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Report 22/28 marzo

Covid, in Bergamasca sale l’indice di contagio e il numero di nuovi positivi

In Lombardia i positivi crescono di più in confronto al dato nazionale: +9%, passando da 56.594 a 51.915

La curva cresce ancora, ma ha perso velocità. È tuttavia presto per pensare che questo primo segnale di rallentamento della crescita epidemica ponga già fine a questa fase. Ne parleremo dopo il consueto riepilogo dei numeri settimanali.

A livello nazionale, negli ultimi 7 giorni i contagi certificati da tampone sono stati 493.674, in aumento del 2,6% rispetto allo stesso periodo della settimana scorsa, quando ne avevamo contati 481.013 (con un aumento del 38,4% sulla precedente). Media giornaliera 70.525 (da 68.716).

Il tasso di positività medio è ora al 14,91% (era al 15,24%). Cresce ancora il numero dei tamponi totali: ne sono stati eseguiti 3.304.958 (ne erano stati fatti 3.165.224 la settimana scorsa). Il 78,6% dei quali di tipo antigenico rapido.

Tornano a crescere i decessi: questa settimana i morti sono stati 973, mentre lunedì scorso ne contavamo 907. La variazione percentuale, in questo caso, è del 7,3%. Sarà importante osservare i numeri delle prossime settimane, perché la crescita dei contagi, rapidissima nei giorni scorsi, avrà un riverbero abbastanza plausibile sulla mortalità.

Lo stesso aumento si registra per i dati sull’impatto ospedaliero: nel periodo sono stati 9.496, (erano 8.728) nei reparti Covid; mentre quelli in terapia intensiva tornano a crescere per la prima volta da alcune settimane: sono 487 (erano 463 sette giorni fa).

Il numero dei nuovi ingressi in terapia intensiva passa da 296 a 316. L’indice di occupazione nei reparti Covid è al 14,6% (precedente 13,4%). Quello nei reparti di terapia intensiva è al 4,9% (era al 4,7%). I pazienti in isolamento domiciliare sono 1.244.073 (erano 1.166.089).

Stabile la curva dei contagi: da 0,52 a 0,51. Sale il valore di Rt nazionale: da 0,96 a 1,14. L’indice di contagio ogni 100mila abitanti passa da 800 a 870.

Lombardia e Bergamo

In Lombardia i positivi crescono di più in confronto al dato nazionale: +9%, passando da 56.594 a 51.915. Aumenta il numero dei ricoveri in area Covid: sono 967 gli attuali (erano 904); mentre per quelli relativi alle terapie intensive si registra ancora un calo: da 52 a 47. Incrementa il numero dei nuovi ingressi in terapia intensiva che passa da 16 a 20.

In forza dei suddetti numeri, scende l’indice di occupazione nei reparti di terapia intensiva: dal 2,9% al 2,6% e sale quello relativo ai reparti Covid, dall’ 8,6% al 9,2%. Di fatto invariato risulta il numero dei decessi: nel periodo sono stati 122 rispetto ai 123 del precedente.

Continua l’aumento per quanto riguarda gli attualmente positivi, ora 153.586 (139.147 la settimana scorsa), che va di pari passo con quello delle persone attualmente in isolamento domiciliare, che sono 152.572 (erano 138.191). L’incremento, in entrambi i casi, è del 10% (20% nel precedente periodo). Risale anche l’incidenza dei casi ogni 100mila abitanti: da 500 a 560; così come cresce l’indice medio settimanale di positività che passa dall’11,58 % all’12,15%.

Sale anche in provincia di Bergamo il numero dei nuovi casi: i positivi sono stati infatti 3.437 rispetto ai 3.112 del periodo precedente (+10,4%). Scende il numero dei pazienti ricoverati in area medica all’ospedale cittadino: nel periodo si è passati da 45 a 41, mentre quelli ricoverati in terapia intensiva sono 7, come nella settimana precedente. Risale l’indice di contagio ogni 100mila abitanti: da 280 a 310. Nel periodo osservato si sono registrati 8 decessi (7 nel precedente).

Quinta ondata o momentaneo rialzo?

