Si è difesa spiegando di non c’entrare nulla con la strage di via Palestro. R. B., 57enne di Albano Sant’Alessandro, è stata interrogata giovedì mattina dai pm di Firenze. La donna bergamasca era stata perquisita il 3 marzo scorso con l’accusa di essere coinvolta nell’esecuzione materiale dell’attentato di Milano del 27 luglio 1993, una delle stragi di mafia di quell’anno insieme a quelle di Roma e Firenze.
Secondo quanto spiegato dal suo difensore, avvocato Emilio Tanfulla, la bergamasca avrebbe risposto a tutte le domande dei magistrati della Dda fiorentina titolari dell’inchiesta sulle stragi, ribadendo la sua estraneità ai fatti che le vengono contestati. L’interrogatorio, durato circa tre ore, si è svolto a Firenze.
La 57enne era finita nei guai per una fotografia. In particolare i magistrati avevano riesaminato il documento trovato alcuni mesi dopo l’attentato, nel settembre del 1993, durante una perquisizione effettuata in un villino ad Alcamo, nell’ambito delle indagini sulle stragi che portò al sequestro di numerose armi.
Fu trovata in un volume di enciclopedia la foto di una donna, molto simile all’identikit elaborato sulla base dei racconti dei testimoni di via Palestro. La 57enne avrebbe ammesso di essere lei la donna della foto, ma di non sapere perché lo scatto si trovasse lì.
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