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Il vertice

I 115 piccoli orfani rimarranno a Rota Imagna, Bedulita e Pontida

L'assessore Marcella Messina: "Abbiamo deciso, insieme alle autorità competenti, di prolungare la permanenza nei paesi dove si trovano ora"

Bergamo. Resteranno a Rota Imagna, Bedulita e Pontida i 115 orfani ucraini scampati alle bombe e accolti in terra bergamasca dieci giorni fa: un lungo peregrinare dall’orfanotrofio di Berdiansk, una città ucraina attualmente occupata dai russi, che ha consentito loro di raggiungere i paesi bergamaschi con 8 accompagnatori e un tutore legale, la vice direttrice dell’istituto. I bambini, figli di nessuno, ora sono invece figli della nostra terra che li ha adottati e sta cercando di rendere la loro permanenza il più piacevole possibile, mettendo a disposizione tutto quanto è necessario per garantire un soggiorno confortevole.

“Al tavolo di confronto avvenuto in Prefettura mercoledì mattina, oltre a me, erano presenti i rappresentanti di tutte le istituzioni coinvolte nel processo di accoglienza- spiega Marcella Messina, assessore del comune di Bergamo alle politiche sociali e presente in veste di rappresentante dell’assemblea dei sindaci bergamaschi -, in particolare Gianbattista Brioschi, presidente dell’Ambito Bergamo Ovest, i sindaci dei paesi coinvolti e i vertici di Tribunale dei Minori, Prefettura, Procura e il console ucraino. Insieme abbiamo ritenuto che la soluzione trovata insieme dieci giorni fa fosse corretta e che la strada perseguita pure. Per questo motivo, abbiamo deciso, considerata anche la disponibilità delle comunità coinvolte, di allungare il periodo di permanenza”.

I 100 ragazzi ospitati a Rota Imagna continueranno a soggiornare all’hotel Posta, 9 a Bedulita e la rimanente parte a Pontida, il gruppo dei più piccoli: “Sì, e rimarranno per un periodo al momento non precisabile perché, come si può ben intuire, considerata l’eccezionalità e anche la drammaticità della situazione, navighiamo a vista. Per questa ragione abbiamo deciso di coinvolgere le associazioni sul territorio per aiutare i comuni a gestire la situazione e garantire ai ragazzi tutte le necessità del caso”.

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