Come detto, se il ciclo intuibile sulla base dei dati attuali trovasse conferma, in Italia dovremmo avere un picco epidemico a breve, con la riduzione dei casi destinata a protrarsi fino all’estate. A favorire questo andamento l’alta percentuale dei vaccinati (l’83,9% con doppia dose, il 65,2% con terza dose) combinata con il numero straordinario di soggetti (quasi 9 milioni) che hanno contratto l’infezione da metà dicembre 2021, quando ha iniziato a manifestarsi la “vecchia” Omicron (B.A.1). Dopo il momento di picco avremo ancora una decina di giorni di maggiore pressione sul sistema ospedaliero: in particolare con un aumento dei ricoveri in area medica. Dovrebbe invece essere contenuto l’impatto sulle terapie intensive, almeno sulla base delle esperienze di altri Paesi (in particolare la Danimarca) che hanno già superato l’ondata di Omicron 2. Ricordiamo tuttavia che purtroppo non esiste una correlazione diretta tra ricoveri in area critica e decessi: il 75% circa dei quali, da qualche mese, avviene al di fuori dei reparti di terapia intensiva.

Sulla probabilità che questo scenario trovi conferma pesa l’incognita di un allentamento eccessivamente rapido delle misure di mitigazione e contenimento, aspetto evidenziato nei giorni scorsi anche dall’Oms a proposito di molti Paesi europei (tra i quali l’Italia). Come spesso accade, al di là delle previsioni, dovremo attendere per vedere:

1) Come il Sars-CoV-2 sfrutterà i maggiori spazi a disposizione.
2) Quanto a lungo durerà l’immunità indotta da vaccinazioni o contatto diretto con il virus.
3) Quanto i soggetti vaccinati e infettati possano fare da argine a una variante contagiosissima e solo parzialmente bloccata dal vaccino (63% dopo tre dosi) per quanto concerne il rischio di infezione.

La corretta interpretazione dei numeri

A proposito del numero reale dei vaccinati, si è detto che la percentuale è dell’83,9%. Si arriva al 92% calcolando la sola popolazione vaccinabile. Ma il virus non fa distinzioni, quindi l’unica percentuale corretta dal punto di vista epidemiologico è riferita alla popolazione generale. È bene precisarlo per non offrire un’immagine magari più confortante, ma distorta, della situazione.

Come spesso accade i numeri complessivi nascondono condizioni molto diverse a livello regionale. In questa fase, per restare alle Regioni più popolate e quindi in grado di incidere maggiormente sul dato nazionale, è particolarmente sostenuto l’andamento epidemico in Campania, Lazio e Puglia. Nell’ultima settimana, a fronte degli 870 casi per 100.000 abitanti dell’Italia e dei 560 della Lombardia, le tre Regioni citate ne hanno avuti rispettivamente 960, 1.027 e 1.348.

L’insegnamento di Hong Kong

I casi ora sono in calo, ma Hong Kong ha attraversato la più drammatica ondata di coronavirus dall’inizio della pandemia. Come scrive il New York Times, il drammatico impatto che ha avuto Omicron nel paese dà un grosso insegnamento: “Nell’era della contagiosissima BA.2 vaccinare il più possibile la popolazione anziana dovrebbe essere una delle priorità, dicono gli esperti. La fissazione su “zero Covid”, condivisa con la Cina continentale, ha fatto sì che la vaccinazione non fosse una priorità, e molti anziani sono caduti preda della disinformazione sulla sicurezza dei vaccini. Prima che Omicron aumentasse, meno di un quarto delle persone di 80 anni e più aveva ricevuto due dosi. Questa lezione è più urgente per la Cina, dove la vaccinazione nei gruppi di età più avanzata sembra essere in ritardo e c’è poca immunità dalle infezioni precedenti”.

La Cina lascerà il covid zero? Non è chiaro

Sulla fine della strategia covid zero la Cina non ha ancora usato parole definitive, scrive Cnn. Quando gli è stato chiesto in una conferenza stampa martedì, l’epidemiologo governativo Liang Wannian ha detto che “la Cina non deve “vacillare” e attenersi al suo piano, in attesa che una serie di cose accadano: che le epidemie si attenuino all’estero, che il virus cambi e diventi meno pericoloso, che siano disponibili trattamenti e vaccini migliori. In queste circostanze, credo che valuteremo a fondo la situazione dell’epidemia in Cina….e poi prenderemo misure più adattive per contrastare la malattia”

Concludiamo con l’aggiornamento a livello mondiale (Oms, report riferito al periodo14-20 marzo). Seconda settimana consecutiva di crescita epidemica, con 12.384.300 casi (+8,56%) e 32.959 decessi (-23,5%). I Paesi più colpiti come numero assoluto di infezioni sono stati: Corea del Sud (2.817.214 nuovi casi; +34% sulla settimana precedente); Vietnam (1.888.694; +13%); Germania (1.538.666; +14%); Francia (582.344; +39%) e Australia (513.388; +161%).

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