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Il progetto

Da Covid hotel all’accoglienza dei profughi ucraini: a Cologno anche i giovani dello Shakhtar

Alla Muratella le prime 9 famiglie che fuggono dalla guerra. L'atalantino Malinovskyi vuol far allenare a Zingonia i ragazzini che sognano di diventare come lui

Cologno. Tra i profughi ucraini ospitati all’Antico Borgo La Muratella di Cologno al Serio ci sono anche alcuni ragazzi del settore giovanile dello Shakhtar Donetsk, la squadra in cui è cresciuto il trequartista dell’Atalanta Ruslan Malinovskyi, che ora vuol permetter loro di allenarsi al centro sportivo Bortolotti di Zingonia.

Il progetto di accoglienza è stato ideato dall’amministratore delegato della struttura alberghiera della Bassa, Gianluca Marcucci, che durante la prima ondata del Covid aveva già messo a disposizione una cinquantina di camere per le persone dimesse dagli ospedali che dovevamo aspettare il periodo di quarantena prima di poter tornare a casa.

“Non è stato facile trovare i fondi necessari per coprire le spese – spiega Marcucci, romano di 52 anni, ai vertici della catena alberghiera con sedi anche a Mozzo, San Pellegrino Terme, Cremona, in Piemonte e nella Capitale – . Li abbiamo recuperati grazie al fondo Algebris. Siamo così riusciti a offrire un centinaio di camere per altrettante famiglie che fuggono dalle zone martoriate dell’Ucraina”.

Anche al Bes di Mozzo è partita un’iniziativa simile, con posti letto dedicati all’accoglienza dei profughi ucraini. Un modo per far fronte all’ondata di arrivi, che finora sembra aver toccato solo in parte il nostro territorio. Numeri in ogni caso difficili da stabilire con certezza, perché spesso si tratta di gente che arriva con mezzi propri e in modo spontaneo, magari contattata da connazionali o conoscenti disposti a ospitarli.

Sono sparsi nei paesi della nostra provincia. Alla Muratella di Cologno sono già arrivati i primi ospiti, soprattutto mamme con figli. Tra loro ci sono anche i piccoli campioni della squadra di Donetsk, la Repubblica Popolare dell’Ucraina divenuta anch’essa teatro dei bombardamenti russi: “Finora abbiamo occupato nove camere – prosegue Marcucci – con altrettanti nuclei familiari. Ci sono alcuni ragazzini che militano nelle giovanili dello Shakhtar, arrivati qui grazie all’intervento di Malinovskyi, molto legato al suo Paese e alla società in cui è diventato il campione che conosciamo”.

Le giovani promesse del calcio ucraino per il momento, anche per non pensare al dramma della guerra che attanaglia il loro Paese, stanno giocando a calcio in un campo che si trova vicino all’albergo, ma lo stesso numero 18 di Gasperini ha un sogno: “Siamo in costante contatto con Ruslan – svela l’a.d. dell’hotel – e posso dire che ci sta mettendo tantissimo, anche di tasca propria, per aiutare i suoi connazionali, anche quelli che ancora non sono riusciti a scappare dal conflitto. L’ultima idea che ha avuto è quella di poter far allenare a Zingonia i ragazzini che abbiamo qui. Speriamo di potercela fare. In fondo sognano di diventare come lui”.

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