagni più pericolosi, non solo per le sportellate che sa fare Duvàn. E magari giocando riuscirà a intendersi meglio anche con Boga, che è una risorsa, ha velocità e dribbling e se Zapata crea più spazi può colpire meglio anche lui.

Le note positive sono più d’una, da Musso pararigori ai guerrieri Demiral e Palomino, a De Roon che risponde presente per ogni evenienza, da centrocampista o difensore aggiunto. Speriamo che il metronomo Freuler possa recuperare in fretta: ovvio che dev’essere uno dei piloti nella volata finale che attende la Dea.

Sulle difficoltà del ritorno inutile insistere: si sapeva che l’Atalanta avrebbe dovuto vincere.

Premesso che costringere il Lipsia al pari è un ottimo risultato, con Zapata sarà un’altra storia, sicuramente un punto di forza notevole.

In mezzo la partita col Sassuolo. La tradizione è favorevole, dipenderà molto dalle energie e bisognerà avere gambe per non farsi infilare da giocatori che danno del tu al pallone. E avere la testa giusta. Almeno, proviamoci.

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