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L'evento

Agenzia Publifoto: quando i fotografi andavano in Vespa

L'incontro dedicato da Fondazione Dalmine a fotografi che, nel corso del ‘900, hanno rappresentato l’azienda e la sua storia attraverso le immagini

Dalmine. Si è svolto il 23 marzo il terzo appuntamento di dedicato ai fotografi del 1900, protagonista del webinar l’agenzia fotografica Publifoto, pietra miliare del fotogiornalismo italiano impegnato a documentare, a partire dal 1937, ma soprattutto negli anni del boom economico, i molteplici aspetti di un Paese che cambia.

Si è trattato di un vero e proprio viaggio nel tempo nel nostro Paese alla scoperta di eventi di cronaca, costume, società e – naturalmente – industria ed attività economiche, documentate con decine di migliaia di scatti oggi conservati in molti importanti archivi italiani.

Come ha ricordato Carolina Lussana, Direttrice di Fondazione Dalmine: “Le oltre 100 mila immagini conservate nel nostro archivio restituiscono anche l’opera di molti fotografi e studi fotografici che si sono avvicendati nel rappresentare impianti, prodotti, attività, eventi. Gli archivi, e certamente anche quelli industriali, sono una preziosa miniera di immagini che ci permettono di leggere come è cambiata la cultura visiva e il modo di comunicare nel corso del secolo. Aprirli e farli conoscere al pubblico è il nostro impegno”.

“Nel caso di Publifoto, – come ha illustrato Jessica brigo, curatrice dell’Archivio ed esperta di fotografia – vediamo l’opera di una prestigiosa agenzia di fotogiornalismo che fornisce all’azienda servizi fotografici dagli anni ’50 e fino a alla fine degli anni ’70.”

A discutere del tema Peppino Ortoleva, storico dei media, Serena Berno e Chiara Lo Cascio dell’Archivio Storico Intesa Sanpaolo, Paolo Barbaro e Claudia Cavatorta del CSAC – Università degli Studi di Parma, Pietro Repetto di Fondazione Ansaldo, Jessica Brigo di Fondazione Dalmine.

Fondata a Milano nel 1937 dal campano Vincenzo Carrese con il nome di Keystone, Publifoto è la prima agenzia privata italiana di produzione e vendita di fotografie giornalistiche.

Dal 1938 agli anni Sessanta l’agenzia cresce senza soluzione di continuità ed apre sedi in tutti Italia per offrire un servizio capillare, da Torino a Palermo, passando per Milano, Genova e Roma. Sono gli anni in cui Vincenzo Carrese struttura l’agenzia in due settori: nascono la Publifoto Commerciale, dedita alla fotografia industriale, pubblicitaria e di moda, e la Publifoto Notizie impegnata nel fotogiornalismo. Negli anni Settanta l’agenzia inizia un lento declino, con sorti diverse nelle differenti sedi. Nel 1974 Carrese lascia l’agenzia al suo collaboratore Alfredo Pratelli, ma fino al 1981 si occupa dell’archivio dell’agenzia. Attualmente la produzione dall’agenzia è disseminata in diversi archivi.

Presso l’archivio di Fondazione Dalmine, come mostrato nel video proposto da Jessica Brigo, sono conservate 800 fotografie firmate Publifoto, realizzate principalmente dalla sede di Milano. Dopo il primo contatto per la fiera di Bergamo, il sodalizio tra Dalmine e l’agenzia prosegue per tutti gli anni del boom economico durante i quali i fotografi di Publifoto seguono le numerose applicazioni dei prodotti tubolari di Dalmine, dalla costruzione dell’Autostrada del Sole, ai cantieri navali, alla ristrutturazione del Duomo e del Vigorelli, dalle trivellazioni in Emilia Romagna alla costruzione della centina del traforo del Gran san Bernardo, solo per fare alcuni esempi.

La fotografia si muove tra riproduzione del reale e costruzione di percorsi simbolici – ha suggerito Peppino Ortoleva – Gli archivi fotografici rappresentano una sfida per gli storici e l’individuazione della fotografia come fonte storica è ancora esitante sia per la grande quantità di materiale che per la difficoltà di gestione”. Davvero numerose le possibili piste di lavoro sui materiali fotografici dell’archivio Publifoto, dalla storia delle aziende a quella del costume, fino alla storia dei fotografi stessi, spesso complessa da ricostruire, ma entusiasmante.

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